Alpini NO TAV

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    Mi auguro che dopo il vergognoso comportamento di alcuni alpini, con tanto di cappello bene in vista, al cantiere TAV in Val di Susa, l’ANA non si limiti ad una semplice deplorazione, e che siano coraggiosamente espulsi dall’Associazione. Non si può consentire che soci dell’ANA manifestino pubblicamente contro l’autorità costituita; quando poi questa era rappresentata anche da alpini in servizio militare! Se la cosa fosse archiviata e passata sotto silenzio, ciò costituirebbe per l’ANA un precedente pericoloso.

    Gen. Edoardo Eynard – Cuneo

    Al solo pensiero che il cappello alpino sia stato strumentalizzato in maniera così ambigua alla dimostrazione anti-TAV, mi ha provocato un forte disagio. Ho pensato alle centinaia di migliaia di penne nere che come me hanno disapprovato quanto accaduto e allora ho avvertito tutta la grandezza e la solidità della nostra gloriosa Associazione.

    Ennio Biagioni

    Gli alpini assunti a simbolo della disgregazione del paese: questo in sintesi quanto riportato nell’articolo apparso ne “Il Giornale” del 26 luglio. Si fa riferimento alla presenza di almeno 300 penne nere all’ultima manifestazione “NO TAV” in Val di Susa, nella quale si sono mescolati ai più facinorosi contestatori.

    Franco Cuzzuol – S. Vendemiano (TV)

    Su L’Alpino abbiamo riferito abbastanza sui fatti dei NO TAV. Per me anche troppo. Torno quindi controvoglia a parlarne e solo per precisare che il presidente della sezione ANA di Val Susa, Sosello, dispone di sei nominativi, non trecento, di alpini iscritti all’ANA presenti ai tafferugli dei NO TAV e che nei loro confronti è in corso un procedimento disciplinare. Questo i giornali che hanno diffuso senza riguardi l’immagine del cappello alpino dovrebbero per correttezza scriverlo con lo stesso rilievo con il quale ci hanno presentato in veste di contestatori. Restano comunque intatte le responsabilità morali di chi ha usato strumentalmente il nostro simbolo e di chi non ha evitato di trascinarlo in quella vicenda.