Non toccate la nostra preghiera

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    Non è la prima volta che leggo su L’Alpino la proposta di togliere dalla nostra preghiera la frase rendi forti le nostre armi . Credo sia giusto lasciarla così. È una preghiera che ricorda i sacrifici di tanti battaglioni alpini. Nel 1952, Caserma D’Angelo di Belluno, il cappellano che officiava la S. Messa, in modo solenne recitava quella preghiera e quella è rimasta nella memoria. Ancora oggi, in occasione di raduni alpini, la recito senza leggerla, a distanza di tanti anni.

    Consilvio Defonso Chieti

    L’Alpino ha sempre difeso la preghiera originale, accettando tuttavia quella che talvolta, nelle cerimonie organizzate dai reparti armati, viene recitata dal cappellano (epurata dall’Ordinariato). Per il resto ci sono le ragioni del cuore e quelle della ragione. Non sempre coincidono. Ma sono sicuro che il buon Dio riesce a metterle assieme senza le nostre complicazioni.