Le fanfare delle cinque brigate hanno dato spettacolo

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    È stato uno spettacolo unico e indimenticabile quello delle cinque fanfare dei congedati delle brigate alpine Julia, Taurinense, Orobica, Tridentina e Cadore schierate sul palco del controviale di Viareggio, sullo sfondo del mare all’ora del tramonto. La nutrita serie di sedie preparata dai bravi alpini del gruppo guidato dal dinamico Paolo Benedetti si è dimostrata ben presto insufficiente con largo anticipo sull’inizio del concerto. Molti si sono dovuti accontentare di prendere posizione tutt’intorno.

    L’alzabandiera e l’Inno nazionale suonato dalle fanfare e cantato dal pubblico è stato un momento forte e commovente. Il generale Cesare Di Dato, che con il vice presidente della fanfara Cadore Alfredo Conti ha ideato e organizzato la rassegna giunta ormai alla terza edizione grazie all’indispensabile sostegno deciso dal Consiglio Nazionale ha quindi presentato il concerto e letto, di volta in volta una breve storia della singola brigata alpina. Spettatori d’eccezione, Nelson Cenci e Carlo Vicentini. Poi l’atteso concerto, con i brani, come per tutta la serata, presentati di volta in volta da Lucetta Rossetto e da Francesco Brighenti. La prima a salire sul palco è stata la fanfara della Julia, diretta dal maestro maresciallo Giuseppe Costa.

    Applauditissimi i brani, iniziati con Sul ponte di Bassano e passati attraverso Addio, mia bella addio e il Va pensiero sono approdati a Oh ce biel cjiscjel a Udin e infine, in crescendo E l’allegrie la vien dai zòveni . Spettacolo nello spettacolo è stato quello dalla fanfara Cadore, con il maestro Domenico Vello, che dirigeva cantando e ballando suscitando un tifo da stadio. Ultimo brano in chiave seria: il Signore delle Cime era chiaramente dedicato ai quattro alpini Caduti il giorno stesso in Afghanistan.

    La fanfara Tridentina, diretta dal maresciallo Donato Tempesta, ha dato uno splendido saggio di armonia. Fra i brani il classico e solenne La Montanara . L’Orobica, diretta dal maestro Antonio Cotter, ha suonato brani di particolare spessore anche grazie al registro grave dei tromboni. Infine la Taurinense, del maestro Massimo Ghirardello, ha suonato l’orgoglio alpino concludendo la celebre Marcia dei coscritti che è un inno per gli alpini piemontesi. Mancava poco a mezzanotte quando il concerto è finito. Nonostante un vento gelido che spirava di traverso, non uno degli spettatori ha abbandonato piazza Mazzini prima della fine del concerto. Poteva esserci successo maggiore di questa straordinaria performance?

    Abbinata al raduno delle fanfare c’era anche l’adunata della sezione Luca Pisa Livorno, presenti i consiglieri nazionali Fabrizio Balleri (già presidente della Sezione nonché attuale presidente della Commissione legale ANA) e Mauro Gatti, e poi il vice presidente vicario della Sezione Domenico Bertolini con i due vice presidenti Rossi e Andreuccetti. È cominciato tutto con l’arrivo della fanfara della Cadore e la donazione ufficiale di un monumento a forma di cappello alpino da parte degli alpini di Solagna (Vicenza) a quelli di Viareggio e da questi donato al Comune. Il capogruppo di Solagna ha letto una lettera del sindaco della cittadina, poi, con Paolo Benedetti e l’assessore di Viareggio Vittorio Fantoni ha scoperto il monumento.

    Un piccolo intermezzo è stato dato da Antonio, un alpino della sezione Abruzzi, che ha ringraziato gli alpini del gruppo di Viareggio perché sono stati fra i primi ad accorrere in aiuto dei terremotati, e non lo dimenticheremo . Domenica mattina, ammassamento in piazza Mazzini con i vessilli di Massa Carrara, Firenze, Roma, Modena, Parma, Vercelli, Cuneo, Torino, Bergamo e Udine, alzabandiera e quindi sfilata, imponente, con in testa le cinque fanfare lungo viale Regina Margherita fino in piazza Garibaldi, al monumento ai Caduti. Dopo la deposizione di una corona da parte dei consiglieri nazionali Balleri e Gatti, del sindaco Luca Lunardini e il colonnello Marco Fronti, della brigata Taurinense, la cui presenza alla due giorni viareggina è stata particolarmente gradita. Dopo la Messa celebrata da fra’ Matteo, ha preso la parola il sindaco Luca Lunardini. La città è orgogliosa di ospitare questo raduno ha detto il sindaco consapevole del vostro spirito, delle vostre tradizioni.

    Un alpino ha continuato è sempre in servizio . Ed ha avuto parole di grande partecipazione per la morte in Afghanistan dei quattro alpini. Discorso ripreso poco dopo dal consigliere nazionale Balleri, che dopo aver espresso soddisfazione per la riuscita del raduno ha ricordato la difficile missione dei nostri alpini e degli altri nostri militari in Afghanistan ed ha commemorato Gianmarco, Francesco, Sebastiano e Marco, i quattro alpini del 7º Caduti nell’agguato . Balleri ha quindi consegnato ai maestri delle cinque fanfare il gagliardetto del Consiglio Direttivo Nazionale.

    Poi la cerimonia si è sciolta. Le fanfare hanno ripercorso le vie della città, improvvisando concerti e dandosi appuntamento a Verona, fra due anni. Un piccolo particolare che dimostra la grande fraternità della penna : i musicanti delle cinque fanfare sono stati ospitati dagli alpini dei gruppi di Viareggio, Porcari, Massarosa e Pozzi, mentre a cura del gruppo di Viareggio con cuoco affiancato da diverse mogli di alpini, moglie del capogruppo compresa, arruolate per la circostanza e dimostratesi all’altezza della situazione sono stati serviti la cena di sabato e il pranzo della domenica a centinaia di ospiti, fra canti e suoni. Succede, con gli alpini. (g.g.b.)

    Pubblicato sul numero di novembre 2010 de L’Alpino.