Amarezza per la caserma Plozner Mentil

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    L’orgoglio è un sentimento personale, intimo che salta fuori quando in qualche modo viene provocato. Se mi chiedono “dove hai fatto la naja?” scatta una molla incontrollabile e rispondo con orgoglio, nell’unica caserma intitolata ad una donna in tutta Italia, Maria Plozner Mentil, sede del comando del btg. Tolmezzo. 

    Ora quella sede è in decadenza quasi totale. Una parte è affidata al gruppo di Paluzza che ne tiene con orgoglio memoria storica. Mi chiedo se una Medaglia d’Oro può essere trattata in questo modo. Una delle tante portatrici carniche che hanno contribuito volontariamente alla sussistenza dei nostri soldati non dovrebbe essere dimenticata dallo Stato.

    Lucio Bellon – Vicenza

    Il problema delle caserme dismesse c’è. Conta anche il nome che portano, quasi sempre di Medaglie d’Oro, ma è altrettanto impegnativo trovarne una destinazione che non sia speculativa. Certo che più passa il tempo e più si aggrava il degrado, con relativa svalutazione di questi beni. Le generazioni della leva obbligatoria vedono con grande tristezza l’abbandono di edifici che ricordano con cortili curati, pavimenti lustrati fino all’usura, uffici che si affrontavano con apprensione. Il tempo corre veloce e stentiamo a stargli dietro. La naja resta viva nella memoria e le caserme dei nostri vent’anni diventano mito. Giorni belli, spensierati ed altri segnati dalle fatiche, malinconie e qualche umiliazione. Si faceva finta di fare il soldato ma carri armati veri non erano troppo lontani. E non era uno scherzo. Per questo condivido l’orgoglio di Lucio e la sua amarezza alla vista della sua caserma in disarmo. Quello che resta di un sogno.