Trionfano Santus e Trento

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    L’edizione numero 48 del campionato nazionale di slalom gigante, organizzato quest’anno dalla sezione di Trento e svoltosi il 29 e 30 marzo sulle nevi di San Martino di Castrozza, sarà certamente ricordata negli annali sportivi dell’Associazione per due motivi: per la prima volta hanno preso il via dal cancelletto di partenza i soci aggregati.

    Il secondo riguarda un fuori programma organizzativo da cardiopalma, a causa dell’imponente valanga che nei giorni precedenti la manifestazione ha invaso la strada per Passo Rolle, costringendo gli organizzatori a trasferire repentinamente il campo gare dalle piste del valico a quelle più accessibili e sicure, situate appena fuori l’abitato di San Martino.

    Fin da sabato 29 marzo le cerimonie d’apertura hanno dato contezza dell’importanza dell’evento. C’erano 41 vessilli e 73 gagliardetti che hanno scortato, assieme alle associazioni locali, agli sbandieratori di Feltre e alla fanfara sezionale di Trento, gli atleti alpini e le autorità lungo il percorso della sfilata, reso quanto mai suggestivo dal contesto ambientale.

    Tutt’attorno la cornice magica delle vette dolomitiche del Cimon della Pala, della Vezzana, del Rosetta e del Sass Maor, montagne che sono state dichiarate patrimonio universale dell’Unesco, e che fanno da spartiacque naturale fra il Trentino più estremo ed i primi lembi del Veneto. Domenica mattina oltre 419 atleti, in rappresentanza di ben 41 sezioni, hanno affollato il doppio cancelletto di partenza: quello sulla pista “Record” riservata ai Seniores e Master A, e quello invece sulla più agevole pista “Valbonetta”, riservata per l’occasione ai Master B. Ad affollare il parterre anche 37 soci aggregati che hanno alzato il tono agonistico dei risultati, con un ottimo riscontro che fa ben sperare per le manifestazioni future.

    Per quanto attiene il puro dato tecnico, c’è da registrare nella classifica individuale il bel successo dell’atleta orobico Francesco Santus che si laurea nuovamente campione italiano anche per quest’edizione, lasciando dietro di sé nomi noti nel panorama dello sci alpino, quali Mauro Dionori della sezione Cadore e l’altro bergamasco Gian Mauro Piantoni, che si è dovuto “accontentare” della medaglia di bronzo. Tuttavia i primi tre gradini dell’assoluto non danno conto di quanto invece accaduto nella classifica generale: sconfessando l’antico detto “nessuno è profeta in Patria”, la sezione di Trento si è aggiudicata il titolo a squadre con 1876 punti, vincendo l’ambìto Trofeo “Ugo Merlini”, conteso sul filo di lana – per l’ennesima volta – con la sezione di Bergamo che si è fermata a quota 1710. Staccata, con poco meno di 300 punti, la sezione di Belluno, terza classificata. Nel conteggio dei titoli nazionali per Sezioni l’ennesimo duello a colpi di scioline, che appassiona gli atleti delle due rappresentative, vede dunque i trentini riportarsi in testa di una lunghezza sugli orobici per 16 a 15.

    Alla cerimonia di premiazione erano presenti il presidente della sezione ospitante Maurizio Pinamonti e il presidente nazionale Sebastiano Favero, accompagnato dal presidente della commissione sportiva nazionale Onorio Miotto e dal coordinatore nazionale Daniele Peli. Nel salutare atleti ed autorità – fra cui un posto d’onore va al sindaco alpino di Siror- San Martino, Walter Taufer – il presidente Favero ha voluto rimarcare l’importanza del connubio alpini-sci, ed il sano agonismo, che ha permesso di superare ottimamente anche l’attesa per l’inserimento della nuova categoria riservata agli “amici degli alpini”.

    Favero ha accolto con favore l’esito della manifestazione che segna dunque un’ulteriore concretizzazione di quanto discusso negli ultimi anni in tema di futuro associativo. Un grande grazie lo ha poi rivolto alla sezione di Trento per il livello dell’evento e per essere stati all’altezza nel risolvere gli imprevisti organizzativi. “Per noi – ha risposto il presidente trentino Pinamonti – è stato un grande onore poter rivedere nella nostra Regione questa manifestazione, dopo l’ultima edizione organizzata nel 2007 sul Monte Bondone, ed è stato certamente un banco di prova per manifestazioni altrettanto impegnative che vorremmo riportare in questa terra, prima fra tutte l’Adunata nazionale del 2018”.

    Paolo Frizzi

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