2 Raggruppamento Perona: Qui ci sono le coscienze degli scarponi

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    I raduni dei raggruppamenti sono in crescita di partecipazione, di avvenimenti, di significati. La tre giorni organizzata dalla sezione Vallecamonica per la Lombardia e l’Emilia Romagna ne è un esempio. Ha avuto inizio venerdì 15 ottobre, alle 17, con gli onori resi davanti ai monumenti ai Caduti della città di Darfo Boario Terme e con la bella serata di cori nella suggestiva cornice del Parco delle prestigiose Terme, luogo di cura e benessere. In apertura il coro della sezione Vallecamonica, con un repertorio tutto alpino, ha scaldato l’atmosfera per lasciare poi spazio a quello di Val San Martino di Cisano Bergamasco che, ben strutturato con un cospicuo numero di coristi, ha riproposto canzoni care a tutte le penne nere. A chiudere la serata, il coro alpino Monte Orsaro della sezione di Parma. Con brio e fantasia ha saputo affascinare l’uditorio fino alla chiusura. A compagini riunite l’ormai canonica interpretazione di Signore delle Cime e del Trentatré .

    Finalmente una serata tutta alpina, nei protagonisti, nel folto pubblico e nelle canzoni. Nel pomeriggio di sabato 16, il Labaro scortato dal presidente Corrado Perona e da numerosi consiglieri nazionali ha fatto ingresso in un’area periferica della città per iniziare una bella sfilata attraverso il centro imbandierato e festoso fino a raggiungere i monumenti ai Caduti per la resa degli onori. La pioggia, leggera ma insistente, non ha condizionato le migliaia di alpini e il pubblico lungo il percorso come nelle migliori tradizioni scarpone. A seguire la Messa nella moderna chiesa dedicata alla Madonna degli Alpini concelebrata dal vescovo mons. Gaetano Bonicelli, generale di Corpo d’armata e dal vescovo mons. Giovanni Battista Morandini, già nunzio apostolico della Santa Sede in Ruanda, Venezuela, Mongolia, Siria.

    Nel corso del sacro rito il coro della sezione Valcamonica ha accompagnato i momenti solenni della liturgia con canti religiosi e alpini. All’omelia il presule ha avuto parole di riconoscenza per il lavoro svolto dagli alpini per le comunità, in sintonia con gli insegnamenti del vangelo. La serata è stata tutta all’insegna della migliore tradizione alpina. Nei giardini delle Terme di Boario si è esibita la fanfara di Scanzorosciate che, con una travolgente esibizione, ha attraversato tutto il repertorio alpino, di montagna e popolare. Grande successo e pubblico entusiasta. Nelle sale delle terme sono state allestite cinque interessantissime mostre fotografiche che segnano le tappe della storia degli alpini.

    Se non ci fossero stati gli alpini, per Darfo sarebbe stata una qualunque domenica mattina d’autunno. Nubi basse, pioggia fine e fitta e la gente rintanata a casa davanti al televisore. È l’alba, il paese si sta svegliando ma si intuisce che non sarà una giornata qualunque. Le tenui tinte autunnali sono ravvivate dalle centinaia di tricolori sospesi a balconi e finestre e quelli tesi da un lato all’altro delle strade, zuppi d’acqua, sventolano faticosamente.

    Sull’antico ponte in pietra il vecio Ernesto un artigliere del 5º, bello robusto poggia il cappello sul parapetto e si sporge nel tentativo di raggiungere il lembo di una bandiera arrotolata dai giochi del vento. È lì tutto solo, sotto la pioggia: è arrivato in anticipo perché deve trovarsi con un commilitone che non vede da qualche lustro. Si sa, in questi casi, l’entusiasmo per un incontro tanto atteso va poco d’accordo con il sonno.

    I primi cappelli alpini raggiungono in disordinata fila le più strette strade del Montecchio, che iniziano a gremirsi, mentre dall’altoparlante una voce declama monotona l’ordine di sfilamento. Sul piazzale antistante la sede degli alpini sono schierati i colorati gonfaloni dei Comuni della zona e i vessilli delle Sezioni ANA per rendere omaggio ai rappresentanti del Comune di Darfo, della Provincia di Brescia e della Comunità montana, al vessillo della sezione Vallecamonica scortato dal presidente sezionale Giacomo Cappellini e al Labaro dell’Associazione con il presidente Corrado Perona e i consiglieri nazionali. Il Labaro si ferma: alla sua destra e a sinistra, gli uni di fronte agli altri, sono disposti i vessilli delle Sezioni. Alzabandiera! : il presidente Perona scatta in un saluto alla tesa mentre il Tricolore viene issato, lentamente.

    Poi sarà tutto musica e festa. Gonfaloni, vessilli e penne nere dal piazzale sciamano per le viuzze. La gente di Darfo è già ai lati delle strade ad attendere le penne nere per applaudirle. C’è la famiglia che si è radunata per l’occasione sul balcone, abbellito, come nei giorni di festa, da una grande bandiera tricolore: la figlia piccola porta il cappello del nonno che non c’è più e saluta sorridente gli alpini che sfilano sulla via. Le fanfare suonano musiche popolari e alpine e accompagnano le penne nere lungo i tre chilometri e mezzo del percorso.

    Poco più in là un papà scorta il figliolo che cappello alpino in testa (comprato sulle bancarelle) e tamburo giocattolo in mano rincorre, a lato della sfilata, gli ottoni di una fanfara che lo incitano, divertiti, a tenere il ritmo. Poi ci sono due ragazzini, capitati a vedere gli alpini per caso: sono in bici e la sfilata ostruisce il passaggio. Sorridono allo spettacolo ma, dopo una breve attesa, iniziano a chiedersi insofferenti quando potranno proseguire. Ma nulla, le penne nere, i vessilli e i gagliardetti continuano a sfilare imperterriti; iniziano quindi a parlare con una signora per cercare di capire come mai sono in così tanti e cosa li obbliga ad andare in giro con il brutto tempo: Sono gli alpini! Oggi è la loro festa! . Parole semplici che risvegliano nei due giovani i ricordi, e giù a parlare del nonno che era anche lui un alpino e che in ogni famiglia della zona c’è sempre qualcuno che ha portato il cappello con la penna.

    E l’Ernesto?L’ultima volta lo si è visto bagnato e felice che sfilava accanto al suo amico e rideva e si divertiva a salutare i bambini che sventolavano la bandierina tricolore. E quando qualcuno fa notare che lo sfilamento non è fluido, che ci si continua a fermare sotto la pioggerella beh, meglio, no?! Così ci prendiamo più applausi! .

    Sul grande rettilineo nei pressi delle terme gli alpini passano davanti al Labaro con il presidente Perona che, instancabile, saluta tutti. E passano i reduci sulle campagnole, il vessillo dell’IFMS, i nuclei della Protezione civile e poi le penne nere di Bergamo, la sezione Bolognese Romagnola, Brescia, Colico, Como, Cremona, Lecco, Luino, Milano, Modena, Monza, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Emilia, Salò, Sondrio, Tirano, e Varese. Alla testa di quasi ogni Sezione sfilano, con i vertici, gli amministratori locali. Ultima passa la sezione Vallecamonica con il past president sezionale e ora consigliere nazionale Ferruccio Minelli e con l’attuale presidente Cappellini, seguiti dai numerosi Gruppi della zona. Dopo più di due ore la sfilata è finita ed è il tempo dei discorsi.

    Parlano il capogruppo di Darfo Mario Sala e il sindaco Francesco Abondio che ricordano gli alpini Caduti in Afghanistan. L’assessore allo Sport e ai Giovani della Regione Lombardia, Monica Rizzi, portando il saluto del presidente Roberto Formigoni, ringrazia gli alpini perché sapete tenere vivi in tutta la popolazione italiana i valori veri. Saluto i reduci perché con il vostro sacrificio ci avete permesso di essere uomini liberi! . Il presidente della Vallecamonica, Cappellini, ringrazia le autorità: Essere qui oggi è il più bel ringraziamento per i vostri cittadini e parla dell’impegno costante sul territorio degli oltre 5mila volontari della Pro
    tezione civile del Raggruppamento che non ha eguali.

    Il presidente nazionale Perona, come al solito parla chiaro: Siamo sotto la pioggia e sarò breve Oggi mi sono guardato attorno e ho visto i nostri veci reduci che non hanno voluto mancare e vedo anche tanti giovani sorridenti con il loro cappello alpino. È qui, in queste valli e in queste Sezioni che ci sono le coscienze degli scarponi! Ricordiamocelo e teniamo ben presente il motto che ho visto su uno striscione mai daur! , mai indietro ma sempre avanti, al servizio della nostra Terra . E indica quasi come in un abbraccio fraterno i veci reduci, tra i pochi che sono rimasti fino alla fine, sotto l’acqua, ad ascoltare le autorità. Il passaggio della stecca tra il presidente sezionale Cappellini e quello di Brescia Davide Forlani conclude il raduno. L’appuntamento è per l’anno prossimo a Palazzolo sull’Oglio, il 15 e 16 ottobre 2011.

    Pubblicato sul numero di novembre 2010 de L’Alpino.