
Il motivo del contendere era il ruolo negativo esercitato da alcuni propagandisti comunisti italiani nei confronti dei soldati italiani all’interno dei campi di concentramento in Russia. Nell’azione di “rieducazione” politica dei nostri prigionieri si era distinto l’on. D’Onofrio, che non era riuscito a piegare alle sue idee l’allora capitano Magnani, qualificandolo come un gerarca fascista. La fermezza dell’ufficiale nel restare fedele al suo giuramento di soldato gli costò un processo come criminale di guerra e una dura prigionia, che finì solo nel 1954, dopo la morte di Stalin.
L’autore del libro, Giuseppe Barba, in una lunga prefazione inquadra correttamente i termini della disputa politica sviluppatasi in Italia sul trattamento dei nostri soldati nei primi mesi di prigionia, le tecniche di defascistizzazione, e tratteggia la figura del protagonista con rigore ed incisività, lasciando la conclusione del suo lavoro di ricerca a Giulio Bedeschi, che ha raccolto, in una commovente intervista pochi giorni prima della morte di Magnani, il suo testamento morale: “…io sono un soldato, ho trascorso metà della mia vita fra le guerre… ti dico… tanto e tale potere di vita e di morte (soprattutto di chi governa i paesi con arsenale atomico)… è mostruoso per la sua incalcolabile enormità, e va soppresso. Gli uomini… eliminino la possibilità di guerra dalla loro storia”.
GIUSEPPE BARBA |
FRANCO MAGNANI Un soldato tra due epoche |
Edizioni Arterigere – Esse Zeta Viale Aguggiari 178 – 21100 Varese – tel. 0332/239678 I proventi della vendita di questo libro saranno destinati alla Fondazione don Carlo Gnocchi Onlus per la realizzazione di una vasca riabilitativa per il Centro di Salice Terme. |