La nostra Preghiera
Dopo aver letto molto sulla nostra Preghiera, ho avuto l’impulso di dire la mia. Ho conosciuto la Preghiera dell’alpino quando mi presentai alla Scuola Militare Alpina, il 17 gennaio 1969, quale partecipante al 22º corso Acs.
Dicono di lui…
Ciao Franco
Leggendo l’editoriale di marzo la spina che ho nel cuore punge, le lacrime scendono lungo i rivoli dell’età. Come dite voi, Franco è “andato avanti”: marito, padre, uomo e alpino esemplare.
Una mela a metà
Mi sono congedato nel lontano dicembre 1970, da Bassano del Grappa, 6º art. da montagna. Per i 10 anni successivi non avevo mai preso in considerazione la partecipazione alle Adunate, sino a quando un amico mi trascinò con lui alla mia prima di Verona.
Le porte aperte
«La giovinezza è un rimpianto di chi non l’ha più. Una speranza, per chi vede nelle nuove generazione il futuro del Paese. Ma la giovinezza è anche una malattia da cui si guarisce presto». La battuta, che non avrei più dimenticato, era di un vecchio signore, che me la ripeteva spesso quando da poco avevo cominciato a portare i pantaloni lunghi. Sapevo che mi voleva bene e questo giustificava l’ottimismo verso i giovani.
Stop ai furbetti
Domando tante volte a me stesso perché molti alpini finti portano il bel cappello da alpino. Mi perdoni signor direttore, sono nauseato di vedere questi burattini marciare a tutte le Adunate.
Vivere la guerra
Qualche tempo fa sono stato onorato della visita del nostro Presidente della Sezione di Brescia al quale ho avuto il piacere di mostrare la mia tessera di iscrizione all’Ana dal 1944. Non è un merito speciale ma io considero il tesseramento una goccia di solidarietà alpina, e con la goccia si fanno i ruscelli ecc.
Difendiamo i nostri valori
Il mondo è continuamente “in divenire” e la velocità dei cambiamenti è così rapida che non si fa tempo a metabolizzare le novità perché già superate dal nuovo che avanza.
Aprite le porte
Grandi novità quest’anno alla ventesima edizione del Cisa. Per la prima volta nella sua storia, il Convegno Itinerante della Stampa Alpina, tenutosi nei giorni del 2 e 3 aprile a Belluno, ha visto la partecipazione di noi ragazzi: Tommaso Anselmi di Treviso, Alessandro Marcomini e Nicola Vazza entrambi di Belluno ed io, chiamati a contribuire attivamente al dibattito nato attorno al tema “L’Ana e i giovani, loro speranze e attese”.
Padre Mario Picech
Sono purtroppo non alpino col cappello, ma cuore alpino, classe 1956. Grazie per lo spessore morale di tutta la rivista, sempre interessante; grazie, in particolare per il bell’articolo e testimonianza su padre Mario Picech, segno che la stirpe dei santi e dei profeti non si è smarrita, ma è presente, silenziosa e viva, in mezzo a noi.
Andrea Carlo Lanza, Mondovì
Genesi di un santo
«Cari amici, noi ci domandiamo se don Gnocchi abbia esaurito il suo servizio sacerdotale alla Chiesa ambrosiana chiudendo gli occhi all’esistenza terrena, oppure se egli lo continui in una forma che non sia soltanto quella dell’efficacia della sua opera, della nostalgia della sua persona, ma in una missione permanente per la Chiesa di Dio».
Missione Libano
Dodici alpini appartenenti alle Sezioni di Asti, Bergamo, Luino, Monza e Salò, lavorando sodo e rinunciando a trascorrere le festività pasquali con la propria famiglia, in soli dieci giorni sono riusciti a portare a termine l’impegno promesso. In stretta collaborazione con ufficiali e soldati del Cimic (Civil- Military Cooperation) e con gli alpini della Brigata Taurinense il sito storico archeologico di Qana ha davvero cambiato faccia.