Adunata a Malga Sorgazza sui luoghi della memoria

    0
    288

     

     

     

     

    DI ROBERTO GENERO

     

     

     

    Poco dopo la someggiata sul Grappa del 2002, con l’amico Giovanni Nicolli si decise di andare a fare due passi nella zona di Cima Lasteati, una cima posta nel gruppo delle cime Rava, a cavallo tra la Valsugana ed il Primiero. Cima Lasteati insiste sopra la località di Malga Sorgazza dove il 9 settembre 1923 venne benedetto il primo gagliardetto della sezione di Marostica.
    Inoltre, nei pressi della cima, avrebbe dovuto esserci anche un ricovero di guerra intitolato alla nostra medaglia d’Oro Gianni Cecchin.
    Così, in una bellissima giornata di sole, risalendo la val Campelle ci si porta a passo Cinque Croci e Cima Lasteati, dove tra le vestigia della prima guerra mondiale che ancora si possono ammirare troviamo il Ricovero tenente Gianni Cecchin , indicato con una lapide ancora in ottimo stato di conservazione ma in posizione assai precaria.
    Sostando al meraviglioso laghetto di Forcella Magna, Giovanni svela l’arcano.
    Gianni Cecchin sembra non sia mai stato qui. Questa era una zona abbastanza tranquilla tenuta dalle compagnie del battaglione Val Brenta, che poi sarebbe il battaglione valle del 6 rgt alpini, cui apparteneva anche il Sette Comuni di Cecchin. C’era tempo per sistemare e rafforzare le proprie posizioni. Inoltre era tradizione intitolare postazioni o ricoveri ai decorati del reggimento. Per questo, assieme al Cecchin, in un altro ricovero, troviamo ricordato anche Santino Calvi. Il primo presidente della sezione di Marostica, Oreste Battistello, invece combattè proprio qui ed è per questo che, quando venne fondata la nostra sezione, il battesimo avvenne presso il cimitero di Malga Sorgazza .
    L’idea nacque improvvisa! Visto che nel 2003 ricorrerà l’80º della sezione, perché non fare l’adunata sezionale nello stesso luogo e compiere un atto, magari solo simbolico ma che avesse anche una chiara connotazione alpina?Ed allora, via con la Someggiata a Malga Sorgazza!
    Assicurarsi l’appoggio di Giovanni Salvador e del reparto salmerie della sezione di Vittorio Veneto fu la cosa più semplice, poi tramite la sezione di Trento abbiamo contattato il capogruppo di Pieve Tesino, Sandro Gecele, il ten degli alpini e membro del Soccorso Alpino del Tesino, Fabio Ognibeni, che si sono messi immediatamente a disposizione.
    Alla fine abbiamo stabilito un programma che prevedeva l’ascensione a Cima Lasteati sabato 26 luglio per rimettere in sito la lapide del ten. Cecchin, mentre la domenica 27 ci sarebbe stata la parte commemorativa presso Malga Sorgazza.
    Con Giovanni Salvador e le salmerie ci troviamo già il 25 sera a montare le tende in zona Malga Sorgazza e a preparare il filare dei muli. Gianni Lombardi, sempre lui, pur di stare con i suoi amici muli si sottopone a un tour de force incredibile che prevedeva, dovendo unire a impegni personali impegni alpini, il seguente itinerario: Santa Caterina, Pieve Tesino, Malga Sorgazza, Venezia (Tessera), Santa Caterina, Pieve Tesino, Malga Sorgazza Il mattino di sabato 26 luglio sveglia di buon mattino, anche perché dormir per terra non è il massimo della comodità, e subito di corsa a preparare quanto avevamo concordato la sera precedente. Nel frattempo stavano arrivando gli alpini dai vari gruppi dellasezione, andando ad ingrossare la colonna. Con un certo ritardo, dopo aver distribuito e bilanciato i carichi tra i 54 bipedi ed i 6 quadrupedi, ci mettiamo in marcia alla volta di Forcella Magna e dell’omonimo laghetto, prima tappa della nostra spedizione.
    Quivi, gustandoci un meraviglioso panorama che comprendeva in particolare la zona del Cauriol, monte particolarmente caro a tutti gli alpini del 7º, e la zona di Cima d’Asta, si provvedeva a scaricare le some ed a predisporre la cucina someggiata per confezionare il rancio. Contemporaneamente un’altra squadra, tenuti i tre muli carichi dell’occorrente, iniziava il tratto di salita che ci avrebbe portato al rifugio Cecchin, duecento metri sopra, per poter predisporre il riposizionamento della lapide.
    Trasportando a spalla per l’ultimo tratto gli utensili e le attrezzature necessarie, nel giro di pochi minuti, con un’efficienza incredibile, gli alpini di Pieve Tesino hanno steso le corde di sicurezza necessarie per poter operare e, dopo una rapida consultazione, definito come e dove fissare la lapide.
    Con l’ausilio di alcuni alpini marosticensi, hanno predisposto i fori per bloccare i ferri di supporto e, successivamente, posizionato la lapide, del peso stimato di circa 60 kg. Nel mentre venivano effettuate le operazioni edili alcuni alpini avevano provveduto a rinfrescare le scritte incise sulla lapide con della vernice nera. Una grande gioia pervadeva tutti i presenti mentre si risistemavano i materiali e si ripuliva la piazzola per le fotografie di rito.
    La sensazione di aver compiuto un atto, materialmente piccolo ma di grande significato morale, veniva esaltata da un minuto di raccoglimento e dalla lettura della preghiera dell’alpino che suggellava un momento di grande alpinità. Ancora commossi si ritornava verso il laghetto dov’era posta la base logistica ma una breve deviazione ci ha portati verso una seconda lapide dedicata al ten. Cecchin. Avendo ancora della vernice abbiamo pensato bene, con un’operazione acrobatica, di rinfrescare anche questa scritta.
    Infine, al laghetto, pasta per tutti, o meglio per quasi tutti visto che l’imprevista affluenza di partecipanti ha preso un po’ in contropiede la cambusa e la razione di pasta era senz’altro ottima ma di certo non abbondante .
    Il ritorno, per la stessa via di salita, non aveva storia se non per segnalare che un gruppo di volonterosi, partitiprima delle salmerie, con un’opera degna dei migliori reparti del genio alpino, operando solo a forza di braccia, spostando pietre da una parte ed ammassandole dall’altra, avevano ricostruito un tratto di sentiero che consentiva il transito in perfetta sicurezza anche per i quadrupedi.
    Dopo un paio d’ore si giungeva all’accampamento per le solite operazioni di brusca e striglia e riordino dei materiali.
    La sera, stanchi ma felici del risultato conseguito, la cena ufficiale sanciva nel migliore dei modi il sodalizio con gli amici del gruppo di Pieve Tesino senza i quali la cosa non sarebbe stata possibile.
    La mattina di domenica, tirati a lucido bipedi e quadrupedi, si è svolta la parte ufficiale dell’adunata. Presenti quasi tutti i gagliardetti di gruppo e soprattutto il vessillo sezionale del 1923 che apriva la sfilata, ci si portava nei pressi del piccolo cimitero di guerra di Malga Sorgazza, che gli amici di Pieve Tesino avevano opportunamente sistemato e ripulito, dove veniva allestito l’altare da campo. Dopo gli indirizzi di saluto Giovanni Nicolli inquadrava storicamente i fatti raccontando come il 9 settembre 1923 in questo luogo, madrina la mamma di Gianni Cecchin con appuntata al petto la medaglia d’Oro del figlio, venisse benedetto il vessillo della sezione di Marostica, dando così il via alla sua storia. Come allora una santa messa al campo celebrata dal parroco del Tesino, don Claudio. Chiusa la parte ufficiale della manifestazione, è iniziata quella conviviale, ed è stata festa.