VERONA – Lezioni di storia

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    Da sempre terra di confine, è all’inizio della Grande Guerra che la Lessinia – territorio tra Regno d’Italia e Impero austroungarico – inizia a militarizzarsi pesantemente formando il “Sistema Difensivo Sinistra Adige”. Dopo la disfatta di Caporetto nel 1917, i lessini diventano addirittura strategici: l’alto comando decide di farne una sorta di immensa caserma difesa da tre linee di sbarramento per ospitare migliaia di soldati e di civili militarizzati i quali realizzano, tra le altre opere, decine di chilometri di strade che ancora oggi rappresentano il principale sistema viario del territorio.

    Il Ridotto del Pidocchio, sopra Erbezzo e a pochi passi da Malga Lessinia, ora aperto e fruibile, è parte della lunga linea formata da trincee e fortezze rocciose. Ripulito dalla vegetazione che lo aveva in larga parte inglobato, è stato ripristinato tra il 2013 e il 2014 dalla Sezione di Verona insieme al Parco naturale regionale della Lessinia, dalla Comunità montana e dalla Regione Veneto con il contributo del Bim Adige. Il vice Presidente della Sezione Giorgio Sartori, in divisa d’epoca, ha inaugurato il pannello informativo corredato da una planimetria con una mappa per punti che rimanda a cunicoli, postazioni mitraglieri, postazioni sanitarie.

    Un’organizzazione complessa che in occasione dell’inaugurazione, dal mattino e fino alle cinque del pomeriggio è tornata a vivere grazie a una trentina di rievocatori in divisa d’epoca, materiali e presidi originali – dalle armi alle granate, agli ausili sanitari sia italiani che austriaci – che hanno raccontato con immagini e parole la vita di trincea nella Grande Guerra. Tra le divise dei rievocatori, oltre agli alpini, altre forze, alleate e non: carabinieri, bersaglieri e kaiserschützen, i reparti austroungarici, e personale sanitario all’interno di tende con la classica croce rosse a ricostruire quello che era considerato al tempo un piccolo ospedale da campo. Oltre trecento persone tra escursionisti e famiglie con bimbi in età scolare, hanno fatto tappa al Ridotto per ascoltare le spiegazioni degli esperti.

    Dal maggio del 1915 e per tutti gli anni della Grande Guerra, insieme alle due postazioni di artiglieria posizionate poco più in alto, a Castelberto, queste trincee furono “casa” per oltre tremila soldati. «Grazie a iniziative come questa, prosegue la didattica e l’impegno della Sezione di Verona nel raccontare la storia, tanto meglio se sul posto, è come un libro a cielo aperto – ha commentato il Presidente Luciano Bertagnoli – l’obiettivo è anche quello di far conoscere scorci bellissimi e suggestivi delle nostre montagne, spesso sottovalutate, a due passi dalla città».