Nel numero 11 de L’Alpino 2009 viene illustrato e chiarito ogni particolare sull’esposizione della bandiera. La realtà è molto lontana dalle regole citate. L’esposizione della bandiera ridotta a stracci lerci, a malapena identificabili, sopra gli ingressi degli edifici pubblici, soprattutto scuole, non educa e non forma i futuri cittadini. Accettare questo come fosse una normalità, costituisce di per sé una vergogna. Basterebbero pochi euro per mandare in lavanderia quelle bandiere. Non si tratta di insensibilità dei dirigenti, ma di vera e propria omissione di atti d’ufficio.
Gianfranco Bezzi
Difficile darti torto. Ma il problema non sta nei pochi euro o nell’omissione di atti d’ufficio. La trascuratezza per i simboli in generale e quello nazionale in particolare, ha radici più profonde. E questo fa male. C’è uno sbandamento di idealità per cui si scivola verso la sciatteria o il calcolo, e la bandiera diventa un optional, se non una fastidiosa incombenza.
Pubblicato sul numero di giugno 2010 de L’Alpino.