Applausi lunghi un secolo

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    Forse Milano non avrà raccolto la palma del luogo più adatto a trasformare nella consueta festa di popolo i giorni che precedono l’Adunata degli alpini. Ma, certamente, la scommessa di celebrare con l’Adunata il centenario dell’Ana nel luogo in cui il sodalizio fu creato, l’8 luglio del 1919, è stata vinta: una massa imponente di penne nere, infatti, ha scelto di venire nel capoluogo lombardo soprattutto la domenica, per prendere parte a quello che resta il momento più importante di questo evento, ovvero la sfilata. La posizione baricentrica del capoluogo lombardo e la facilità di raggiungerlo, sia con i treni, sia su strada (specie nel giorno festivo in cui, tradizionalmente, il traffico meneghino è scarso), hanno fatto sì che migliaia di penne nere, soprattutto lombarde, piemontesi, liguri e venete, scegliessero di arrivare proprio nella giornata di domenica. Si è capito subito, sin dall’ammassamento tra i Bastioni di Porta Venezia, viale Majno e viale Bianca Maria, che la risposta al richiamo del Centenario era stata massiccia. E la sfilata davanti alla tribuna d’onore, con l’incomparabile e scenografico fondale gotico del Duomo, lo ha confermato: oltre undici ore di sfilamento, praticamente ininterrotto, per un totale di protagonisti che, sulla base dell’esperienza, è valutabile nell’ordine degli ottantamila, comparabile quindi con quello di Adunate di località concepite come più “alpine”. Uno spettacolo come sempre superbo, per ordine e intensità, che ha impressionato il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, al suo esordio in tribuna per un’Adunata alpina, già positivamente colpita anche dal nostro Ospedale da campo, visitato alla Cittadella allestita in piazza Castello. Con lei, tra le tante autorità intervenute (impossibile elencarle tutte), anche il vice Presidente del Senato, Ignazio La Russa, la sen. Roberta Pinotti (predecessore della Trenta), i governatori della Lombardia, Fontana, e del Veneto, Zaia ed una rappresentanza ai massimi livelli dell’Esercito, con il Presidente del Comitato militare dell’Unione Europea, gen. Claudio Graziano, il Capo di Stato Maggiore della Difesa e dell’Esercito, i generali Enzo Vecciarelli e Salvatore Farina e il comandante delle Truppe Alpine, gen. Claudio Berto. Ovviamente presente al gran completo, col nostro Presidente Sebastiano Favero, il Consiglio nazionale dell’Ana, con i consiglieri impegnati a turno nella scorta al Labaro. La giornata grigia e le temperature insolitamente basse per il periodo (dovute alla grandinata caduta, per fortuna, il giorno precedente) hanno reso meno stancante l’attesa all’ammassamento e favorito il passo di sfilata: così la lunga teoria delle penne nere si è dipanata con ordine e regolarità, dietro la Bandiera di Guerra del 5º reggimento alpini e dietro i gonfaloni della Lombardia e di Milano, scortato da un visibilmente soddisfatto sindaco Sala. Lungo il percorso il pubblico, formato da parenti e amici degli alpini ma anche da un buon numero di milanesi, era quello delle migliori occasioni e non si è certo risparmiato negli applausi, cresciuti di intensità per alcuni Reduci davvero invidiabili per la condizione in cui hanno raggiunto età straordinarie: come Giovanni Alutto, 102 anni, del Gruppo di Carmagnola, che ha sfilato con le sue gambe o Silvio Biasetti, di 106 anni, di Biella, presente in tribuna. Come pure molto applauditi sono stati i passaggi delle persone con disabilità (a cominciare dagli atleti paralimpici), delle Crocerossine, dei nuclei cinofili della Protezione Civile; le Sezioni con i nostri cari vecchi amici muli (del leggendario Iroso, l’ultimo mulo con le stellette, morto pochi giorni prima dell’Adunata è stato portato in sfilata il basto). Davvero impressionanti per consistenza numerica i passaggi delle Sezioni venete (con i vicentini in evidenza) e lombarde (con l’oceano di penne nere bresciane e bergamasche), ma un po’ tutte le “contrade” degli alpini sono state più che degne protagoniste dell’evento. Dopo il tramonto, il passaggio della stecca dalle mani del Presidente della Sezione di Milano, Luigi Boffi, a quelle del Presidente della Sezione Bolognese- Romagnola, Vittorio Costa e dei rappresentanti della Repubblica di San Marino, che l’anno prossimo porteranno l’Adunata a Rimini, ha suggellato una sfilata di grande spessore. Un Centenario, dunque, onorato fino in fondo dalla 92ª Adunata e dalla città di Milano: magari con pochi tricolori alle finestre, ma certo con grande affetto e disponibilità e con la consueta efficienza logistica. E, soprattutto, onorato dalle penne nere che hanno tenuto fede alla tradizionale affermazione: “Sono gli alpini che fanno l’Adunata”.

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