A Vercelli i giovani del 1 Raggruppamento

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    L'incontro con i giovani a Vercelli.

    di Cesare Di Dato

    Vercelli, domenica 27 novembre: quarto incontro (della serie Perona giovani) tra il presidente nazionale e gli alpini delle leve più recenti del 1º raggruppamento (Val d’Aosta, Piemonte, Liguria). Assenti, e la cosa ci lascia perplessi, i rappresentanti di ben dieci sezioni: Alessandria, Ceva, Cuneo, Genova, Intra, La Spezia, Mondovì, Valsesiana, Val Susa e Saluzzo. Savona era rappresentata solo dal suo presidente con un accompagnatore non più nella verde età. Perplessi, abbiamo detto, perché fra le province più significative, mancavano i giovani dei gruppi della sezione di Genova e delle quattro sezioni di Cuneo. Ci riesce difficile pensare che queste sezioni non avessero neppure un alpino in età da inviare anche solo come referendario.

    Non vogliamo credere che sia disinteresse di presidenti o mancata segnalazione di consiglieri nazionali, però non riusciamo a darci una spiegazione di un fenomeno che denota scarsa alpinità. A Vercelli, dunque, questo quarto incontro (quinto ove si voglia conteggiare quello di apertura in marzo a Milano) ben organizzato dalla sezione sia come convegno sia come logistica. Il presidente Ciocchetti ha aperto i lavori con un indirizzo di saluto, cui è seguito l’inquadramento del tema di Perona e una disamina del Forum in internet del consigliere nazionale Lavizzari.

    Quasi un centinaio i presenti di cui 86 i giovani, non molti per la verità; anche questo è un dato negativo. Infatti non eravamo in presenza di un’assemblea dei delegati per cui una persona ne vale almeno dieci; qui si trattava di interventi a titolo personale e 86 giovani sulle migliaia sparsi nelle 24 sezioni del territorio ci sembrano pochi. Questo dato, unito al mancato intervento delle sezioni sopra segnalate deve far meditare i consiglieri nazionali responsabili di zona. Ci sia consentito di affermare che essi debbono lavorare in profondità per ricuperare terreno e per consentire al presidente nazionale di realizzare il progetto lanciato a Rovereto nel 2004: togliere il punto interrogativo alla domanda ANA, quale futuro? .

    Un futuro che è rappresentato proprio dai giovani al di sotto dei 40 anni, difficili, certo, da reperire e da convincere ma sulle ginocchia dei quali tale futuro riposa. Ora, a un consesso indetto in prima persona dal presidente nazionale le sezioni dovrebbero sentire il dovere di inviare almeno una rappresentanza di ragazzi . Si tratta, infatti, di una iniziativa di valenza nazionale, tanto che per espresso desiderio del presidente Perona la redazione de L’Alpino era presente a tutti e quattro gli incontri, proprio per assicurare un adeguato resoconto sul mensile associativo: a Costalovara il capo redattore Giangaspare Basile, ad Ascoli la giornalista Marcella Rossi Spadea, a Milano l’alpino addetto all’informatica redazionale Matteo Martin e, qui a Vercelli, chi scrive.

    Segno che quelli di Milano annettono la massima importanza a questi incontri dai quali scaturirà (si noti: non potrebbe scaturire ) la via per la continuità della realtà alpina. Signori presidenti che mi leggete, noi tutti stiamo vivendo un momento molto simile alla ritirata del Don: accerchiati da elementi che non ci vedono di buon occhio, teniamo duro, con quella certezza e quella determinazione che garantiranno il futuro dell’ANA e dei nostri amati reparti alpini. Perona ha indicato la via: se noi non lo seguiremo, il futuro è segnato. Ma da questo convegno è emerso un terzo aspetto non positivo: lo scarso numero di interventi significativi: cinque oltre ad altri otto, ripetitivi. Ci sembrano un po’ pochi: avremmo voluto vedere interventi più incisivi, più dirompenti come è costume dei giovani.

    Comunque ascoltiamo:

    Salivotti (Biella): assessore alle politiche giovanili del suo Comune: partecipazione vuol dire cessione di potere, quindi far partecipare i giovani alle decisioni vuol dire, per gli anziani, lasciarci maggior spazio. Per gli amici, si tenga presente che l’ANA è un’Associazione d’Arma, quindi non può aprire a tutti indiscriminatamente, proprio perché essi non hanno svolto servizio militare nella nostra Specialità.

    Gualazzini, Zubiena (Biella): inserire i più giovani nelle strutture direttive, promuovere attività complementari, per esempio cinematografiche, potenziare il Forum, affiancare un giovane alpino al presidente di sezione nelle manifestazioni di maggior interesse, incrementare gli sport non compresi nei campionati ANA, diffondere la storia dei gruppi, delle sezioni e dei singoli alpini che hanno ben meritato.

    Tonna (Omegna): al Convegno della Stampa Alpina ogni redattore si faccia accompagnare da un collaboratore giovane, magari solo come uditore. I presidenti e i capigruppo pretendano la collaborazione dei giovani: spesso le idee ci sono, ma manca la loro divulgazione.

    Cortese (Aosta): alpino alle armi: fare azione decisa nei confronti degli alpini non iscritti, da lui chiamati renitenti, che criticano l’Associazione al bar e non in sede. La sede nazionale dovrebbe entrare nelle caserme; è una carenza che ha come risultato la totale ignoranza degli alpini alle armi sull’ANA.

    Buttigliero (Pinerolo): cori e fanfare hanno un valore inestimabile come veicolo pubblicitario: occorre rinsanguarli e avvalersene. L’importante è comunicare, per posta, per via elettronica, per SMS, ma comunicare; i giovani hanno iniziativa ed entusiasmo; ricevendo attenzione si sentono realizzati.

    Altri interventi, più o meno dello stesso tono, di Marchiuzzo (Vercelli), Bettoni (Omegna), Carena e Tisseur (Asti), Calvo e Boarino (Casale), Gatti (Torino), Ramella (Imperia).

    Perona tira le somme: crede nei giovani e lo dimostra; invita a costituire il gruppo di lavoro che dovrà mediare le loro istanze con la sede nazionale, raccomandando di avvalersi del punto di accoglienza telefonico ed elettronico retto, a Milano, dalla segretaria Nadia Seccia. Del pari, sarà istituita su L’Alpino una rubrica I giovani che il direttore Di Dato, presente a questo incontro, ben volentieri aprirà purché siano avanzate idee valide e costruttive .