Sacrari e Onorcaduti

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    Le scrivo in merito all’articolo su L’Alpino di giugno dal titolo “Sacrari, un accordo con Onorcaduti”. I nostri monumenti ai Caduti, sia quelli nazionali che dei nostri Comuni, sono una parte integrante della nostra storia, noi come cittadini e come alpini, d’accordo col nostro sindaco, diamo un aiuto alla manutenzione ordinaria, ma non ci sostituiamo al Comune.

    Premesso questo le notizie che ci giungono dai sacrari militari del Grappa, del Montello e altri solo per fare qualche nome, ci fanno pensare a un lento ma inesorabile ritiro del personale militare addetto alla custodia, alla manutenzione ordinaria, all’accompagnamento alla visita dei sacrari. Questa situazione, oltre a preoccuparci ci fa anche arrabbiare. Come è possibile che lo Stato italiano si permetta di trascurare i sacrari militari? Come si permette di oltraggiare con questo comportamento la nostra memoria storica?

    Quale esempio diamo alle nuove generazioni? I sacrari militari delle altre nazioni francesi, inglesi, americani, sloveni, austriaci e altri sono curati da personale della loro nazione, non da volontari. Alcuni anni fa ci era stato chiesto di pronunciarsi in merito a questo tema, e la risposta fu netta: l’ANA non può sostituirsi allo Stato. Adesso ci troviamo con questo accordo dove l’ANA si impegna a fornire la propria collaborazione gratuita per integrare i servizi di custodia, pulizia e manutenzione ordinaria e di apertura al pubblico.

    Quindi secondo l’accordo i volontari che parteciperanno sostituiranno il personale di Onorcaduti. Cosa si intende per “gratuita”, che i volontari si dovranno pagare di tasca propria le spese del carburante, dei pranzi, del pernottamento, dell’assicurazione civile e penale? Nell’esprimere la nostra netta contrarietà a tale accordo voglio aggiungere anche che come associazione d’arma l’ANA non e l’unica ma che ce ne sono molte altre associazioni d’arma, come e cosa ne pensa l’Assoarma in merito a questa situazione?

    Il capogruppo Giorgio Baggio

    L’accordo, caro Baggio, è molto chiaro: “Integrare, ove necessario, i servizi di custodia, pulizia, manutenzione…”. Non si tratta di sostituire, appunto, ma di integrare. Trovo che ci sia almeno un aspetto positivo in questa scelta, ed è il fatto che gli alpini sono chiamati a tener vivo lo spirito per cui sono sorti i sacrari e i monumenti ai Caduti… Fu all’inizio degli anni ’20 del secolo scorso che gli alpini vollero ricordare, non solo chi era morto, ma gli ideali per cui erano morti. Trovo che collaborare, in tempi di vacche magre economiche ma anche di vuoto morale, sia quanto mai pedagogico per rinnovare la memoria di quegli ideali.