Il Museo sul Doss Trento, memoria degli Alpini

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    L’idea di costruire un complesso in onore del Corpo degli Alpini fu della Legione Trentina, con pieno sostegno del comando superiore delle Truppe alpine e dell’Associazione Nazionale Alpini. La proposta fu accolta dal Governo nel 1938 che istituì un ente denominato Fondazione Acropoli Alpina, avente per fine la raccolta e la conservazione della documentazione storica degli alpini. La dislocazione dell’opera era prevista sul Doss Trento (o Verruca) – parco naturale e memoria dei primi insediamenti preistorici, poi romani – accanto al Mausoleo dedicato all’alpino e Martire Cesare Battisti, che domina la città dal 1935. Il primo progetto prevedeva la costruzione di una mastodontica opera dalle linee del castrum romano. Una strada di accesso ed un piazzale dovevano completare il monumento.

     

    La “Strada degli Alpini”, iniziata nel mese di gennaio del 1940 dal Distaccamento alpini della Verruca, costituito da alpini delle 5 Divisioni alpine, venne inaugurata dal gen. C.A. Gabriele Nasci nel giugno 1942. Dopo la fine della seconda guerra mondiale la Fondazione, a causa dell’altissimo costo dell’opera, rinunciò al progetto iniziale e predispose un progetto più austero. Nel 1953 il comune di Trento donò alla Fondazione dell’Acropoli una ex polveriera austriaca, e così il 24 maggio 1956 fu posta la prima pietra: il 15 marzo 1958, in occasione della 31ª Adunata nazionale degli alpini a Trento, ebbe luogo l’inaugurazione ufficiale del museo-sacrario. Nel 1978 la Fondazione Acropoli Alpina venne sciolta, e le funzioni ed il patrimonio furono destinati al Ministero Difesa – Esercito.

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    All’interno del museo, diretto dal gen. Stefano Basset, è raccolta la storia del Corpo degli alpini, dalla sua fondazione ai giorni nostri, attraverso l’esposizione di trofei, armi e cimeli. Un breve rialzo porta al sacrario delle Medaglie d’Oro al V.M. degli alpini, sovrastato dal pregevole pannello “La morte del capitano” del col. Paolo Caccia Dominioni, in ricordo del cap. Giuseppe Grandi del battaglione alpini “Tirano”. Alle pareti, i nomi dei decorati delle guerre dal 1896 al 1945 incisi su grandi lastre di marmo bianco, tutt’intorno la significativa e suggestiva rappresentazione dei luoghi che furono testimoni delle gesta di guerra degli alpini, anch’essa opera del conte Caccia Dominioni.

    Nella saletta è conservato un prezioso trittico di Mario Urbani, “Falchi e prede”, dipinto in trincea nella prima guerra mondiale. Nella sala uniformi – temporaneamente chiusa per motivi di sicurezza statica – sono esposti una raccolta dello sci militare, divise ed equipaggiamento delle Truppe alpine. Il museo del mulo raccoglie materiale di mascalcia ed equipaggiamento per il nobile quadrupede che ha accompagnato fedelmente la vita dell’alpino fino pochi anni or sono. Il museo possiede anche una ricca e preziosa biblioteca ed un archivio, principalmente di storia militare con particolare riguardo alla storia delle penne nere, di alto valore storico e culturale, a disposizione di studiosi e ricercatori.

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    Il 2 aprile 2008 si è costituita l’associazione “Amici del Museo Storico Nazionale degli Alpini”, formata da chiunque si proponga di sostenere concretamente l’attività del museo: a tal fine hanno aderito la Provincia Autonoma di Trento ed il Comune di Trento; tra i soci fondatori vi è anche l’ANA. Molto attiva ed in piena sinergia con l’ANA e le istituzioni, l’associazione “Amici del Museo” ha coadiuvato nelle visite in sede o fuori sede, attività che ha portato il museo a superare il “muro” di 50mila visitatori. Fino al prossimo mese di settembre il Museo Nazionale Storico degli Alpini è partner con la Fondazione Museo Storico del Trentino dell’evento “Ritorno sul Don 1941-1943: la guerra degli italiani in Unione Sovietica”. Al visitatore viene offerta – attraverso l’esposizione di uniformi e cimeli, video, fotografie, e mappe dei diversi eserciti – una lettura non tradizionale della Campagna di Russia condotta dall’ARMIR, solitamente ridotta alla sola ritirata alpina del gennaio 1943.

    La visita dal museo degli alpini prosegue nelle due gallerie della Fondazione Museo Storico del Trentino sottostanti il Doss Trent, attraversando un grande affresco della guerra degli italiani, dalla partenza del primo contingente, il 10 luglio 1941, al rientro dei superstiti. Una sezione è dedicata alla macchina della propaganda bellica, così come al lascito memorialistico, fiorito copiosissimo nei decenni che seguirono la fine del conflitto.

    L’ultimo tratto della Galleria Bianca porta i visitatori nella Russia di oggi: a Mosca, a Voronezh, a Rossosch, divenuti dopo il 1989 i luoghi dell’incontro di diverse memorie, luoghi della ricerca che propone una rilettura di quella che per i russi rimane la “grande guerra patriottica”. Visitare il Mausoleo del grande irredento Cesare Battisti, il nostro museo nazionale ed insieme questa mostra sulla Campagna di Russia, è una ghiotta occasione per chi passa da Trento.

    Come si arriva: lasciata l’autostrada al casello Nord o Sud di Trento, sulla tangenziale uscire a Piedicastello, aggirare il Doss fino a piazzale Divisioni Alpine e da lì percorrere la “Strada degli Alpini”. Il Museo sarà grato a coloro che desiderassero donare documenti, pubblicazioni o cimeli storici di Guerra e tutto quanto può testimoniare la vita del Corpo degli alpini.

    I recapiti del Museo Nazionale Storico degli Alpini: casella postale 33 – 38122 Trento tel./fax 0461/827248; e-mail: museoalpini@libero.it sito web: www.museonazionalealpini.it Ingresso libero.

    Attilio Martini
    Presidente dell’Associazione Amici del Museo Nazionale Storico degli Alpini