Le parole sono quelle dell’allora cappellano sezionale, padre Claudio Liuti, in occasione dell’inaugurazione dell’opera: «Con il dono di questo ponte alle popolazioni della valle del Kiri, gli alpini hanno assolto il loro dovere di ricordare i morti per aiutare i vivi». Un impegno che, a distanza di oltre vent’anni, continua ad animare le penne nere scaligere.
L’Albania chiama e gli alpini veronesi rispondono. Il ponte fortemente voluto da padre Liuti e inaugurato nel 1995 ha bisogno di manutenzione e i volontari della Sezione di Verona si rimboccano le maniche. Sono partiti in dieci: Ilario Bombieri, Luca Cordioli, Fiore Domenico Costantini, Gilio Ferrari, Fortunato Gastaldelli, Fausto Mazzi, Gino Masotto, Ilario Peraro, Aldo Santelli e Umberto Zanon (nella foto). Ad accoglierli, all’aeroporto di Tirana, il vice sindaco Vilson Peshkaj e Vera Potay un vero aiuto per la logistica in loco. Più di vent’anni di usura e intemperie: il ponte degli alpini aveva bisogno di un restyling. E gli alpini (iscritti ai Gruppi di Lugagnano, Lugo, Rosegaferro, Bovolone, Mozzecane, Grezzana, Bagnolo e Roncolevà) si sono messi all’opera con il solito spirito di solidarietà.
«Si vede di che pasta sono fatti gli alpini – commenta entusiasta il Presidente sezionale Luciano Bertagnoli – per noi è davvero un orgoglio poter avere una squadra che lavora e fa attività anche al di fuori dei nostri confini, in un contesto precario dove mancano anche le cose più elementari». «Suor Alessandra e suor Barda ci hanno messo a disposizione una vecchia colonia estiva per ragazzi a Scutari e a loro vanno i nostri ringraziamenti – ricorda il vice Presidente Fausto Mazzi – ma non possiamo dimenticare l’amico Marjan che ci ha seguito come il più efficiente dei segretari: è stato lui a consigliarci tutti i posti dove poter fare acquisti per il materiale edile necessario all’opera». Un ponte rinforzato, proprio come quel patto d’amicizia che lega indissolubilmente le penne nere veronesi all’Albania.