C’era una volta… la bombetta

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    L’alpino Bernardo Brizio socio del gruppo di Bra e consigliere sezionale, ci ha narrato uno spaccato di vita, legato a doppio filo con la storia degli alpini e del loro copricapo. Siamo rimasti colpiti dalla singolarità del racconto e riteniamo doveroso farlo conoscere ai nostri lettori.

    Il 2º Alpini viene costituito a Bra alla fine del 1800 e vi rimane fino al 1909, quando viene trasferito a Cuneo. La prima uniforme degli alpini era composta da giacca in panno blu, pantaloni celeste e la bombetta con coccarda, fregio e penna era il copricapo.

    In concomitanza al trasferimento del reggimento a Cuneo, venne cambiata l’uniforme. Fu adottata quella grigioverde e il copricapo assunse la foggia attuale. A quel punto, le bombette dimesse e giacenti nei magazzini di Bra del reggimento vennero alienate per fuori uso e, come si usava quando nulla veniva sprecato, poste in vendita prive degli ornamenti.

    Un blocco di 4mila pezzi venne acquistato da un parente di Bernardo che faceva l’ortolano che iniziò ad usare le bombette per proteggere dalle brinate primaverili le piantine di zucchine e meloni messe a dimora nei primi giorni di maggio. Insomma, una specie di progenitore delle moderne serre, il copricapo veniva posto sulla piantina la sera al calar del sole e levato il mattino, quando il sole era già alto. La cosa funzionava benissimo e quindi andò avanti per molti anni.

    Dopo alterne vicende, una parte di quelle bombette venne ceduta a sua madre e giacquero riposte in un magazzino di casa. Bernardo, svolge il servizio militare di leva presso il B.A.R. Taurinense a Bra, dopo la naja, fiero e baldanzoso, si iscrive al gruppo di Bra, riceve tutti i mesi la rivista L’Alpino e un giorno legge con interesse la storia del nostro amato cappello.

    C’era una volta… la bombetta Gli tornano in mente quelle bombette ancora ferme in quell’angolo del magazzino dove sua madre buon’anima le aveva riposte, si rende conto che quel materiale non è cosa qualsiasi: è il nostro primo copricapo, pregno di significati, di tradizione, di storia e di sentimenti! Incomincia a guardare quegli oggetti con sempre maggior interesse e passione, pensa sempre più a quelle bombette come ad oggetti preziosi.

    Cerca di immaginare il volto di chi le aveva indossate, le gocce di sudore che le avevano segnate e a quel punto si ripromette di dare a quei copricapo il giusto e doveroso posto che ad essi compete.

    Ne regala una al proprio gruppo perché faccia bella mostra presso la sede, un’altra la regala al generale Marengo, ora scomparso, infine ne regala una al capogruppo di Villenove, della sezione di Aosta e, dopo tante ricerche dei fregi e distintivi, è riuscito a rimetterne in perfetta foggia una, per sé!

    (Pinot)

    Pubblicato sul numero di maggio 2010 de L’Alpino.