Il saluto al 2° Alpini in partenza per l’Afghanistan

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    Manuel (Fiorito), Giuseppe (Orlando), Giorgio (Langella), Vincenzo (Cardella) del 2º reggimento Alpini sono lì con loro, inappuntabilmente allineati, pronti a partire per l’Afghanistan. E non è la prima volta. I loro commilitoni lo sanno, li sentono, li vedono

    Nell’aria, in una mattina piovigginosa, una serena e misurata tensione fa apprezzare ancor più quella loro giovanile vigoria che intenerisce più che preoccupare. Da una finestra della caserma Montegrappa di Torino, il cui nome evoca la sacralità di un luogo che rappresenta una delle colonne fondanti della nostra crescita civile, il comandante delle Truppe alpine generale Novelli, orgoglioso e compiaciuto, osserva, non visto, il dispiegamento del 2º reggimento, fanfara della brigata Taurinense in testa.

    Il generale Bonato, comandante della brigata, un gigante d’origine bresciana, si muove sorridente, rispondendo ai messaggi augurali che numerosi e qualificati ospiti gli rivolgono. Gli alpini si schierano, in attesa della Bandiera di guerra del reggimento. Un silenzio irreale si diffonde dopo il canto, liberatore, dell’Inno di Mameli. Con i Gonfaloni del comune di Cuneo e di Torino, il nostro Labaro è presente, scortato dal vice presidente nazionale Alessandro Rossi e dai consiglieri Alfredo Nebiolo, Giancarlo Sosello e Luigi Sala, l’alfiere è Angelo Bersini. Il vice presidente Rossi, rivolge agli alpini del 2º il saluto dell’A.N.A.

    Nel ricordare il motto del reggimento Vigilantes , afferma che esso rappresenta in modo essenziale le attuali necessità e gli scopi per i quali siete chiamati ad operare nel teatro di Kabul: soprattutto attenti, certamente prudenti, ma altresì premurosi ed operosi verso quelle popolazioni che chiedono il rispetto per la loro cultura, la continuità delle loro tradizioni, l’amorevole considerazione per il loro futuro .

    Dichiarandosi certo che ogni cittadino consapevole custode di questa nostra e vostra grande Patria che vi ammira e vi apprezza per ciò che siete e rappresentate, vi segue con la mente e con il cuore , rammenta che nella Patria appunto sono compresi le vostre case, i vostri campi, i vostri campanili, il vostro dialetto, i vostri costumi e, con una speciale indelebile presenza, l’immagine dei vostri affetti più cari . Rossi invita infine i circa 700 alpini (fra cui non mancano le alpine) a pensare all’interminabile e palpitante schiera di persone che al vostro rientro, vi stringerà forte poiché impersonate la migliore gioventù di ogni tempo: gli Alpini d’Italia degni delle glorie dei nostri avi !

    La suggestiva quanto semplice cerimonia si conclude con accorate, paterne raccomandazioni del generale Novelli e con il saluto del sindaco di Cuneo e del sindaco di Torino, che augurano un buon ritorno a casa. (r.)