7° Cisa: Parazzini e l’hobby di essere alpini.

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    7º Convegno della stampa alpina: Parazzini e l’hobby di essere alpini.

     

    Il presidente Parazzini ha concluso la prima parte del convegno riprendendo alcuni spunti della discussione. Dopo un plauso ai congressisti per la serietà della discussione, rispondendo a Bottinelli ha affermato che l’istituzione del premio della stampa alpina era già stata posta all’ordine del giorno dell’imminente Consiglio Nazionale che, nella sua autonomia e dopo attenta analisi avrebbe preso una decisione. Per quanto riguarda il problema delle tariffe postali, Parazzini ha detto che il problema non è solo nostro, come è stato evidenziato nel corso dell’incontro con il presidente della Repubblica Ciampi e le associazioni d’Arma.
    Visibilità: è vero che vogliamo essere visibili, ma dobbiamo prima di tutto essere Associazione Nazionale Alpini. Poi, è giusto che la società sappia quello che facciamo. Dobbiamo restare fedeli ai nostri valori ma convincerci che la società è cambiata. Quindi dobbiamo tenere fede ai nostri ideali, adattandoli alla società . E ha continuato: Faccio un esempio: in una sezione sono diminuite le iscrizioni. E questo perché qualche capogruppo aveva deciso che non era lui a dover andare a riscuotere l’iscrizione del socio, ma che doveva essere il socio ad andare dal capogruppo. Adesso che ci viene meno la leva obbligatoria ci si mette in mente di fare i preziosi Ecco dove si sbaglia: non si capiscono i tempi. E i tempi ci dicono che chi non si sente più portato a reggere un gruppo, una sezione, lo ripeto ancora e non si offenda nessuno, deve lasciare il posto!
    Facciano gli alpini, ma non facciano né i capigruppo né i presidenti di sezione (applausi, n.d.r.). E per non lasciare alcun dubbio sul fatto che nessuna carica è scontata né a tempo indeterminato: Anche il presidente nazionale, se non ha più tempo, deve lasciare lo spazio a quelli che hanno tempo e voglia È una questione di linearità, di coerenza. È logico che questo accada nell’Associazione Nazionale Alpini. Se non siamo lineari noi alpini, chi lo sarà, allora? E a proposito di linearità, ha citato un esempio personale. L’altro giorno avevo un po’ di tempo libero, e allora sono andato in montagna. Avrei potuto andare al cinema, invece sono andato in montagna. Perché?Ma perché questo fa parte della nostra cultura, di un hobby, di una frequentazione che noi vogliamo conservare.
    Ecco cosa dobbiamo fare: restare alpini, orgogliosi di esserlo. Non ci interessa niente di quello che deliberano i politici. C’è chi ha l’hobby del golf o della pesca o di altro Noi abbiamo l’hobby di essere alpini. E quindi non dobbiamo aver paura di niente, basta trovarci fra di noi! .
    Riprendendo poi le parole di Caprioli, Parazzini si è detto stupito, stante la situazione delle nostre Forze Armate e del servizio militare, che tante famiglie consentano di mandare il figlio a fare il servizio di leva. È una vergogna vedere come sono trattati questi ragazzi. Ed è una vergogna non riuscire a difenderli come invece vengono difesi dai loro genitori gli obiettori, o quelli che fanno il servizio civile. Se la leva fosse gratificante, sia pur comportando un servizio duro e faticoso come l’abbiamo fatto noi, quando tornano a casa direbbero grazie alla leva, che gli ha fatto capire un mucchio di cose .
    Il problema è ha continuato Parazzini che le istituzioni non sanno più cosa fare, perché mancano i soldi. In Bosnia le missioni sono mantenute con i fondi dell’8 per mille! Quando siamo stati l’ultima volta a Roma alla Commissione Difesa, ci hanno accolto diversamente da come ci avevano ricevuto le volte precedenti, quando ci dicevano che eravamo superati, illusi, romantici. Ci hanno chiesto cosa
    possiamo suggerire per incentivare gli arruolamenti! Noi abbiamo risposto che è dal 1998 che veniamo a Roma, e che diciamo sempre le stesse cose di allora: che i professionisti vanno bene, ma che ci sono anche altri aspetti, morali, motivazioni, che sono importanti. Che i giovani devono sentirsi utili e non sopportati o usati, come quando vengono mandati in missioni pericolose e poi non vengono più considerati una volta congedati. Devono sentire che il Paese è loro grato per il servizio che hanno reso. Ci vuole un cultura, una moralità .
    E noi come Associazione alpini cosa dobbiamo fare? si è chiesto Parazzini Dobbiamo andare avanti, sostenere questa cultura, senza soggiacere a nessuno, neanche alle Forze Armate, anche se ha continuato rivolgendosi al generale Cardo devo dire che i rapporti con il comando delle truppe alpine sono di gran lunga migliorati rispetto a quelli che avevamo anni fa (applausi).
    Per quanto riguarda i politici l’Associazione non ha mai visto di cattivo occhio l’alpino che va a fare il politico: anzi, l’Associazione è grata a quelli che lavorano per la comunità, l’importante è che si ricordi di essere alpino .
    Riprendendo l’interrogativo di Danieli: chi siamo, dove andiamo?, il presidente ha detto che non possiamo pretendere di modificare la società italiana, ma che possiamo solo pretendere di poter restare un’associazione indipendente, libera, che può prendersi il lusso di fare lo sberleffo anche ai politici e ai militari, quando non condividiamo l’impostazione data a certi problemi. Quando litighiamo con le forze armate perché difendiamo la caratteristica delle truppe alpine, cioè arruolate nelle zone di montagna, non diciamo nessuna eresia. Altri ci pigliano per razzisti. Ci domandano cosa fare per reclutare truppe alpine?Noi rispondiamo: reclutamento locale Lo diciamo e a Roma si stupiscono. Ci sono fior di generaloni che non sanno che le truppe alpine debbano essere reclutate in montagna! Lo abbiamo detto e ripetuto ai politici. Se poi, si offendono, facciano a meno di venire da noi . Dobbiamo fare chiarezza nel nostro ambito, dobbiamo essere convinti che, se entriamo in conflitto con le istituzioni anche locali, qualche amministrazione potrebbe renderci difficile anche fare l’Adunata.. È qui che si vede se siamo un’Associazione libera o se vogliamo far fare bella figura agli altri! Dobbiamo essere convinti che anche se abbiamo davanti tempi duri, continueremo a divertirci! L’Adunata la faremo ancora. I politici devono sapere che siamo uno zoccolo duro!
    Ricordo che quando siamo andati davanti al Senato, a Roma, a manifestare in difesa dei valori della leva, Sandro Rossi con i suoi alpini bresciani voleva andare all’altare della Patria e rendere omaggio ai Caduti. È stato diffidato dal questore! E gli alpini che camminavano venivano fermati dalla polizia, dovevano esibire i documenti, venivano interrogati . E ha esclamato: E dire che volevano rendere omaggio ai Caduti, che volevano fare una manifestazione dove la bandiera della pace era il Tricolore, altro che .(applausi). E noi allora ha concluso Parazzini dobbiamo avere il gusto di certe cose, ce le dobbiamo tenere, con certi pilastri ben fermi, sforzandoci anche di migliorare. Convinti anche che andiamo a fare una forza armata europea, un miscuglio al cui vertice ci sono dei politici che non sono d’accordo su niente e non vedono più in là dei loro interessi, almeno andiamoci con truppe alpine che siano tali: ecco qual è il nostro compito! E allora ci troviamo gusto. Quindi vi invito a essere grintosi, sempre di più, e determinati, fieri di essere alpini perché noi siamo dalla parte della ragione .