Beppe Parazzini: Ritroviamoci al Contrin, la nostra casa

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    Centocinque anni sono tanti, anche per un rifugio alpino.

    Centocinque anni sono tanti, anche per un rifugio alpino. Tanto pi significativi
    se la sua storia anche quella di un secolo che ha visto per due volte l’Europa lacerarsi in devastanti guerre le cui ferite non sono state risparmiate neanche a questo edificio, costruito per uomini che hanno in comune l’amore per la montagna.
    E’ per questi uomini che nel lontano 1897 la Contrin Haus, Casa Contrin,
    venne inaugurata dopo un anno di lavori della Societ Alpinisti di Norimberga. Pochi anni dopo, questo spartiacque vide alpini e Alpenjger su schieramenti opposti, arroccati in postazioni che sono visibili ancora oggi in tutta questa zona.
    Nel 1915 il rifugio ospitava il comando austriaco di questo settore. Per eliminare questo importante caposaldo, gli alpini della 206 compagnia, comandata dall’allora capitano Arturo Andreoletti, futuro fondatore dell’ANA, portarono sul passo delle Cirelle un pezzo di artiglieria che, al secondo colpo, centr il rifugio.
    Alla fine del conflitto, nel ’21, quello che restava del Contrin fu donato dallo Stato italiano alla Sat che, dopo i primi lavori di ricostruzione, lo don a sua volta all’ANA, presieduta proprio da Andreoletti.
    Il resto storia tutta nostra. Il rifugio venne ammodernato e ampliato. Pochi anni dopo fu costruita la cappelletta dedicata ai Caduti e quindi un nuovo fabbricato, dedicato alla memoria del sottotenente Efrem Reatto, medaglia d’Oro nella campagna d’Africa con la divisione Pusteria. Dal 1985 il rifugio dedicato a Franco Bertagnolli, nostro indimenticato presidente, l’uomo che guid gli alpini
    nella ricostruzione del Friuli.
    Quanto sia importante per noi questo rifugio lo testimoniano non soltanto le celebrazioni che ogni anno vi si svolgono, ma anche le due riunioni del Consiglio direttivo nazionale: nel luglio del ’65, sotto la presidenza di Ugo Merlini, e nel giugno dell’88, con il presidente Leonardo Caprioli, mio predecessore. Quest’anno, in cui ricorre il 105 anniversario di costruzione del rifugio, celebriamo in forma
    solenne il nostro 20 pellegrinaggio, e lo facciamo riunendoci, per la terza volta, con il Consiglio direttivo nazionale dell’Associazione. E’ un’occasione davvero particolare, perch avviene nell’Anno Internazionale delle Montagne proclamato dalle Nazioni Unite per rilanciare e salvaguardare la montagna, il suo territorio, la sua economia, la sua gente.
    Viviamo un momento delicato e difficile. Cos come gli alpini hanno difeso queste montagne, noi oggi, con la stessa tenacia, ci troviamo a dover difendere gli alpini e i valori di cui sono, di cui siamo portatori. Sono valori che costituiscono il fondamento della societ, espressione di senso del dovere, di rispetto per le istituzioni, di spirito di sacrificio e altruismo e di solidariet, valori che si traducono in modello di vita e in esempio. Gli alpini in armi sono una realt
    che tutto il mondo ci invidia per la loro preparazione, seriet, duttilit d’impiego. Nelle esercitazioni internazionali, cos come nelle missioni multinazionali di pace, sono unanimamente riconosciuti soldati che non hanno pari.
    Gli alpini in congedo, le nostre sezioni, i nostri gruppi sono precisi punti di riferimento nelle citt, nei paesi, nelle frazioni. Il cappello che abbiamo portato durante il servizio militare lo stesso che portiamo oggi, in abiti borghesi. Lo spirito di servizio e del dovere appresi durante il servizio militare sono gli stessi che ci fanno restare alpini per tutta la vita, con i valori del nostro essere
    alpini.
    Ritrovandoci al Contrin, la nostra casa, vogliamo continuare a ribadire tutto questo e continueremo a farlo in ogni occasione e in ogni sede, nel rispetto delle istituzioni ma con infaticabile tenacia.
    Viva gli alpini, viva l’Italia.

    Beppe Parazzini