«Sappiate essere Uno»

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    La cerimonia eucaristica è il momento più intimo dell’Adunata, che interrompe per un’ora il frastuono della festa e concentra l’attenzione sui valori alpini, sul silenzio, sulla memoria dei Caduti. Intensa la cerimonia, accompagnata dalla Corale del Duomo di Montebelluna, nel Tempio di San Nicolò le cui navate trecentesche sono state riempite da duemila penne nere, tante altre hanno seguito la cerimonia all’esterno, sul maxi schermo allestito per l’occasione. 

     

    L’ingresso del Labaro dell’Ana è stato accolto da centinaia di vessilli e gagliardetti, scortato dal Presidente nazionale Sebastiano Favero e dal comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Federico Bonato. Erano tantissime le autorità militari e civili presenti con il sindaco di Treviso Giovanni Manildo in prima fila (numerose le fasce tricolori) e il Capo di Stato Maggiore della Difesa gen. Claudio Graziano.

    «Siamo felici di avere nella nostra città gli alpini, figure amiche e familiari, sempre disponibili a rendere servizio nelle situazioni di bisogno» ha detto il vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin, sottolineando la valenza speciale di questa Adunata del Piave, il fiume sacro alla Patria, su un territorio dove tanti giovani diedero la vita, tante famiglie subirono l’occupazione e il profugato.

    Gli alpini hanno combattuto durante la Grande Guerra ma il loro valore sta anche nell’impegno attuale, in difesa della vita, ciascuna vita umana con la sua dignità, come ha sottolineato l’Ordinario Militare per l’Italia Santo Marcianò che ha presieduto la Messa insieme a decine di sacerdoti, molti dei quali con il cappello alpino.

    «L’Adunata è una importante occasione di ritrovo e di memoria, durante la quale rivitalizzare le radici e da esse trarre motivo per costruire un futuro di pace» ha detto Marcianò. Per operare in modo efficace bisogna essere uniti e gli alpini lo sanno bene. «Sappiate essere Uno, siate orgogliosi della vostra storia, costruite sentieri di pace, siate sempre attenti agli ultimi», è l’esortazione dell’Ordinario Militare che ha unito presente e passato con un unico filo rosso.

    L’esempio di ciò che significa la continuità dei valori stava in chiesa dove a pochi metri di distanza c’erano la signora Imelda Reginato, con al petto appuntata la Medaglia d’Oro al Valor Militare ricevuta dal marito Enrico reduce di Russia che decora il vessillo della Sezione di Treviso e il giovane sergente maggiore Andrea Adorno Medaglia d’Oro al Valor Militare nella missione in Afghanistan. Passato e presente delle penne nere che, ha concluso Marcianò «sanno commuovere l’Italia».

    l.s.