Alpini di ieri, alpini di oggi

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    Scrivo per proporre una riflessione riguardo alla lettera dell’amico Edoardo Pezzutti pubblicata sul numero di novembre. Condivido la prima parte, sulla toccante cerimonia di Cargnacco, mentre la seconda parte mi lascia piuttosto perplesso. 

     

    Le espressioni “tintinnìo di medaglie e luccichìo di nastrini” mi sembrano alquanto ingenerose verso i nostri militari, e non vedo come quei nastrini possano destare ilarità. È sacrosanto rendere i giusti onori ai Reduci di Russia e ai Caduti, e tutti noi siamo consci del fatto che i loro sacrifici non avranno mai un paragone. Detto questo dobbiamo considerare che anche i nostri militari nelle attuali missioni fuori area sopportano sacrifici meritevoli del nostro rispetto: nel migliore dei casi una lontananza di parecchi mesi dai figli, dalle mogli, dagli affetti più cari, fino anche alle ferite fisiche – e penso a Luca Barisonzi, cui va la mia più profonda stima – o il decesso. Solo a prezzo di questi sacrifici le nostre Forze Armate possono compiere la loro missione: consiglio a voi tutti, qualora non lo abbiate già fatto, di leggere “Ring Road” di Mario Renna, e anche i libri di Toni Capuozzo; e se siete internauti di visitare anche la pagina Facebook di Luca.

    Leonardo Mandelli, Gruppo di Firenze

    La gratitudine ha molti modi per raccontarsi. E qualche nastrino può prestarsi a darle voce. Sempre che siamo convinti della preziosità della missione dei nostri militari in zone di guerra.