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venerdì, 17 Maggio 2024

STORIA MILITARE DELL’AFGHANISTAN

«A differenza di tutte le altre guerre quelle afgane diventano serie solo nel momento in cui sono finite». Quella dell’Afghanistan è una storia di guerra. Nessuno straniero è stato in grado di conquistarlo, nessun esercito, anche il più moderno, è riuscito ad avere la meglio sui guerrieri afgani. Nemici esterni, ma soprattutto guerre civili e rivolte hanno segnato la storia di questo Paese nel corso dei secoli minandone la struttura sociale ed economica e relegandolo tra i più poveri del mondo. Dopo l’11 settembre 2001 e l’attentato terroristico alle Twin Towers di New York, l’Afghanistan è tornato al centro della storia. Ed è stata nuovamente la guerra. Questa volta condotta dall’America, attraverso l’operazione Enduring Freedom alla quale si è aggiunta un’altra missione, l’International Security Assistance Force (Isaf), sostenuta da decine di nazioni con uomini, strumenti e mezzi.

DEL MIO LUNGO SILENZIO

L’autore racconta la Grande Guerra attraverso le parole dei protagonisti, in maggioranza bresciani, con documenti inediti e sorprendenti, spesso frutto di una lunga ricerca. A confronto, il punto di vista di due classi sociali e culturali lontane, ma fianco a fianco nella vita di trincea: i contadini dediti al duro lavoro nei campi e quasi tutti neutralisti, e gli intellettuali (studenti e professionisti) di cui molti interventisti. L’insieme dei documenti diventa un racconto coinvolgente, che l’autore commenta senza esprimere giudizi.

LE CURIOSITÀ DELLA GRANDE GUERRA

Un vademecum di dati statistici, curiosità, aneddoti, biografie, ricostruzioni di alcuni combattimenti. E di donne in guerra. La lettura di questo volumetto, agile e senza fronzoli, aiuta a capire le caratteristiche e le dimensioni del conflitto, senza utilizzare luoghi comuni e senza pregiudizi. Molto utile l’indice per argomenti che apre il libro.

DUE E UN OTTOMILA

Messner parte insieme ad Habeler per il Karakorum: l’obiettivo è l’Hidden Peak (8.066 m). Vuole dimostrare che una cordata a due è molto più veloce e votata al successo che non una spedizione “pesante”, complicata dal punto di vista della logistica e assai costosa. Il libro contiene inoltre la storia alpinistica del Gasherbrum, uno sguardo retrospettivo che secondo Messner è un atto dovuto: chiunque voglia approcciarsi alle vette deve conoscere la strada percorsa dai suoi predecessori.

GIULIO OSTILIO LAVERDA IL TENENTE BUONO 1914-1941

La storia di due fratelli ufficiali negli alpini: entrambi combattenti sul fronte greco-albanese. Uno dei due non fece ritorno. “Giulio Ostilio Laverda - Il tenente buono” presenta la figura di Giulio Laverda, comandante della 16ª compagnia del btg. Cividale, morto nel dicembre 1941 a causa delle ferite e della malattia contratte durante le prime fasi del conflitto e decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Alcune pagine sono dedicate alla storia del btg. Cividale.

LA GRANDE GUERRA

Il libro, nella parte iniziale, tratta il fronte macedone e i suoi campi di battaglia poco conosciuti. Nella seconda parte, intitolata “L’ultimo atto del grande Conflitto”, ripercorre le azioni di guerra vissute dalle nostre truppe dopo Caporetto. La Grande Guerra è conosciuta soprattutto per le battaglie del fronte isontino, ma qui si parla anche di fatti e personaggi in lidi più lontani, al di là dell’Adriatico, in terra di Macedonia. I fatti d’arme sono intercalati dai colloqui di due personaggi. Pagg. 114 - euro 14.

Il libro “Zona Carnia-Cuckla Rombon-Monte Nero” ripercorre e sviluppa avvenimenti che talvolta troviamo descritti in termini non aderenti alla realtà storica, rendendo finalmente giustizia ai combattenti che si sacrificarono in Carnia e Slovenia. Nella prima parte si parla di un fatto avvenuto sul fronte carnico nel 1915 e l’indagine prosegue con i fatti di guerra del Monte Nero e la disfatta di Caporetto, contemplando gli atti del conflitto armato per la conquista del Cukla-Rombon in Slovenia e del ripiegamento per la Stretta di Saga. Pagg. 223 – euro 18.

IL GRUPPO ALPINI VIGGIÙ-CLIVIO

Attraverso documenti e foto d’archivio, il libro racconta la storia della gente dei due paesi che combatté sotto diverse divise: napoleoniche, austriache, garibaldine e italiane, nelle file dei cospiratori e dei partigiani, sulle barricate e nelle trincee, nella sabbia e nel fango, nel ghiaccio e nella neve, in cielo e in mare. Di ciascuno di loro, oltre a nome e cognome, sono ricordati i sacrifici e le paure che affrontarono, lontani dalle famiglie, rimaste in trepidante attesa. Una testimonianza preziosa perché riporta una fitta corrispondenza, gelosamente conservata e riportata alla luce solo di recente.

GIORGIO LAVERDA – DIARIO D’ALBANIA 1940-1942

“Giorgio Laverda diario d’Albania” riporta integralmente il diario di guerra tenuto dal ten. Giorgio Laverda del 5º reggimento artiglieria alpina, gruppo Belluno, divisione Pusteria. È arricchito con lettere dal fronte. Entrambi contengono bellissime foto d’epoca, alcune inedite.

L’INVOLONTARIO DI GUERRA

Leo Torrero nacque a Torino nel 1893. Ufficiale nella Grande Guerra, intraprese poi la carriera di pubblicista e fu giornalista per “Il Brennero” di Trento. Scrisse una storia sull’irredentismo trentino, anche se le sue opere più famose furono i volumi di novelle umoristiche. Nel libro “L’involontario di guerra” questa sua capacità di far sorridere persino davanti a fatti tragici come la guerra, risulta essere elemento vincente. Sono numerosi e in continua produzione, i volumi che raccontano e analizzano la Grande Guerra, le battaglie, le drammatiche vicende umane. Pochissimi, invece, i libri che hanno utilizzato l’umorismo - che spesso, nelle vicende umane, si annida tra le pieghe del dramma - come insolita chiave di lettura.

QUANDO AVEVO UNA VENTINA D’ANNI

I diari di 8 alpini che hanno servito la Patria durante le guerre del secolo scorso riportati nella loro genuinità: frasi incomplete, altre piene di rancore e sofferenza, altre piene di speranza, del desiderio di ritornare a casa, agli affetti, aneddoti, alcuni divertenti. Tra i racconti si trova anche quello di un giovane alpino che ha servito dal 1943 al 1945 nella Rsi. Il tutto è corredato da foto d’epoca e da curiose carte topografiche vergate a mano.

In breve – aprile 2015

Notizie in breve.

LE PRIME ALBE DEL MONDO

È un viaggio che chiunque può intraprendere, seduto sulla poltrona di casa. Marco Albino Ferrari, uomo essenziale e attento, conduce il lettore lungo un percorso introspettivo: da un lato i personaggi dell’alpinismo classico, Walter Bonatti, Giusto Gervasutti, Ninì Pietrasanta con Gabriele Boccalatte, Bill Tilman, plasmati dalla maestra muta e silenziosa, dall’altro loro: guglie aguzze che puntano il cielo, enormi ciclopi di ghiaccio, cime ai più sconosciute che raccontano storie inattese, intriganti. Ferrari svela senza lirismi, ma con lucida e razionale sensibilità, l’antica affinità elettiva tra uomo e natura. Sono questi gli elementi protagonisti che si incontrano in un lungo, muto colloquio fino a fondersi nella storia personale dell’autore che sognava di montagne e di esplorazioni già dai tempi della scuola.

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