Anarchici e alpini

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    Sono un alpino residente in Gran Bretagna, iscritto alla sezione di Londra. Saltuariamente rientro in Italia, a Rovereto. In settembre è accaduto un fatto che mi disgusta e mi rende triste. In data 14.09.09, leggo sul giornale Il Trentino: Mentre la sfilata con oltre 250 alpini marciava verso piazza Rosmini, tre anarchici hanno dispiegato dal tetto della cartolibreria Mondadori striscioni contro l’impegno del Corpo in Afghanistan e il corteo medesimo, propugnatore di ideali bellicosi Gli anarchici fanno esplodere petardi e accendono fumogeni sul tetto. Gli alpini trattengono a stento la rabbia . I miei amici mi chiedono quando penso di rientrare in Italia definitivamente. Con questo tipo di manifestazioni la voglia si allontana sempre di più.

    Paolo Detassis Rovereto

    In Italia manifestazioni come quella che hai citato sono rare; in Europa più frequenti e più rissose. Ne ricordo una a Mittenwald, qualche anno fa, particolarmente pericolosa, contenuta con difficoltà dalla polizia. Si tratta di ragazzi contagiati dal sogno di un mondo senza violenza e quasi sempre sono proprio loro a provocarla. Allora viene da pensare che forse sono solo annoiati e l’ideologia c’entra poco. L’Anarchia, di cui non condivido quasi nulla, era nonostante tutto un movimento politico con un retroterra culturale di tutto rispetto, diverso da quello di chi fa chiassate solo per esistere.

    Pubblicato sul numero di dicembre 2009 de L’Alpino.