Amor di Patria
Leggo sugli ultimi numeri del nostro mensile la storia di italiani che sebbene all’estero decisero di venire in Italia e combattere per la Patria. Posso dire che anche mio nonno fece una cosa simile, era a Vienna con altri due fratelli a vendere dolciumi e gelati, ma allo scoppio della Grande Guerra disse ai fratelli che sarebbe tornato a casa per combattere anche se era troppo vecchio e aveva già 5 figli, il sesto sarebbe arrivato in quell’anno.
Padre Mario Picech
Sono purtroppo non alpino col cappello, ma cuore alpino, classe 1956. Grazie per lo spessore morale di tutta la rivista, sempre interessante; grazie, in particolare per il bell’articolo e testimonianza su padre Mario Picech, segno che la stirpe dei santi e dei profeti non si è smarrita, ma è presente, silenziosa e viva, in mezzo a noi.
Andrea Carlo Lanza, Mondovì
Il cerimoniale dell’Ana
L’Alpino piace
Difendere la Patria
L’art. 52 della nostra Costituzione afferma che “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. E la Patria si difende non solo ma certamente anche con le armi, che sono dunque uno strumento per adempiere quel dovere che la carta costituzionale definisce “sacro”.
Viareggio: sfratto per gli alpini e i marinai
Dall’articolo di fondo del direttore Belpietro, apparso sul quotidiano “Libero” del 21 febbraio scorso: “A Viareggio, il sindaco del Pd ha sfrattato le associazioni dei marinai e degli alpini, per fare posto agli extracomunitari.
Per chi ha bisogno
È stata lanciata a L’Aquila, dopo la meravigliosa Adunata nazionale del maggio 2015, l’iniziativa ecclesiale di supporto alla meritoria campagna benefica internazionale di raccolta di occhiali usati, per permetterne il “riciclaggio” (a seguito di apposita opera manutentiva e di selezione) ed il successivo invio dei materiali raccolti e trattati a persone poco abbienti in Paesi esteri.
Orgoglio alpino
Buongiorno, sono un giovane amico degli alpini, figlio di un alpino e cresciuto in una famiglia a pane e alpini. Con questa e-mail voglio solo far conoscere una mia delusione che mi farà prendere di sicuro la decisione di togliermi dal gruppo amici alpini del paese dopo dieci anni.
Aperti alle emozioni
Con te si può anche discutere, persino polemizzare, ma resta indiscutibile la tua capacità espressiva. L’editoriale “Perché ci vogliono bene” mi fa del bene, come gli articoli che seguono, aprendomi gli occhi sul valore delle emozioni umane, delle passioni, quando si accompagnano adeguatamente alle pur necessarie ragioni dell’intelletto.
Radici cristiane
Per il tuo editoriale mi verrebbe da titolare: prendere per mano il lettore conducendolo fra scienza e spiritualità come salutare ritorno a tempi trascorsi, ma non finiti. Erano i tempi in cui il prete era il naturale approdo per risolvere tanti problemi della mente.
I fucilati di Cercivento
Ho letto dei fatti che mi hanno colpito e che riguardano le fucilazioni dei soldati che si rifiutavano di combattere. Fra questi figurano quattro alpini del btg. Monte Avernis, 109ª compagnia: alp. Ortis Gaetano Silvio di Naunina, alp. Matiz Basilio di Timau, alp. Cordazzi Giovanni Battista da Forni di Sopra, alp. Massaro Angelo Primo da Maniago, fucilati ingiustamente il 1º luglio 1916 davanti al muretto del cimitero di Cercivento (Udine), colpevoli d’aver suggerito una via alternativa (cosa che avvenne dopo la loro fucilazione) al progettato primo d’attacco alla cima orientale del Cellon per sorprendere gli austriaci.
Senza titoli, eppure uomini di valore
Come direbbe Camilleri, sono un ottantino che da un anno ha deciso di chiudere bottega e, nel limite delle proprie condizioni fisiche, dedicarsi a tutto ciò che la corsa a perdifiato della vita non gli ha permesso. Finalmente il telefono tace e trovo anche il tempo di seguire alcuni programmi televisivi.