Treviso e i Savoia

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    Dalla denuncia del Comune alla Regia Commissione d’Inchiesta sugli atti del nemico contro il diritto delle genti risulta che: «Le incursioni nemiche su Treviso dall’aprile 1916 alla fine di ottobre 1918 sono state 32 con lancio di bombe; gli ordigni caduti e constatati dal Comune furono 1.526. I morti fra la popolazione furono 30 e i feriti 50. Le abitazioni distrutte furono 50, gravemente danneggiate 160 e parzialmente lesionate 1.300». 

     

    Oltre a ciò, Treviso venne ricordata per il legame con il Duca d’Aosta. Il mattino del 23 maggio 1915, Emanuele Filiberto di Savoia ebbe un incidente automobilistico mentre stava per assumere il comando della sua III Armata. All’altezza di Villa Valier (ora Taverna) a Preganziol, il Duca per poco non morì. Raccolto ferito e privo di sensi fu portato all’ospedale di Treviso e curato dal prof. Carlo Antoniutti. La commozione celebrale fu però meno grave di quanto si pensasse e così Sar poté riprendere, dopo una breve convalescenza, il suo viaggio.

    Emanuele di Savoia conosceva bene la Marca Trevigiana per essere stato ospite varie volte di nobili famiglie e per essere venuto a salutare i Lancieri di Novara che erano di guarnigione in città. Il Duca poi ritornò a seguito della ritirata sul Piave. Poco prima Cadorna aveva spostato il Comando Supremo da Udine a Palazzo Revedin a Treviso: «Qui sul Piave potremo ritrovare la via dell’onore. Ho già ordinato la difesa su questa linea; dal Grappa al mare le truppe sono già schierate, sopra si sta provvedendo».

    Intanto Treviso passava le ore più tristi: sotto la pioggia la città si spopolava, i trevigiani raggiungevano la stazione ferroviaria con mezzi di fortuna. In municipio rimaneva solo Tito Garzoni e nel Palazzo della Prefettura il solo Prefetto, senza ordini. Il Duca però s’interessava subito della città, già martoriata dalle bombe. Ottenne che il gen. Graziani andasse a Treviso con pieni poteri. Il 1º gennaio 1918 il Duca riuscì a riunire davanti a Villa Ninni in S. Ambrogio di Fiera i suoi soldati, distribuendo sul campo le ricompense al Valor Militare.

    Al commissario prefettizio di Treviso, cap. Battistel, il Duca chiamò per la prima volta la Città “Sentinella avanzata della difesa italica”. Un’altra festa d’armi fu fatta a Pasqua, all’Ippodromo di S. Artemio e furono distribuite numerose Medaglie al Valore e per la prima volta le Medaglie della III Armata. Il 15 giugno 1919, il Duca celebrò l’anniversario della Battaglia del Solstizio nel Salone dei Trecento alla presenza del sindaco on. Zaccaria Bricito, di S.E. gen. Augusto Vanzo e di altre autorità.

    Treviso non dimenticò il Duca nemmeno il 7 novembre 1926 quando lo nominò Cittadino onorario, mentre tutti i Combattenti della Marca gli offrirono una Spada d’Onore che avrebbe dovuto ritirare nell’autunno 1930 in occasione dell’inaugurazione del Sacrario ai Caduti trevigiani nella Chiesa Votiva di Santa Maria Coffoncello. Purtroppo la sua salute già compromessa non glielo consentì. Morì il 4 luglio 1931.

    Andrea Bianchi
    andyblanck@gmail.com