VARESE – L’eredità di Nikolajewka

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    Fedele al motto “Senza memoria il popolo non ha radici” la sezione di Varese ha organizzato anche quest’anno il tradizionale pellegrinaggio al santuario di Santa Maria del Monte, sopra Varese, per fare memoria della drammatica e decisiva battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943. Alla prima cappella della Via Sacra si sono dati appuntamento tanti gagliardetti dei Gruppi della sezione e una moltitudine di alpini con amici e parenti. La serata dal clima quasi primaverile, ha favorito la partecipazione. La manifestazione è cominciata con un intervento del presidente sezionale Francesco Bertolasi che ha rievocato, anche dal punto di vista storico, l’avvenimento.

     

    Poi la salita al Sacro Monte con la recita del Santo Rosario, alternando i “misteri” con la Preghiera dell’Alpino e la lettura di alcuni scritti dei soldati in trincea. Nel Santuario, sull’altare, erano ben visibili i tre simboli della manifestazione: un’urna contenente la terra di Russia, un’icona della Madonna recuperata in un’isba, e la reliquia del Beato don Carlo Gnocchi. La Messa è stata celebrata dal vescovo ausiliario di Milano mons. Luigi Stucchi insieme a otto cappellani alpini.

    Nell’omelia il celebrante ha esortato gli alpini a proseguire sul sentiero della solidarietà, che è foriera di pace, pace che deve regnare nei nostri cuori e nelle nostre famiglie. La celebrazione, accompagnata dal coro sezionale, si è conclusa con la Preghiera dell’alpino, registrata dal reduce Palmino Anselmi, sopravvissuto all’eccidio di Cefalonia, mancato pochi giorni prima. L’orazione ufficiale è stata pronunciata dal vice presidente nazionale vicario Adriano Crugnola che ha paragonato la sofferenza dei nostri alpini in quel gennaio del 1943 alle difficoltà politico-economiche che il popolo italiano si trova a dover affrontare in questi anni.

    Ha continuato ricordando come i valori sui quali si basa lo spirito alpino possono essere una leva per rimuovere quel pesante strato di indifferenza e di ignavia che attanagliano da qualche decennio la nostra Patria. La manifestazione si è conclusa con il canto “Signore delle cime” eseguito all’unisono dal coro e dai partecipanti alla celebrazione eucaristica.