Ieri stavo mangiando in una trattoria e mi è capitata in mano la vostra rivista L’Alpino dedicata alla sfilata di Piacenza. Ho fatto l’alpino anch’io, prima ad Aosta e poi da sottoufficiale al 7° reggimento Alpini di Belluno come esploratore. Ma non ho mai partecipato ad una sfilata, nemmeno quando è stata qui da noi a Bassano del Grappa.
Ho comunque molto rispetto di questa manifestazione, perché gli ex alpini sono davvero grandiosi nel servizio civile. Il motivo perché mi è venuta voglia di scriverle è questo. Io sono nato sul Grappa. Vi ho abitato con la mia famiglia estate e inverno fino a 11 anni. Poi abbiamo cominciato a fare la transumanza con le mucche. E passavamo tre mesi all’anno in pianura. La piccola valle dove abbiamo tuttora la casa si chiama Val delle Saline e si trova chiusa da due dei più famosi colli che ricordano prima la battaglia d’arresto e poi le altre battaglie. Questi sono il Monte Asolone e il Col della Berretta. Sono cresciuto a polenta e latte e reperti bellici. In breve, io scrivo poesie e ne ho scritto una decina su quei fatti e su quei luoghi. Due in particolare fanno accenno agli alpini. Gliele allego. Cordiali saluti e scusi il disturbo.
Sergio Giovanni Mocellin
Caro Sergio, facendo una deroga al principio di non pubblicare poesie, riporto qui di seguito una tua composizione. Ciò che mi ha colpito, in questa rievocazione della memoria, è l’aver accomunato alpini e “nemici”. La morte nella sua crudezza è lì a ricordarci che, davanti ad essa, siamo davvero tutti uguali e fratelli. P.s.: Quand’è che cominci a partecipare alla vita attiva dell’ANA?
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Sono andato sui monti del Grappa/ nel ricordo di chi ha combattuto/ ogni fiore un alpino caduto/ ogni fiore un soldato nemico:/ l’uno e l’altro mandati a morir.
Sono andato sul monte Asolone/ tante volte conteso e assalito/ ogni sparo un alpino colpito/ ogni sparo un soldato nemico:/ morti assieme ignorando perché.
Sono andato sul colle Berretta/ quanti assalti in aperto terreno, ogni metro un alpino di meno/ ogni metro un soldato nemico:/ dai comandi costretti a obbedir.
Sono andato sul colle Caprile/ tutto intorno dal fuoco sconvolto,/ ogni zolla un alpino sepolto,ogni zolla un soldato nemico:/ qui rimasti per sempre a dormir.
Sono andato al Sacrario del Grappa/ e ho invocato per tutti la pace, una tomba all’ alpino che giace,/ una tomba al soldato nemico: questo è il premio a chi è andato a morir.