L'ANA e gli alpini in armi

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    Negli ultimi numeri de L’Alpino ho notato un riavvicinamento e una ritrovata reciproca stima tra le Istituzioni che rappresentano gli alpini in congedo e quelli in armi. Artefici di questa rinsaldata collaborazione sono due personalità di alto prestigio, grande intelligenza ed elevata alpinità: il presidente dell’ANA Corrado Perona e il comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Armando Novelli. Dopo anni di rapporti un po’ freddi, forse dovuti ad una qualche incomprensione tra le due Istituzioni, questo nuovo ritrovato apprezzamento non può che fare piacere.

    Luca Binda Gruppo Bogno di Besozzo

    Gli alpini in congedo e quelli in armi sono sempre stati vicini, anche nei momenti difficili dell’abolizione della leva. Dissensi e incomprensioni, uso un eufemismo, con esponenti politici e con qualche responsabile dello Stato Maggiore ci sono stati. Mai abbiamo avuto però esitazioni nel considerare gli alpini in armi nostri fratelli e siamo stati ricambiati da stima e simpatia. Il disappunto sul brusco passaggio al professionismo aveva le sue ragioni, che potevano essere valutate con minor sufficienza dai nostri interlocutori. Ora anche con le massime autorità militari c’è un rapporto di comprensione e un leale confronto. Aiutano a farci sentire una sola famiglia. L’avvio di questo riavvicinamento è da attribuire alla sensibilità del gen. C.A. Bruno Iob, cui ha fatto seguito la forte azione del gen. C. A. Ivan Felice Resce, che hanno stabilito con Corrado Perona un rapporto franco e collaborativo, mai interrotto grazie all’intelligenza e alla signorilità del gen. C. A. Armando Novelli.