Nove anni sono lo spazio d’una generazione, un lungo periodo della vita. Ma soltanto un soffio nei ricordi ai quali è possibile guardare talvolta con amarezza, spesso con nostalgia, altre volte con orgoglio che mitiga il rimpianto dell’età che corre. Crediamo che con orgoglio possa guardare al passato, Corrado Perona. Certamente per il suo essere alpino, ancor più per i tre trienni – sembra più che un numero perfetto – durante i quali ha retto l’Associazione da presidente nazionale, caricandosi sulle spalle uno “zaino particolarmente pesante”, come definì la nomina il giorno della sua elezione, il 30 maggio 2004.
Quel giorno, disse che avrebbe voluto “togliere il punto interrogativo alla domanda: ANA, quale futuro?, e trasformare questo interrogativo in risposte propositive”. Era la domanda che da tempo veniva posta in ambito associativo dopo la decisione di sospendere il servizio di leva e l’istituzione del servizio militare volontario. Un compito che si assunse con spirito di servizio e contando sull’aiuto del Comitato di presidenza e del Consiglio nazionale. Parlò delle grandi potenzialità dell’Associazione, della ricchezza dell’apporto dei giovani iscritti, dell’attenzione che meritano le Sezioni del Centro-Sud, della necessità di essere presenti fra gli alpini all’estero e di ridefinire le regole per l’ingresso dei soci aggregati. Le parole usate più volte furono: impegno, entusiasmo, responsabilità.
C’erano diversi progetti in cantiere, alcuni solo sulla carta, altri appena avviati. Come il completamento dei lavori alla “Casa per l’Anziano” a Ripabottoni, in Molise, gravemente danneggiata dal terremoto del 2002 (un progetto avviato dall’allora presidente Beppe Parazzini); la ristrutturazione del Rifugio Contrin e dell’attiguo rifugio Reatto; la ristrutturazione del rifugio “Ai Caduti dell’Adamello”, del Soggiorno alpino di Costalovara e del rifugio “Giacomini” a Forca di Presta, nel Molise. E poi l’intervento in Mozambico, dove dieci anni prima gli alpini di leva in missione ONU si erano fatti onore e dove il CDN aveva deciso di lasciare un segno di solidarietà: il recupero di un fabbricato adibito a collegio femminile, la costruzione di un edificio per attività educative e scolastiche e infine un centro nutrizionale per bambini sottoalimentati abbinato al piccolo ospedale esistente.
Tanti impegni in sospeso, tanto da fare. Non erano tempi facili: in ottobre partì per l’Afghanistan il 1° artiglieria alpina di Fossano, a novembre fu sciolto il 16° Alpini di Belluno, a dicembre arrivarono ai coscritti le ultime cartoline precetto. Finiva un’epoca.
2007-2010: il triennio più intenso
Inizia il secondo triennio, il periodo più intenso che vede l’Associazione impegnata a tutto campo. A fine maggio iniziano i lavori per la ristrutturazione del Soggiorno alpino di Costalovara, sull’altopiano del Renon, in provincia di Bolzano. Nell’estate viene riattivato il rifugio ANA “Giacomini”, a Forca di Presta, sui monti Sibillini, grazie ai lavori finanziati anche dal CDN. È l’unico rifugio del territorio. Si conclude nel corso dell’anno l’impegnativa ristrutturazione della sede nazionale con il personale dei vari uffici, redazione de L’Alpino compresa, spostato di volta in volta per consentire l’esecuzione dei lavori sui quattro piani dell’edificio di via Marsala.
Nel novembre 2008 cade il 90° anniversario della fine della Grande Guerra: “Noi celebriamo la pace”, spiegherà Perona, che ha voluto cerimonie commemorative in tutte le Sezioni e i Gruppi analoga a quella, solenne, avvenuta a Trento con l’accensione della fiamma al tripode della tomba di Cesare Battisti.
L’anno dopo, il 6 aprile, L’Aquila e l’intero Abruzzo sono sconvolti dal terremoto che provocherà 309 vittime. Accorrono oltre novemila volontari della nostra Protezione Civile, ma non basta: viene costruito a Fossa un villaggio di 33 villette antisismiche, che saranno ammobiliate. Il villaggio, realizzato in tempi record, sarà consegnato il 14 novembre. Con il denaro avanzato dalle sottoscrizioni accanto al villaggio sarà costruita anche una chiesa. Il 2010 è l’anno in cui si concludono i lavori al rifugio Contrin e al Soggiorno alpino di Costalovara, entrambi operativi nell’estate.
2010-2013: la “Casa per Luca”, l’asilo a Cento
Il 2010 si era concluso con soddisfazione perchè i progetti erano andati tutti in porto e si erano gettate le base per costruire la “Casa per Luca”. Nel novembre 2001 Luca entra nella casa domotica costruita per lui: è accessoriata in modo da consentirgli di muoversi e vivere al meglio, pur nelle sue condizioni. È un giovane indomito ed esemplare. Recentemente è stato nominato maresciallo del ruolo d’Onore e decorato. Ma impegni di altra natura sono imminenti: a fine maggio del 2012 un terremoto devasta la Pianura Padana. Accorrono circa 6.500 volontari, la distruzione di case e fabbriche è diffusa, l’economia del territorio è a terra. Perona visita i vari cantieri, decide di lasciare un segno di speranza: viene l’idea di costruire una scuola materna. Sarà a Casumaro, nel comune di Cento: la prima pietra viene posata l’11 novembre.
Prima che finisca il 2012, a metà dicembre, Perona visita gli alpini della Taurinense in missione in Afghanistan per far sentire loro la vicinanza degli alpini in congedo: è la prima volta che un presidente nazionale va dagli alpini in zona di guerra. Ci sarebbe ancora tanto altro da riportare, perché non basta un semplice riassunto per raccontare nove anni intensi. Nel calendario di Perona, infine, ci sarà sempre la data del 3 aprile 2013. È il giorno in cui, fra gli alpini della sezione Valsesiana, si conclude un’impresa che avrebbe fatto desistere chiunque: visitare le 81 sezioni e i relativi gruppi per ascoltare le proposte sul futuro dell’Associazione, secondo l’impegno che si era assunto nove anni prima al momento della nomina a presidente nazionale.
Negli ultimi due anni ha girato per tutta l’Italia per visitare le Sezioni più lontane, senza risparmiarsi, senza lasciar trasparire stanchezza, sorretto da quell’indomito spirito alpino che in lui è al quadrato. Ha raccolto un dossier di proposte e di risposte che consegnerà al suo successore. Assieme all’esempio di dedizione, di sacrificio e di dovere che tutti gli riconoscono, con gratitudine. (g.g.b.)