Storie vere, mai dimenticate
Come ogni mese, puntuale, mi è arrivato L’Alpino. L’ho sfogliato subito e letto dalla prima all’ultima pagina. Tutti gli argomenti trattati sono, come al solito, molto interessanti e toccanti specialmente per un alpino del 7º, battaglione Belluno, nato tra le magnifiche Dolomiti dell’Alto Bellunese, dove i fatti della grande guerra sono stati vissuti dalla popolazione in modo intenso e tragico.
UDINE – A Moggio con gli Schützen
Moggio Udinese ha accolto calorosamente gli alpini che prestarono servizio nella ex caserma Umberto Tinivella. È stato uno momento di festa e condivisione, in cui la popolazione moggese ha dimostrato gratitudine per gli aiuti prestati dalle penne nere in occasione del sisma del 6 maggio 1976.
Tutto troppo bello
Giovedì 25 febbraio, cielo color latte e aria di neve sopra Bormio. Eppure tanti gli alpini, oltre 1.200 in veste di atleti, per dare inizio alla seconda edizione delle Alpiniadi invernali firmate Ana. Una cerimonia ordinata, nello stile della gente di montagna, ha reso onore al Labaro scortato dal Presidente Favero e dal Comandante delle Truppe Alpine Federico Bonato. Tanti i vessilli e i gagliardetti che dalla piazza Quinto Alpini hanno raggiunto l’antica Torre della Bajona posta accanto al Kuerc (coperchio nel dialetto locale), simbolo di Bormio.
Patria, onore, sacrificio
Il ricordo della battaglia di Nikolajewka a Colico è stato caratterizzato dal freddo e dalla pioggia, ma i fattori climatici non hanno scoraggiato tantissime penne nere e molti cittadini e autorità che hanno voluto, con la loro presenza, sottolineare la vicinanza agli alpini. Le commemorazioni sono state celebrate con il patronato di Regione Lombardia e il patrocinio delle Province di Lecco, Como e Sondrio, oltre che quello del Comune di Colico.
Resta il nome
Tra il 26 e il 27 gennaio 1942 i resti dell’8ª Armata italiana, cui apparteneva anche il Corpo d’Armata alpino, affrontarono uno dei più cruenti e decisivi episodi della sfortunata Campagna di Russia. Dopo aver marciato per almeno 250 km i nostri soldati si trovarono a dover sfondare e superare il nodo strategico di Nikolajewka, fortemente difeso dai russi.
Fare famiglia
Egregio direttore, sono il maestro del Coro gruppo alpini di Melzo, Sezione di Milano. Ho potuto leggere solo in questi giorni il numero 11/2015 de L’Alpino e vorrei ringraziare per “Cantare ancora, cantare sempre”.
Un compagno di viaggio
Buongiorno, mi chiamo Luca Sevega, ogni mese aspetto l’arrivo de L’Alpino e non appena aperto, lascio che mi accompagni, con i suoi articoli, nelle storie e nelle cronache recenti e passate di uomini e donne che in qualche modo hanno tracciato e scritto la storia e da cui, tutti noi, dovremmo cogliere il valore dei loro gesti, delle loro lotte, ideali, sacrifici e delle tradizioni.
IMPERIA – Ai Caduti di Oliveto
In piazza Bernardo Berio ad Oliveto di Imperia è stata inaugurata, alla presenza delle massime autorità civili e militari, una lapide ai Caduti di tutte le guerre. È stata una cerimonia commovente perché sono stati i congiunti dei Caduti che hanno scoperto ufficialmente l’opera.
Bravi!
Cari amici della redazione, bella la veste grafica e come sempre eccellenti i contenuti. Bravi!
Alberto Tofful
Alpini di ieri, alpini di oggi
Scrivo per proporre una riflessione riguardo alla lettera dell’amico Edoardo Pezzutti pubblicata sul numero di novembre. Condivido la prima parte, sulla toccante cerimonia di Cargnacco, mentre la seconda parte mi lascia piuttosto perplesso.
Ingiuste accuse
Caro direttore, mi riferisco all’articolo “Pellegrinaggio a Milovice” pubblicato sul numero di gennaio 2016, articolo che ha suscitato in me stupore e disappunto per alcune omissioni che vi ho potuto riscontrare. In particolare, la descrizione dell’evento non fa alcun cenno al ruolo svolto dall’Associazione che ho l’onore di presiedere, in quanto si è limitata a segnalare che il “console Filippo Imbalzano ha scoperto una targa commemorativa…”.
La memoria che insegna
Caro direttore, mi chiamo Mario, amico degli alpini e nipote di alpino. Come ogni anno nelle festività mi trovo a visitare mia suocera a Pysarivka nei pressi di Volocysk in Ucraina centrale. Camminando in questa immensa pianura mi sono sentito a disagio, come fuori posto. Oggi ci sono 23 gradi sotto zero, e io sono qui ben coperto con cuffia e guanti.