L'impegno di sempre, con le montagne nel cuore

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    Nel prossimo mese di settembre la fanfara alpina di Asso il paese al centro del triangolo lariano festeggerà il 37º anno di fondazione. Un gruppo musicale solido, che deve la sua tradizione al primo corpo musicale locale, formatosi già nel 1841. Oggi la fanfara costituisce il fiore all’occhiello del gruppo alpini di Asso, ed è motivo d’orgoglio per il capo gruppo Enzo Canali che da quarant’anni guida i suoi alpini e del segretario Antonio Orsenigo.

    I sessanta componenti del gruppo hanno accolto con emozione il lungo applauso che è stato loro tributato in occasione del Raduno delle sezioni lombarde e dell’Emilia Romagna, tenutosi a Como l’anno scorso. Ma la storia della fanfara è lunga e passa per momenti di grande impegno e dedizione. Dal 1970 essa apre tutte le sfilate del gruppo alpino di Como ed è immancabile in occasione delle adunate nazionali. Tantissime sono state le manifestazioni civili e religiose, in Italia e all’estero, alle quali in questi anni la fanfara ha partecipato, raggiungendo una vastità di repertorio e una sicurezza di esecuzione di alto livello.

    Merito del maestro, il professor Gianni Colombo, che da venticinque anni marcia a fianco dei musicanti e del vice maestro Angelo Masciadri, vera e propria memoria storica del gruppo, visto che il suo impegno continua dal 1969. La fanfara ha saputo attirare a sé anche nuovi elementi. Si tratta di giovani inizialmente mossi dalla pura voglia di suonare che nel tempo hanno fatto propri i valori di collaborazione e rispetto ai quali si ispira tutto il Corpo degli alpini.

    Tra le esperienze più emozionanti il gruppo ricorda l’adunata nazionale a Catania e il viaggio in Francia per il gemellaggio tra le cittadine di Asso e Saint Péray. La tournée francese durò dieci giorni e fu l’occasione per un coinvolgimento nuovo da parte di tutti gli elementi del gruppo. Tante furono le novità che seguirono quella trasferta: la scelta di una nuova divisa, la presenza del mazziere, l’acquisto di nuovi strumenti, come i quattro tamburi imperiali (poi diventati sei) usati per la prima volta nell’adunata di Aosta del 2003.

    Oggi la fanfara, proprio come una vera fanfara militare, si distingue per l’impeccabile esecuzione del carosello e la precisione delle posture. Questo perché i nuovi arrivati hanno saputo affiancare i componenti più anziani imparando insieme a marciare suonando, e a intonare quelle melodie alpine che sono il vero collante del gruppo. (v.f.)