Visita al Centro Addestramento Alpino, la scuola d’eccellenza della montagna

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    Il comando del Centro Addestramento Alpino, nell’immaginario di decine di migliaia di ufficiali e sottufficiali di complemento, sempre e immancabilmente SMALP, si trova in uno dei luoghi più suggestivi che dominano la Vallée e la città d’Aosta. Si tratta di un castello intitolato al generale Cantore, anche se i Valdostani continuano a chiamarlo castello degli Abruzzi per via del Duca che conquistò il Ruwenzori e al quale fu inizialmente intitolato.

     

    Sorto all’inizio del XX secolo per volontà del barone savoiardo Jocteau, la cui famiglia aveva servito per secoli il Regno di Sardegna, fu acquistato dal Demanio Militare nel 1934 e da allora continua ad essere un riferimento nobile della tradizione militare alpina. Anche se posto in quasi altera solitudine, all’interno di un magnifico parco, con piante secolari un tempo facenti parte di un giardino botanico, non ha l’aria tenebrosa dei manieri valdostani. Sulla collina Beauregard, denominazione quanto mai appropriata tenuto conto che da lì si spazia sulla Vallata dai pendii del Bianco fino ai profili del Rosa, ci si sente immersi nel fascino della Belle époque, come non bastassero i colori dell’autunno che hanno ormai contagiato tutta la vallata, facendo dimenticare che ci si trova nel cuore di una scuola militare di élite, palestra di uomini temprati dalle leggi della montagna, ineguagliabili per ardimento, tenacia, solidarietà.

    Il comandante, generale di divisione Bruno Petti, si presenta con il tratto signorile di chi riesce a malapena a nascondere il piglio fermo dell’atleta, abituato com’è a confrontarsi con le situazioni estreme cui devono far fronte i frequentatori della montagna. Il comando di un Istituto che vanta una storia gloriosa, guardato con ammirazione e nostalgia da tanti ufficiali e sottufficiali alpini in congedo, stimola a conservare ad alto livello il prestigio e il ruolo formativo di giovani che imparano a vivere e ad affrontare le sfide più ardite della natura, da soldati.

    Il salone d’onore, detto la Rotonda, introduce nel cuore dell’edificio da cui si diramano a raggera le sale del pianterreno e lo scalone che porta alle parti superiori. Impreziosito da un’elegante decorazione a stucco e sovrastato da un bellissimo loggiato ad archi che contribuisce a rendere luminoso l’ambiente, ospita due straordinarie statue lignee, a grandezza naturale, raffiguranti un alpino che si allaccia gli sci e il celebre bersagliere alpinista valdostano Jean Antoine Carrel.

    Passando per l’elegante Sala Azzurra, finemente decorata e arredata con il gusto di chiaro influsso francese, si arriva all’ufficio del comandante, un ambiente sobrio e accogliente dove la conversazione scorre facilmente e le analisi, restano sul terreno della concretezza e della volontà di cogliere le problematicità di un’epoca complessa, come la nostra, senza pregiudiziali o luoghi comuni.

    La Sala Riunioni è un raro esempio di funzionalità didattica che va dai bozzetti in legno, di grande efficacia rappresentativa e pregio artistico, raffiguranti le tecniche alpinistiche con precisione e cura ammirevoli, alle tecnologie moderne in grado di proporre in modo virtuale situazioni e modalità operative in ogni condizione e circostanza. Completa il corredo didattico la palestra di roccia ricavata nel retro del castello, con difficoltà che vanno dal 2º al 6º grado superiore, idonea ad avviare gli allievi ad affrontare le asperità della montagna in condizioni di assoluta sicurezza. La fondazione della Scuola Centrale Militare d’Alpinismo risale al 9 gennaio 1934 e, già nel 1936, s’impone all’attenzione del mondo sportivo conquistando a Garmisch una medaglia d’oro alle olimpiadi.

    Ma le glorie della Scuola sono il battaglione Duca degli Abruzzi, il Reparto Autonomo Monte Bianco impegnati sul fronte occidentale e soprattutto il leggendario Monte Cervino in Grecia e in Russia. Nel 1953 la Scuola apre i battenti agli Allievi Sergenti di Complemento, per accogliere nel 1962 anche gli AUC, fino al 2001. Nel 1971 entra a far parte della Scuola il 545º Squadrone Elicotteri in considerazione della necessità dell’impiego di quel mezzo oltre che per l’addestramento anche per il soccorso alla popolazione in montagna. Con il passaggio alle dipendenze del Comando Truppe Alpine, assume l’attuale denominazione: Centro di Addestramento Alpino Scuola Militare .

    Il Centro è attualmente strutturato su: il Comando, presso il Castello, un Raggruppamento Addestrativo comprendente il battaglione Aosta e la Compagnia Comando e Servizi (Caserme Battisti Ramires e Testafochi), la Compagnia Alpieri a La Thuile, che fa parte del btg. Aosta e il Reparto Attività Sportive, articolato sulla Sezione Sci Alpinistica e il Distaccamento agonistico. I corsi attivati a favore di ufficiali, sottufficiali e volontari delle TTAA presso il btg Aosta prevedono 3 mesi di addestramento per ufficiali al termine del loro iter formativo in Accademia e Scuola di Applicazione, 7 mesi, per allievi marescialli nel loro secondo anno di formazione, 8 settimane invece per i volontari in ferma di 4 anni.

    Il Centro si occupa inoltre dell’addestramento, perfezionamento e qualificazione di sci e alpinismo per ufficiali, sottufficiali e volontari in servizio permanente delle TTAA, dell’Aeronautica e delle Truppe Speciali Italiane, senza escludere presenze di militari provenienti da eserciti stranieri alleati (molti alpini avranno notato all’adunata di Cuneo un Il castello, sede del Comando della Scuola di Aosta. sottotenente cileno ).

    Esperti Militari di Neve e Valanghe, comandanti di Squadra Soccorso, Direttori tecnici per corsi sci ed alpinistici, soccorritori sulle piste, scienziati dell’E.N.E.A per l’ambientamento alle basse temperature fruiscono delle opportunità offerte dal Centro che consente di perfezionare ai massimi livelli tecniche e sperimentare materiali.

    Tralasciando l’attività sportiva e agonistica, che potrà essere ripresa in un altro momento, dalla visita alla Scuola Militare Alpina si trae la sensazione che, tenuto conto dei cambiamenti epocali che si sono prodotti con la caduta del muro di Berlino e le conseguenti mutate esigenze strategiche, della rapida evoluzione della società, specialmente per quanto riguarda la crescita e lo stile di vita dei giovani, la grande tradizione alpina, legata alla montagna, alla formazione specialistica ed umana dei soldati, continua a tramandarsi con la dedizione, lo spirito di sacrificio e l’esempio che sempre hanno caratterizzato le Truppe Alpine.

    Vittorio Brunello


    CHI È IL GEN. D. BRUNO PETTI

    Il generale di divisione degli alpini Bruno Petti è dal 15 settembre 2006 il comandante del Centro Addestramento Alpino Scuola Militare di Aosta. Nato a Trieste nel 1948, ha frequentato il 24º Corso dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola di Applicazione di Fanteria e Cavalleria di Torino. Nel 1971 è stato nominato sottotenente nel Corpo degli Alpini, avendo quindi comandi nei battaglioni Tolmezzo e Gemona . Dopo aver frequentato i due corsi alla Scuola di guerra ha ricoperto, fra gli altri, incarichi presso lo Stato Maggiore dell’Esercito e di comando alle brigate Orobica, Julia e Tridentina. Laureato in Scienze Politiche e in Scienze Strategiche ha conseguito il Master di 2º livello in Scienze Strategiche ed ha al suo attivo numerosi corsi in Italia e all’estero. È istruttore militare scelto di sci e di combattimento in montagna.


    L’INTERVISTA

    Cosa è cambiato con l’avvento dei volontari? Adesso abbiamo professionisti sui quali è possibile investire a lungo termine, la quasi totalità dei quali assume sembianze alpine in brevissimo tempo, gli altri nel tempo.

    Qual è l’approccio degli istruttori con alpini che non provengono da zone a tradizione alpina? L’approccio è rimasto immutato. La metodica addestrativa applicata si adatta a tutti gli allievi, sia che provengano o meno dalle zona alpine tradizionali e li trasforma in alpini.

    I tagli al bilancio del
    le Forze Armate condizionano anche l’attività del Centro?
    Sì, come avviene per tutte le attività addestrative dell’Esercito. Ciò nonostante l’insegnamento continua ad essere efficace e produttivo, soprattutto grazie all’impegno dei Quadri e degli Istruttori del Centro.

    I programmi del Centro prevedono corsi di formazione per ufficiali e sottufficiali delle varie armi dell’esercito oltre che dei volontari in ferma di 4 anni: non rischia di snaturare l’elemento alpino’ della scuola? Assolutamente no, anzi la qualifica Casa madre degli Alpini ed Università della sicurezza in montagna rimane immutata.

    Ci sono altri programmi in atto o in cantiere? Sì, certo: addestramento di squadre, di soccorso di varie tipologie, in collaborazione con altri Enti ed editoria della metodica addestrativa in montagna.

    Il Centro Addestramento, o Scuola militare alpina come noi amiamo chiamarla, rischia di perdere il ruolo di eccellenza nel campi dell’alpinismo? No, anzi sta allargando il suo raggio d’azione in spazi impensabili fino a pochi anni fa.

    C’è una collaborazione con l’Enea per la campagna di rilevamenti e studi in Antartide, è corsa voce che ci sarà una spedizione al monte Vinson Il Centro Addestramento Alpino collabora dal 1985 al programma di ricerche in Antartide dell’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente). Al Centro è stata affidata, in particolare, l’organizzazione di un corso di ambientamento alla vita e sopravvivenza alle basse temperature e su ghiacciaio per tutto il personale civile destinato a prendere parte alla missione di ricerca scientifica in Antartide. Gli stessi due istruttori che tengono il corso, seguono poi gli allievi nei sei mesi di missione in qualità di guide, per garantire a tutti i ricercatori la indispensabile sicurezza negli spostamenti sulla calotta antartica. Per quanto riguarda il Vinson, i nostri istruttori, il cui rientro è previsto il 19 gennaio dell’anno prossimo, scaleranno questo massiccio, alto 4.897 metri, che si solleva dal ghiacciaio Nimitz con versanti di rocce nere. Le difficoltà sono costituite dal ghiaccio, dai forti venti e dalle basse temperature. I nostri istruttori percorreranno sugli sci 350 chilometri, trainando le slitte con il materiale. Quando giungeranno alle pendici del Vinson allestiranno il campo base a 20 chilometri dalla vetta. Arrivarci, dipenderà tutto dalla loro preparazione ed esperienza, ma sono fiducioso che anche questa volta si faranno onore