Sono demoralizzato e incazzatissimo con lo stato italiano per aver inquinato anche gli alpini. Non si può non notare che di alpino hanno ben poco. L’alpino è espressione di un ben preciso territorio, è l’anima di un popolo, è l’espressione di un ben preciso tessuto sociale. Non tiratemi in ballo la bandiera perché non ci crede nessuno. Il reclutamento deve essere fatto nelle nostre valli, nelle nostre città, fra la nostra gente. E qui entrate in ballo voi che supini al volere italico non fate assolutamente nulla per far sì che questo avvenga. Ascoltate il popolo alpino, non i soliti utilidioti che si stracciano le vesti a difesa di ciò che non esiste!
Ernesto Allodi Caposquadra assaltatore alpino
Mi aspetto che il direttore de L’Alpino pubblichi su uno dei prossimi numeri del nostro periodico la definizione datami dell’esercito del Nord: è una bestemmia. A impedirlo: il presidente, che è anche il tuo editore?Il comitato di redazione? La comprensibile prudenza di non urtare la suscettibilità dei soci, in maggioranza di orientamento politico favorevole all’esercito del Nord?Sbaglio?
Vincenzo Potena San Giorgio a Cremano
Non mi sento supino a nessun volere e non sono soggetto a censure di qualsiasi sorta. Posso provare ammirazione per Masaniello, ma le simpatie vanno alla concretezza alpina che i muscoli li usa quando servono, non li esibisce. La linea di dissenso dell’ANA sull’abolizione della leva è stata forte e coerente con la tradizione storica del servizio militare. Ora, per scelta del parlamento e per esigenze operative, abbiamo i volontari. Due brigate sono alpine. L’esercito è italiano, le bandiere di guerra dei reggimenti sono tricolori e il giuramento di tutti è alla Repubblica Italiana. Indiscussa la professionalità e i meritati riconoscimenti nei teatri di guerra. Ci sentiamo vicini ai nostri militari che pagano anche con la vita l’impegno di tenere alto il prestigio dell’Italia. È di questi giorni l’agguato di Herat con 2 caduti: Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio; e 2 feriti: Gianfranco Scirè e Cristina Buonacucina. Il reclutamento alpino è una prerogativa delle regioni del Nord e dell’Abruzzo, ma senza pregiudiziali populiste. Grazie al prezioso e concreto lavoro di alpini in servizio, in primis il gen. D. Cravarezza, ed in congedo si sta riportando in equilibrio il reclutamento. Non strumentalizziamo quindi la storia e il valore alpino per cavalcare velleità di campanile. Sui soliti utilidioti ci andrei piano. Tutti li credono dall’altra parte. Non è così.
Pubblicato sul numero di giugno 2010 de L’Alpino.