VALTELLINESE – Il sacrificio a Warwarowka

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    Morbegno ha rinnovato il voto di quanti ebbero il destino di poter tornare a baita dal fronte russo nel 1943. La memoria del sacrificio a Warwarowka del battaglione che porta il nome della città del Bitto si perpetua ogni anno al Tempietto, sul Dosso della Lümàga; illuminato osservatorio sul capoluogo della bassa Valtellina. Disegnato e realizzato nel 1962 dal genio progettuale di Paolo Caccia Dominioni, al Tempietto ogni anno si raccoglie una nutrita presenza di autorità, cittadini e alpini per rinnovare la memoria di quella tragica pagina di storia, elevare una preghiera, ribadire i moniti al sonno della ragione che alimenta i conflitti, invocare gli appelli alla pace quale bene individuale e collettivo. Preludio alla cerimonia, la presentazione del libro La Tridentina in Piemonte, un capitolo di storia prima che la Divisione salisse sulle tradotte che l’avrebbero portata in Russia. Scandito da un collaudato programma la fanfara della Sezione Valtellinese ha accompagnato la truppa davanti al monumento in piazza Mattei per l’alzabandiera e l’omaggio ai Caduti (nella foto) per poi proseguire con la salita al Tempietto a concludere la prima fase della cerimonia. Lassù, ripetuto il cerimoniale scarpone, prima la Messa quindi brevi interventi hanno espresso e declinato sentimenti ed emozioni, parole e silenzi per comprendere il valore della memoria e del dovere di perpetuarla. Dall’omelia di fra Mario Bongio che ha concelebrato la Messa, agli interventi del Capogruppo Guido Lucchina, del sindaco Andrea Ruggeri, del Presidente Gianfranco Giambelli, del ten. col. Massimiliano Cigolini comandante del btg. Morbegno e infine del Presidente emerito Corrado Perona unanime il richiamo alla storia per comprendere il presente e riflettere sul futuro. Anche da Warwarowka si debbono trarre proficui insegnamenti e moniti. Presenti anche gli alunni della scuola primaria “Damiani” che hanno condiviso la cerimonia, unitamente a docenti e genitori. La commozione ha stretto la gola ai presenti quando Corrado Perona ha ricordato Cesare Lavizzari, prematuramente “andato avanti” il giorno precedente. Amato, intelligente ed appassionato suo collaboratore, ma amico di tutti. La luna piena ed un pizzico di freddo hanno contribuito ad evocare lo struggente canto: “Mormorando, stremata, centomila voci stanche di un coro che si perde fino al cielo, avanzava in lunga fila la marcia dei fantasmi in grigioverde….”

    Marino Amonini