2 Raduno della brigata alpina Cadore

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    DI DINO BRIDDA

     
    Un autentico bagno di alpinità e di italianità. È quello nel quale sono parole sue si è immerso Corrado Perona a Belluno in occasione del secondo raduno della brigata ‘Cadore’, la sua prima uscita ufficiale dopo la recente elezione al vertice dell’ANA. Sono stati tre giorni
    di autentica festa popolare culminata con la grande sfilata di domenica 6 giugno, quando quindicimila partecipanti hanno pacificamente invaso la città del Piave in una selva di tricolori.
    La sezione di Belluno, guidata da Arrigo Cadore, ha lavorato per dieci mesi con circa 350 volontari, assicurando l’ottima riuscita dell’iniziativa, la seconda dopo quella del settembre
    1999.
    Al centro culturale ‘Crepadona’ erano state allestite quattro mostre di storia, pittura, fotografia e cimeli militari che hanno suscitato vivo interesse. In un teatro cittadino è stato
    proiettato il filmato sui 44 anni della brigata. Gli ospiti, fra i quali numerosi comandanti della ‘Cadore’, sono stati ricevuti in municipio dal sindaco Ermanno De Col, mentre nella sera
    del sabato un pubblico strabocchevole ha calorosamente applaudito i cori ‘Minimo Bellunese’ e ‘Monte Dolada’, tributando un’ovazione al ricostituito coro della brigata ‘Cadore’, mentre la fanfara della ‘Cadore’, anch’essa ricostituita, ha accompagnato con le sue musiche parecchi momenti della tre giorni bellunese.
    La domenica per due ore, tra due ali di folla prodiga di applausi, hanno sfilato a migliaia i ‘veci’ della disciolta brigata che qui fu di casa dal 1953 al 1997. Con i gonfaloni della
    Provincia e dei Comuni di Belluno, Feltre, Pieve di Cadore e Conegliano, hanno sfilato una formazione in armi del 7º Alpini, i vessilli delle sezioni ANA di Belluno, Feltre e Cadore,
    rappresentanze di associazioni combattentistiche e d’arma e di varie sezioni ANA d’Italia, del Cile e del Canada. Poi la fiumana del Quartier Generale, del 7º alpini, del 6º artiglieria da montagna e di tutti gli altri reparti della brigata (comprese le salmerie con otto muli) sino ad arrivare al blocco della protezione civile. Tutti accomunati dalla grande voglia di riaffermare
    il loro senso di appartenenza ad una unità delle truppe alpine che, lo diceva uno striscione,
    è e rimane sempre nei nostri cuori . Il loro passaggio è stato accompagnato dalle infiammanti parole di Nicola Stefani, travolgente speaker che ha saputo coinvolgere il pubblico nelle tante emozioni della giornata.
    Una vita breve, una storia lunga: così è stata definita la vicenda della ‘Cadore’, un’unità delle Truppe alpine che è legata profondamente alla realtà storica delle genti della montagna
    veneta e che ha saputo guadagnarsi l’ammirazione di molti per gli innumerevoli interventi umanitari e di protezione civile svolti in passato (Vajont, alluvione 1966, terremoti di Friuli e Irpinia, ecc.). Se alla parata del 2 giugno ai Fori Imperiali gli alpini sono stati mortificati da una piccola presenza (senza il tradizionale cappello!), a Belluno, invece, tutti hanno sfilato orgogliosamente col cappello adornato della tradizionale penna nera, simbolo dell’alpinità,
    ma anche di un modo di essere e di uno stile di vita. Anche il ruolo e il futuro della nostra Associazione ne sono usciti maggiormente rafforzati.
    Non mollate! , ci hanno gridato dal pubblico. Ad oltre sette anni dal suo scioglimento la brigata Cadore ha riacceso il cuore di Belluno e si è ritagliata anche un suo futuro.