Alpini: restate sempre così!

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    «Voi alpini siete particolari: siete forti, ma anche teneri nello stesso momento». Con queste e molte altre belle parole Papa Francesco lo scorso 26 febbraio ha accolto in udienza privata i vertici della nostra Associazione, nella prestigiosa sala Clementina in Vaticano. Una visita che non potrà essere facilmente dimenticata, tanto carica di significati e sentimenti, quanto lo è stata la lunga attesa dalla sua prima programmazione, visto che l’evento avrebbe dovuto svolgersi quale ideale atto conclusivo della 91ª Adunata nazionale a Trento nel 2018.

    Purtroppo, prima un fitto calendario di impegni del Santo Padre, poi la pandemia hanno costretto la Sezione trentina, che ne ha curato e voluto l’organizzazione, a differire la data d’incontro. Ma l’attesa è stata certamente ripagata, ed inoltre ha consentito di coinvolgere idealmente nella partecipazione tutti gli alpini d’Italia, rappresentati a Roma dall’intero Consiglio Direttivo Nazionale, con il Presidente Sebastiano Favero in testa, tutti i Presidenti di Sezione e il comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Ignazio Gamba.

    Assieme a loro anche il Coro sezionale di Trento, a rappresentare idealmente la coralità alpina, e il Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti. Ma la trasferta romana degli alpini è stata in realtà una due giorni con una successione di forti emozioni. Già venerdì 25 febbraio ha visto in programma un concerto del coro della Sezione di Trento presso l’aula magna della struttura vaticana “Bonus Pastor”. Alla presenza di un centinaio di persone, i coristi diretti dal maestro Aldo Fronza si sono esibiti con buon successo. Scopo della serata, una raccolta fondi promossa dall’Associazione Santi Pietro e Paolo (che raccoglie i volontari addetti alla custodia della Basilica di S. Pietro) destinata alle suore dell’ordine di S. Teresa di Calcutta.

    La serata si è poi conclusa “all’alpina” presso la Sezione di Roma che ha voluto accogliere tutti gli alpini nelle spaziose sale della propria sede, grazie alla disponibilità dei volontari del Presidente Alessandro Federici. Sabato mattina piazza San Pietro brulicava di cappelli alpini che, in festoso ammassamento, hanno atteso di poter fare il proprio ingresso nella città del Vaticano.

    Il programma prevedeva infatti un primo momento con la Messa tenutasi nella chiesa del Rettorato, poco distante dalla Casa di S. Marta, eletta a residenza del Santo Padre. La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, grande amico degli alpini e che tante volte ha condiviso i più bei momenti dei nostri pellegrinaggi in Adamello. Assieme a lui hanno concelebrato l’Ordinario militare mons. Santo Marcianò e il direttore del nostro periodico, mons. Bruno Fasani; mentre il coro della Sezione di Trento ha accompagnato con diversi canti la funzione religiosa. E con tante e belle parole tutti i concelebranti hanno – per così dire – predisposto i partecipanti allo spirito giusto per affrontare il successivo evento in programma, sottolineato da un’emozionante attesa che andava ad aumentare di minuto in minuto.

    Dopo una lunga e molto interessante passeggiata attraverso i giardini vaticani, con una sosta ed un canto davanti alla riproduzione della grotta di Lourdes voluta da Papa Leone XIII, è giunta finalmente l’ora del tanto atteso incontro. Nel corso dell’udienza privata, durata quasi quaranta minuti, il Presidente Favero, comprensibilmente emozionato, ha portato il saluto degli alpini con l’impegno, formalizzato attraverso una pergamena consegnata al Santo Padre, per un dono molto particolare: diecimila ore di lavoro che gli alpini destineranno ad una realtà associativa tanto cara a Papa Francesco: si tratta di Rondine – Città della Pace, associazione di volontariato che mette assieme a convivere, in un suggestivo borgo toscano, ragazzi provenienti da Paesi fra loro belligeranti, con il preciso scopo di far comprendere loro che la convivenza in pace è un’utopia concretizzabile.

    A Rondine, che si trova a pochi chilometri da Arezzo, gli alpini si dedicheranno dunque alla ristrutturazione di alcuni edifici che verranno destinati all’accoglienza dei giovani ed alla realizzazione di un auditorium. A sugellare tale impegno, anche la presenza del Presidente dell’associazione Rondine Franco Vaccari, giunto a Roma assieme ad Adeline, ragazza del Mali, ed Issam di Betlemme, entrambi partecipanti al progetto di convivenza. Bellissime parole quelle rivolte da Papa Francesco agli alpini; un discorso tutt’altro che di circostanza, anzi. Parole forti, di incoraggiamento: solo per citare alcuni importanti passaggi. Ed in un’emozione generale sempre più crescente, nella condivisa sensazione di un Papa che ha dimostrato di conoscere molto bene la realtà alpina, le corde del sentimento si sono alimentate nel momento in cui il Santo Padre ha voluto stringere la mano a tutti i presenti, ad uno ad uno. Nel frattempo il coro sezionale di Trento intonava Il testamento del Capitano che solo pochi minuti prima Papa Francesco aveva definito… scontata l’ovazione dei presenti sempre più coinvolti.

    Come detto, questo simbolico evento conclude così idealmente l’Adunata a Trento che gli organizzatori avevano voluto dedicare alla pace fra i popoli ed alla memoria universale dei Caduti. Con la benedizione solenne riservata a tutti gli alpini e familiari, e al Labaro, l’udienza è giunta alla sua conclusione. Grazie, dunque, a chi ci ha creduto e si è impegnato oltremodo per organizzare questo importante evento: in primis Maurizio Pinamonti, Presidente emerito della Sezione trentina e Dino Leonesi, impagabile tessitore dei rapporti con la Santa Sede. Il ritorno al sole su piazza San Pietro è stato certamente più silenzioso che il momento dell’ingresso nei giardini vaticani.

    Ognuno dei partecipanti stava probabilmente riponendo nel proprio ideale zaino la forte emozione provata in quei momenti. Ognuno di noi ha elaborato, a suo modo, il prisma dei sentimenti più intimi che solo chi ha avuto questo alto privilegio d’un incontro tanto importante può forse comprendere.

    p.f.