È stato un grande raduno, questo del 4º raggruppamento ad Amandola, in provincia di Fermo, nelle Marche, a dimostrazione della vitalità di Sezioni che, quanto ad entusiasmo alpino, non hanno nulla da invidiare. A solennizzarlo, la presenza del Labaro scortato dal presidente nazionale Corrado Perona, dal capo di Stato Maggiore delle Truppe alpine gen. Antonio Maggi (marchigiano), dal vice presidente nazionale Ornello Capannolo, dal consigliere nazionale Fabrizio Balleri e dal tesoriere Michele Casini. Rendeva gli onori un picchetto con la fanfara della brigata alpina Julia.
Una trentina i vessilli e una selva di gagliardetti. Malgrado la persistente pioggia del pomeriggio notevole è stata l’affluenza di partecipanti registrata fin dalla vigilia. Venerdì i pochi ma buoni convenuti al rifugio ANA di Forca di Presta hanno trascorso una allegra serata: il vice presidente Capannolo ha avuto modo di constatare i progressi dei lavori di ristrutturazione del primo stralcio ormai in dirittura di arrivo grazie anche ai prevalenti interventi operativi dei nostri alpini volontari. Argomento, questo dei lavori al rifugio, ripreso anche l’indomani con il tesoriere nazionale Casini.
Ma ritorniamo in Amandola. Gli onori al Labaro, l’alzabandiera e la deposizione di una corona al monumento ai Caduti hanno aperto il programma del sabato pomeriggio nel corso del quale c’è stato il convegno dei referenti del Centro Studi con le relazioni del consigliere Balleri, presidente della Commissione legale e immobili, e di Lavizzari, coordinatore dei servizi informatici e comunicazione. Il Centro Studi in questo momento delicato per la vita della nostra Associazione ha anche il compito di sottoporre proposte, suggerimenti, indirizzi alle Sezioni per la ricerca ed il recupero di tanti alpini non iscritti, accentuare la nostra visibilità nelle scuole, contattare i volontari in ferma breve prima della partenza per il servizio militare cosa che stiamo già facendo catalogare e disciplinare le unità museali, bibliotecarie e tanto altro.
A proposito di unità museali, l’inaugurazione della mostra permanente ha occupato la seconda metà del pomeriggio. Il Gruppo ospitante ha ben operato, riempiendo tre sale di materiali e dedicando la prima a memorie locali, foto, personaggi, carteggi ecc. a partire dal Risorgimento; la seconda alle attrezzature varie con molto materiale riguardante i muli, mentre nella terza sono stati messi in mostra assortimenti di vestiario, armi, le motivazioni delle medaglie d’Oro della Sezione ed altro ancora.
L’iniziativa è stata accolta con molto interesse da parte dei visitatori. Dopo la cena, le applaudite esibizioni del coro Castel di Treviso, dei cori alpini di Sulmona e Città di San Salvo e delle fanfare di Borbona e Città Ducale, tutte seguite da un pubblico numeroso. Il giorno dopo è iniziato con gli onori al Labaro, che ha preso posizione alla testa della sfilata. Sul palco d’onore, accanto al presidente della sezione Marche Sergio Macciò, c’erano la signora Agnese Giacomini, sorella di una delle medaglie d’Oro marchigiane, il sindaco di Amandola Giulio Saccuti e numerosi sindaci dei paesi del territorio, il presidente della istituita Provincia di Fermo, Fabrizio Cesetti, quello della Provincia di Ascoli, Piero Celani, e una nutrita rappresentanza del 235º reggimento Piceno .
Brevi le allocuzioni, a cominciare da quella del capogruppo Mercuri, sottolineata da applausi, a quella del sindaco Saccuti, che si è detto onorato per la scelta della sua cittadina come sede della manifestazione. Quindi il saluto del presidente sezionale Macciò e, a conclusione, l’intervento del presidente Perona. Si è complimentato con gli organizzatori per l’immutato spirito alpino, fatto di valori e di impegno solidale, ultimo esempio, in Abruzzo. La celebrazione della Messa ha chiuso la parte ufficiale del raduno, che è continuato con un pranzo svolto nell’allegria tipica del mondo alpino. Per il gruppo di Amandola l’organizzazione della manifestazione, d’intesa con la Sezione, è stata un duro banco di prova, superato brillantemente.
Enzo Agostini
Pubblicato sul numero di novembre 2010 de L’Alpino.