Cosa sono il Coronavirus e il Covid-19 e come difendersi

Il coronavirus attuale (denominato SARS-CoV-2), abitualmente chiamato Covid-19, appartiene alla stessa famiglia di virus della Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS) ma non è lo stesso virus. Il nuovo coronavirus è stato rilevato in Cina nel 2019. Il covid-19 è un virus respiratorio che, in alcuni soggetti, determina una risposta infiammatoria anomala con vasculite e rischio di microtrombi-emboli che creano problemi a livello polmonare, cardiaco, cerebrale, renale e nei capillari periferici.

I Coronavirus sono noti dagli anni del primo ‘900, ma erano principalmente noti come patologia del mondo animale (mammiferi, uccelli, ecc…) ma sia nella SARS che nel SARSCoV-2 si è manifestato il cosiddetto “salto di specie” ovvero il passaggio dell’infezione dall’animale all’uomo.

La contagiosità di SARS-CoV-2 è inferiore a quella del virus dell’influenza stagionale, Covid-19 causa una patologia mediamente più severa di quella associata all’influenza stagionale con una mortalità media del 3,4%.

Le misure di contenimento si adottano per ridurre l’espansione dell’epidemia.

Come si manifesta

La sintomatologia è quanto mai varia sia per tipologia che per intensità e gravita dei sintomi. Quelli più comuni sono: febbre, tosse secca e spossatezza, ma la malattia può manifestarsi anche con indolenzimento e dolori muscolari, mal di gola, diarrea, congiuntivite, mal di testa, perdita del gusto o dell’olfatto, eruzione cutanea. I sintomi posso essere singoli o variamente combinati fra loro. I casi più gravi presentano severa compromissione dell’apparato respiratorio con gravissime polmoniti.

Le persone più a rischio sono i soggetti anziani di età superiore ai 70 anni e quelli con patologie preesistenti, come ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori).

Come si trasmette

Le attuali evidenze suggeriscono che il Covid-19 si diffonde da persona a persona:

  • in modo diretto per via aerea attraverso piccolissime ed invisibili goccioline di saliva (droplet) emesse durante il normale parlare, oppure diffuse da colpi di tosse o starnuti. Avviene normalmente se la distanza dalla persona infetta è inferiore a 1 metro.
  • in modo indiretto (attraverso oggetti o superfici contaminati). Il tempo di sopravvivenza del virus COVID-19 varia secondo la tipologia del materiale su cui si deposita. Si va da poche per la carta, ad alcuni giorni per vetro, plastica e legno, mentre resiste più a lungo sule superfici metalliche. Gli alimenti cotti sono considerati sempre sicuri. (VEDI TABELLA)

Le persone infette, che siano sintomatiche o meno, possono rilasciare goccioline su oggetti e superfici quando starnutiscono, tossiscono o toccano superfici (tavoli, maniglie, corrimano). Toccando questi oggetti o superfici, altre persone possono contagiarsi toccandosi occhi, naso o bocca con le mani contaminate.

Sono stati segnalati focolai COVID-19 in alcuni ambienti chiusi, quali ristoranti, locali notturni, luoghi di culto e di lavoro in cui le persone possono urlare, parlare o cantare. In questi focolai, non è possibile escludere la trasmissione per aerosol, in particolare in luoghi chiusi, affollati e poco ventilati in cui le persone infette trascorrono lunghi periodi di tempo con gli altri. Sono necessari ulteriori studi per indagare su tali episodi e valutarne l’importanza per la trasmissione del virus.

In caso di infezione intestinale il virus può essere riscontrato nelle feci ma ad oggi non vi è evidenza di trasmissione oro-fecale.

Il “Contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei
  • un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
  • una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.

Sulla base delle circolari e ordinanze ministeriali, le Autorità sanitarie territorialmente competenti devono applicare ai contatti stretti di un caso COVID-19: 

  • un periodo di quarantena con sorveglianza attiva di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, oppure
  • un periodo di quarantena con sorveglianza attiva di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno.

Se si presentano febbre, tosse o difficoltà respiratorie e si sospetta di essere stato in stretto contatto con una persona affetta da malattia respiratoria Covid-19:

  • restare in casa, non recarsi al pronto soccorso o presso gli studi medici ma telefonare al medico di famiglia, al pediatra o alla guardia medica, oppure chiamare il numero verde Utilizzare i numeri di emergenza 112/118 solo in caso di effettiva necessità.

Per ulteriori informazioni contattare il Ministero della Salute al numero gratuito di pubblica utilità 1500, attivo tutti i giorni 24 ore su 24.

Come ci si deve comportare per non trasmettere e non contrarre il virus

  • Portare sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie e indossarli nei luoghi al chiuso e in tutti i luoghi all’aperto quando non possa essere garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi.

È fortemente raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi.

Sono esonerati dall’obbligo di indossare la mascherina:

  • i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva
  • i bambini di età inferiore ai sei anni
  • i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina e chi interagisce con loro.
  • Mantenere una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
  • Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o in assenza con soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani.
  • Evitare i luoghi affollati, gli ambienti chiusi con scarsa ventilazione e la distanza ravvicinata.
  • Garantire una buona ventilazione di ambienti chiusi, inclusi abitazioni e uffici.
  • Evitare abbracci e strette di mano.
  • Starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie.
  • Evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva.
  • Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani.
  • Non assumere farmaci antivirali e antibiotici, se non prescritti dal medico.
  • Pulire le superfici con acqua e sapone o comuni detergenti neutri per rimuovere lo sporco e poi disinfettarle con soluzioni a base di ipoclorito di sodio (candeggina/varechina) o alcol adeguatamente diluite.

Il lavaggio delle mani ha lo scopo di garantire un’adeguata pulizia e igiene delle mani attraverso un’azione meccanica.

Per l’igiene delle mani è sufficiente il comune sapone. In assenza di acqua si può ricorrere ai cosiddetti igienizzanti per le mani a base alcolica.
Se si usa il sapone è importante frizionare le mani per almeno 60 secondi.
Se il sapone non è disponibile usare una soluzione idroalcolica per almeno 20-30 secondi.
I prodotti reperibili in commercio per la disinfezione delle mani in assenza di acqua e sapone (presidi medico-chirurgici e biocidi autorizzati con azione microbicida) vanno usati quando le mani sono asciutte, altrimenti non sono efficaci.

Infine, si raccomanda di utilizzare fazzoletti monouso per soffiare il naso, possibilmente eco-sostenibili, e di smaltirli nei rifiuti, e lavarsi le mani, subito dopo l’uso.

L’uso dei guanti, come quello delle mascherine, aiuta a prevenire le infezioni ma solo a determinate condizioni. Diversamente, il dispositivo di protezione può diventare un veicolo di contagio.

Quindi, sì all’utilizzo dei guanti a patto che:

  • non sostituiscano la corretta igiene delle mani, che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato e per 60 secondi
  • siano ricambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati
  • come le mani, non vengano a contatto con bocca naso e occhi
  • siano eliminati al termine dell’uso, per esempio, al supermercato
  • non siano riutilizzati.

Sopravvivenza del virus sulle superfici e abbattimento

Le evidenze scientifiche al momento disponibili indicano che il tempo di sopravvivenza del virus sulle superfici vari in relazione al tipo di superficie considerata, alla temperature ed all’umidità. I tempi di rilevazione di particelle virali sulle superfici più comuni, variano da alcune ore (come ad es. sulla carta) fino a diversi giorni (come sulla plastica e l’acciaio inossidabile).

Superfici   Particelle virali infettanti rilevate fino a   Particelle virali infettanti non rilevate dopo
carta da stampa e carta velina   30 minuti   3 ore
Tessuto   1 giorno   2 giorni
Legno   1 giorno   2 giorni
Banconote   2 giorni   4 giorni
Vetro   2 giorni   4 giorni
Plastica   4 giorni   7 giorni
Acciaio inox   4 giorni   7 giorni
Mascherine chirurgiche strato interno   4 giorni   7 giorni
Mascherine chirurgiche strato esterno   7 giorni   Non determinato

 

Tuttavia, bisogna considerare che i dati finora disponibili, essendo generati da condizioni sperimentali, devono essere interpretati con cautela, tenendo anche conto del fatto che la presenza di RNA virale non indica necessariamente che il virus sia vitale e potenzialmente infettivo.

Alla temperatura di 70°C il virus non è più rilevabile già dopo 5 minuti.

L’utilizzo di semplici disinfettanti è in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone, per esempio disinfettanti contenenti alcol (etanolo) o ipoclorito di sodio (candeggina/varechina).

Ricorda di pulire gli oggetti che usi frequentemente (telefono cellulare, auricolari, microfono) prima con acqua e sapone o altri detergenti neutri e poi disinfettarli con prodotti a base di ipoclorito di sodio (candeggina/varechina) o etanolo (alcol), tenendo conto delle indicazioni fornite dal produttore. 

Le procedure di sanificazione ambientale devono essere eseguite da personale specializzato, mentre in ambiente domestico, visto che vengono utilizzati normali prodotti, ciò non è necessario.

La terapia

Allo stato attuale, non esiste un trattamento specifico per la malattia causata dal nuovo coronavirus.

Il trattamento resta principalmente basato su un approccio sintomatico, fornendo terapie di supporto (ad es. ossigenoterapia) alle persone infette.

Sulla base anche delle esperienze maturate in ambito nazionale e internazionale, sono stati definiti protocolli terapeutici e di gestione clinica.

Il trattamento si articola su approcci differenziati:

  • farmaci a potenziale attività antivirale contro SARS-CoV-2
  • farmaci ad attività profilattica/terapeutica contro manifestazioni trombotiche
  • farmaci in grado di modulare la risposta immunitaria
  • infusioni di plasma mirate a un trasferimento di anticorpi neutralizzanti

Va ricordato che, ancora oggi, esistono larghi margini d’incertezza rispetto all’efficacia di alcuni farmaci e continuano le sperimentazioni cliniche per trovare farmaci più efficaci.

Attualmente non vi sono vaccini contro SARS-CoV-2. Lo sviluppo dei vaccini richiede tempo. Diversi vaccini sono in fase di sperimentazione avanzata e altri sono stati registrati. Come tutti i farmaci, anche i vaccini prima di poter essere utilizzati sull’uomo devono superare le fasi di sperimentazione che ne testano la sicurezza e l’efficacia.

  • I test disponibili per l’identificazione del covid-19

Attualmente sono disponibili i seguenti test:

  • test molecolari, che permettono di rilevare, mediante tampone naso/oro-faringeo, la presenza di materiale genetico (RNA) del virus
  • test antigenici rapidi, che permettono di evidenziare rapidamente (30-60 min), mediante tampone nasale, naso/oro-faringeo, salivare, la presenza di componenti (antigeni) del virus
  • test sierologici, che rilevano l’esposizione al virus, evidenziando la presenza di anticorpi contro il virus, ma non sono in grado di confermare o meno un’infezione in atto.

I test antigenigici rapidi rilevano la presenza del virus tramite l’identificazione di sue proteine di superficie del virus nella saliva o nelle secrezioni naso/oro-faringee.

I test sierologici, di cui sono disponibili anche test rapidi, rilevano la presenza di anticorpi sviluppati dalla persona contagiata in fase precoce (IgM) o secondaria (IgG).

Per la conferma della malattia è necessario eseguire il test molecolare con tampone naso-faringeo.

Poiché il periodo di incubazione del virus è da 2-3 a 14 giorni, non ha senso eseguire un test di ricerca del covid 19 prima che siano passati almeno 4 giorni dal sospetto contagio.

Per i test rapidi la prima risposta è con le IgM ma anche in questo caso dopo qualche giorno dal sospetto contagio.

I dati sono stati riassunti da informazioni del sito dell’ISS (Istituto Superiore della Sanità) e dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Il messaggio conclusivo è che se tutti rispettiamo le corrette procedure, la diffusione del virus si riduce e di conseguenza il contagio ed i numeri dei casi. Sta a ciascuno di noi contribuire a ridurre l’entità di questa emergenza!

 

A cura della dott.ssa Federica De Giuli, Direttore Sanitario ed Operativo della Sanità Alpina e del dott. Marcello Dalzano, medico igienista della Sanità Alpina