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sabato, 4 Maggio 2024

Andar per arte e storia

Piacenza, città d’arte con poco più di centomila abitanti, è nella provincia più Nord-occidentale dell’Emilia Romagna, in riva al Po, fiume che segna il confine con la Lombardia. È a 150 chilometri da Bologna, 66 da Milano e 144 da Genova. Il più recente sondaggio nazionale sulla qualità della vita delle province, quello di “Italia Oggi” del 31 dicembre 2012, assegna alla provincia di Piacenza il 34° posto, lontano dalle prime Trento e Bolzano, ma prima di Roma (61). Se volete avere informazioni turistiche, l’ufficio del Comune attrezzato per questo servizio si trova nel cortile di Palazzo Gotico (piazza Cavalli, tel. 0523/492224- 2223, quinfo@comune.piacenza.it– Apertura da lunedì a sabato 8,30-18, domenica 9,30-13,30).

Nella tana dei “Lupi”

Una porta alla fine di una ripida scalinata. Il presidente Perona la apre ed entra nella tana dei “Lupi dell’Assietta”. Nel corridoio c’è il capitano Luca Del Sole, che il giorno precedente aveva accompagnato gli alpini dell’ANA in pattuglia. Attende accanto all’enorme stemma in legno che replica le insegne della 34ª Compagnia; è stato scolpito dall’alpino Marco Selva durante la missione degli alpini di leva in Mozambico, nel 1993, ed è stato portato in Afghanistan dal Piemonte. Un abbraccio, tanti sorrisi e strette di mano. Sembra una camerata di quando eravamo a naja e, se non fosse per i nostri capelli un po’ più bianchi, dallo spirito dell’incontro si potrebbe trattare di un ritrovo tra commilitoni.

BIELLA – Concerto d’auguri, con sorpresa al Presidente

Il concerto degli auguri di fine anno aveva tutte le premesse per diventare una serata speciale: e così è stato! Un pubblico delle grandi occasioni ha occupato ogni ordine di posti del Teatro Sociale di Biella per assistere al concerto della fanfara alpina Valle Elvo ma, soprattutto, per far sentire al presidente Perona il forte abbraccio della sua Sezione a conclusione dei suoi splendidi nove anni di mandato.

LE GRANDI PARETI NORD

Tre pareti che ancora oggi conservano tutta la loro magia: negli anni Trenta la possibilità di scalarle costituiva davvero una sfida. Sono diventate il simbolo di un periodo di rapidi cambiamenti e innovazioni, contribuendo ad avviare una discussione sul significato dell’arrampicata nelle forme più estreme. Nomi e storie, molte tragiche, ne fanno un capitolo drammatico e affascinante nella storia dell’alpinismo.

Il valore del ricordo

A vederli sfilare per il centro di Brescia a centinaia, a migliaia, con i loro vessilli e gagliardetti, orgogliosi e compatti in una fila che non finiva mai, c’era da chiedersi che senso avesse tutto questo, questa ricorrenza di Nikolajewka, lontana non meno di tre generazioni, e celebrarla come se la battaglia fosse avvenuta ieri. Gli alpini sono gli unici a farlo, e a coinvolgere anche tanta gente.

VITA SPERICOLATA DI GIORGIO GRAFFER

Bellissima figura di alpinista, sciatore, asso dell’aeronautica, morì a 28 anni, nel 1940, nei cieli della Grecia, abbattuto durante un combattimento aereo. Per le sue azioni di guerra gli vennero conferite diverse medaglie, l’ultima, d’oro, al Valor Militare; per le sue scalate il suo nome rievoca ancora oggi imprese leggendarie.

Addio al ten. Marchisio, l’ultimo “Leone” del Conegliano

Il tenente Pietro Marchisio, ultimo dei "Leoni" del Gruppo Conegliano, è morto sabato 19 gennaio a Torino dove era nato il 6 novembre 1918, da genitori piemontesi. Il suo servizio militare iniziò il 13 gennaio 1940 alla Scuola Allievi Ufficiali di complemento di Artiglieria Alpina a Bra.

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