C' raduno e raduno

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    La Stampa del 18.02.2007 a proposito della recente manifestazione antiamericana di Vicenza titola: Siamo tutti alpini , mentre il sottotitolo prosegue: Corteo o raduno qui è lo stesso . La didascalia è alquanto ermetica visto che la foto mostra un trabiccolo con una damigiana. Se riferita alla storia degli alpini, essa gronda assai più di sangue che di vino.

    Paolo Detassis Londra

    Rassegnamoci, per certi giornalisti è impossibile dissociare l’immagine dell’alpino dal fiasco. Per loro va bene così e alla fine più di un lettore finisce per pensare che le nostre Adunate sono solo occasioni per colossali bevute. Chi conosce la storia degli alpini, la loro presenza costante e disinteressata dove c’è bisogno di aiuto, considera quel clichè, oltre che ingeneroso, ingiusto. A questo proposito mi è caro riportare l’omaggio di un prete, don Bernardo, al gruppo di Malo, sezione di Vicenza, che fortunatamente è di segno opposto. Ci sono uomini che lavorano senza compenso per alleviare la solitudine dei vecchi, per aiutare i meno fortunati: sono gli alpini. Nel mondo ci sono uomini che muoiono per impedire che altri si uccidano: sono gli alpini. Li vedete dopo i terremoti, fra la gente a scavare con le mani dentro le macerie: sono gli alpini. Gente che lavora in silenzio a costruire case, ospedali e mense per chi non ha più nulla. Si accontentano di un sorriso, di una stretta di mano, un bicchier di vino: sono gli alpini. Uomini che sfilano orgogliosi. Penne nere segnate da una storia fatta di gelo e di dolore. Oggi portano solo la pace, l’ottimismo e la speranza ovunque vanno. Uomini speciali e leali: sono gli alpini .