Al Bivacco Orobica, 36 anni dopo

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    Lo costruirono i genieri alpini della brigata Orobica sotto la guida del loro enente Roberto Scaranari, divenuto poi comandante delle Truppe alpine, che fedele a una promessa ha guidato ancora una volta i suoi ex, con familiari e simpatizzanti, fino alla capanna a quota 3382.

     

    di Roberto Scaranari

     

    Il 21 luglio scorso una trentina di genieri alpini sono tornati sul ghiacciaio della Presanella per raggiungere il bivacco dedicato alla brigata Orobica costruito dalla loro compagnia 36 anni prima, agli ordini dell’allora tenente Roberto Scaranari, divenuto poi comandante delle Truppe alpine. Un’escursione annunciata, sull’onda dei ricordi ravvivati dalla pubblicazione di un libriccino edito l’anno scorso e dedicato alla costruzione del bivacco. Il libro, scritto dal generale Scaranari, stato lo squillo di tromba che ha chiamato a raccolta tanti ex, quei mitici peones degli Anni Sessanta che quest’anno hanno voluto tornare sulla Presanella con il loro comandante, portandosi dietro mogli, figli, e nipoti ed amici.
    La cronaca che segue stata scritta dal generale Scaranari, ed una sintesi dell’ultimo capitolo del libro, scritto dopo l’escursione commemorativa. Racconta un’impresa degli alpini in armi e cosa significa ancora oggi per coloro che ne sono stati protagonisti.
    Grazie conclude il generale Scaranari nel Bivacco Orobica mitici Peones della vecchia CPO (compagnia genio pionieri Orobica, ndr.). Non vi dimenticher mai.

     

    Presanella, 21 luglio 2002 Il 12 luglio del 1966 la stampa trentina riferiva di un’epica impresa compiuta due giorni prima da 130 genieri alpini della brigata Orobica, accompagnati da un gruppetto di Rampagaroi di Rendena, che avevano portato in vetta alla Presanella ben 18 quintali di materiali per costruire un bivacco.
    Il 31 luglio del 1968 il bivacco era finalmente una realt, portata a termine dall’allora tenente Scaranari, oggi tenente generale e fino al mese scorso comandante delle Truppe alpine a Bolzano.
    Cos, domenica 21 luglio, per mantenere fede ad una promessa fatta sul numero di dicembre 2001 de L’Alpino e per festeggiare degnamente l’Anno Internazionale delle Montagne, il generale Scaranari ha organizzato un raduno di quei vecchi genieri alpini dell’Orobica nel ricordo dell’ascensione di ben 36 anni fa: non uno dei soliti raduni fatti di discorsi, pranzi e bevute ma una vera e propria ascensione al Bivacco Orobica (m. 3382) sulla Presanella (m. 3558).
    Ma procediamo con ordine. Il 20 luglio sabato mattina il raduno, aperto a tutti gli ex genieri dell’Orobica, anche a quelli che non avevano intenzione o possibilit di salire poi in Presanella, ha avuto inizio al Passo del Tonale con la S. Messa celebrata al Sacrario militare da don Paolo Manenti, cappellanocapo delle Truppe alpine.
    La cerimonia, che sembrava nata in sordina anche per le difficolt incontrate nel reperire gli indirizzi degli ex, ha riscosso invece un ottimo successo visto che si sono contati quasi 150 partecipanti. Oltre a tanti genieri e sottufficiali, erano presenti quattro ex comandanti della compagnia: i generali Ricci e Sciocchetti, oggi in pensione, il generale Scaranari ed il col. Musso, rispettivamente comandante delle Truppe alpine e comandante del 2 reggimento Genio guastatori di Trento.

     

    Dopo poche parole pronunciate dal generale Rolando Ricci, organizzatore del raduno al Tonale, e dal tenente generale Scaranari, successore di Ricci al comando della compagnia di allora, gli escursionisti (nella foto se ne vede solo una piccola parte) si sono trasferiti nella caserma Tonolini, base logistica del Comando Truppe alpine, per rivivere il momento del rancio, come ai tempi del loro servizio militare: vassoio alla mano e lunga fila davanti al banco di distribuzione.
    Ancora qualche momento di commozione e qualche riconoscimento tardivo al termine del pranzo, poi si sono rotte le righe e l’appuntamento stato fissato, almeno per molti di loro, per la parte pi difficoltosa e faticosa del raduno: quella alpinistica sulla Presanella. In auto dal Tonale a Campo Carlo Magno, Val Nambrone, Malga Vallina d’Amola e poi su, a piedi, al rifugio Segantini (metri 2378), dove il gestore Lucio Maganzini e la gentile moglie aspettavano i radunisti: un centinaio, a fronte dei 30 posti letto che potevano riservare loro. Ma gli alpini non si spaventano certo di fronte a questi piccoli problemi, cos, fin dal giorno precedente, attorno al Segantini era sorta una miriade di piccole tende
    militari dalle tradizionali macchie mimetiche, equipaggiate con materassini e sacchi a pelo.
    Verso le 19 le nuvole basse che avevano nascosto ogni cosa con il loro biancore ovattato si sono alzate, permettendo a tutti di osservare un fantastico tramonto sulle Dolomiti di Brenta prima di entrare nel rifugio per recuperare le energie spese per salire al Segantini e per incamerare quelle necessarie per il giorno successivo. E poi a nanna: osservanti delle regole del rifugio, silenzio assoluto dopo le 22.

     

    Domenica mattina sveglia alle 4 e mezza. Un’ora dopo si metteva in moto dal Segantini una lunga, variopinta colonna di 95 radunisti alpinisti cos composta: il generale Scaranari, 29 mitici genieri degli Anni 60, 19 familiari ed amici, 25 simpatizzanti, 20 militari in servizio nelle Truppe Alpine e l’operatore televisivo dell’emittente trentina RTTR Mauro Ferrari. Tra i simpatizzanti sono compresi anche alcuni rappresentanti della SAT di Pinzolo, che nel 1990 restaurarono il bivacco apportandogli anche alcuni miglioramenti (dopo 22 anni a quella quota era proprio necessario).
    Tra i personaggi che hanno avuto un ruolo particolare nella costruzione del Bivacco negli Anni ’60 il caso di ricordare almeno i pi stretti collaboratori dell’allora tenente Scaranari nella costruzione del Bivacco: l’ex caporal maggiore Angelo Tebaldi, di Valdidentro (Sondrio) che ha portato al seguito moglie, due figli e la fidanzata di uno dei due e l’ex geniere alpino Silvio Tagni di Albosaggia (Sondrio) che, bloccato da anni su una sedia a rotelle per un incidente sul lavoro, ha sorvolato due volte il bivacco in elicottero senza tuttavia riuscire a scendere a causa del vento trasversale. A proposito di elicotteri, era presente anche il generale Stefanelli, accompagnato dal generale Florio. Stefanelli, nel 1968 con il grado di capitano, aveva pilotato l’elicottero che aveva portato al bivacco i materiali necessari a completarlo. Entrambi i generali, oggi in pensione, sono venuti appositamente da Viterbo per partecipare al fantastico raduno.
    Il percorso, reso pi difficile dallo scarso innevamento di questo inverno, era stato attrezzato con corde fisse e scalette nei punti ritenuti potenzialmente a rischio da un gruppo di 11 alpieri, sotto la guida tecnica degli istruttori militari di alpinismo sottotenente De Matteis, maresciallo capo Amort e sergente Tamaini, del 6 reggimento Alpini.
    Superati i laghetti proprio sopra il Segantini, su per la lunga cresta della morena, poi, calzati i ramponi, si risale il ghiacciaio che porta alla Bocchetta di Monte Nero. Una lunga scala di ferro porta gi dalla bocchetta sul secondo ghiacciaio che adduce finalmente al piccolo spiazzo da cui una piccola discesa in roccia, una stretta cengia orizzontale ed una breve salita porta al Bivacco Orobica.
    Molti dei 95 radunisti hanno approfittato del tempo buono della mattina per salire fino alla vetta della Presanella (m. 3558). Tra loro il pi giovane di tutti, Andrea Fabbri, di 9 anni, nipote di Diego Zanetti, titolare della Pizzeria 5 Stagioni di Bolzano, ex alpino dell’Orobica.
    Il momento pi commovente della giornata arrivato quando il ten.gen. Scaranari ha scoperto due targhe che erano state poste in sito sulla facciata del bivacco la settimana precedente: una in bronzo per ricordare l’incontro con i suoi ex genieri, i mitici Peones di 36 anni prima, e la seconda, in marmo e ceramica, fatta realizzare da Gino Mariolini (inimitabile amico degli alpini di Rogno) appositamente per ricordare la figura di Clemente Maffei Gueret, famosa guida alpina di Pinzolo che aveva fermamente volut
    o il bivacco e che mancato insieme al futuro genero Aldo Valori cadendo il 12 agosto del 1991 lungo la Via dell’Angelo, sul Pedertic, nel gruppo della Presanella.
    Alle poche parole del generale Scaranari, interrotte dall’emozione alla lettura della targa in ricordo del Gueret, hanno fatto seguito la Preghiera dell’Alpino recitata da Germano Pollini di Cernobbio e la benedizione impartita dal cappellano capo delle Truppe alpine, don Paolo Manenti.
    Il tutto stato solennizzato dall’alzabandiera, un Tricolore e la bandiera dell’Europa issate ai due lati della facciata del bivacco, e dalla presenza di quattro gagliardetti dei Gruppi ANA di Vilminore di Scalve, Busto Garolfo, Lovere e Albosaggia.
    Poi le condizioni climatiche in rapido peggioramento hanno consigliato tutti ad anticipare il rientro a valle, che si svolto in parte sotto una leggera ma fredda pioggia. Ultimo scambio di saluti ed abbracci al Segantini, dove la signora Laura Maffei, la vedova di Clemente Maffei, attendeva la comitiva con il gen. Scaranari.
    E’ stato un incontro commovente, nel ricordo della grande guida alpina.
    Al di l della gioia di ritrovarsi dopo tanti anni e di rivivere insieme le stesse fatiche e gli stessi momenti entusiasmanti che allora avevano facilitato il nascere di vere amicizie, l’ascensione al Bivacco Orobica stata un’eccellente occasione per vedere insieme veci di allora e bocia di oggi, entusiasti e nostalgici i primi, sicuri e tecnici i secondi, ma tutti animati da un sano e sincero amore per la montagna che la vera ricchezza e la forza di tutti gli alpini, di ieri e di oggi. Insomma, il 21 luglio 2002 stata una giornata da non dimenticare, un trionfo dell’alpinit: senza dubbio un bel modo per onorare l’Anno Internazionale delle Montagne e per ricordare tutti coloro che per la montagna hanno profuso sempre, senza riserve, tutte le loro energie.