“Forza, forza! Spingete!”. L’incitamento dei due compagni di plotone in attesa del cambio è incalzante. Sono stati tre giorni massacranti e sanno di giocarsi tutto in quest’ultima frazione di gara, la staffetta alpina. Le mani si toccano, il cambio si perfeziona. “Un, due, tre, quattro…” ripetono a mente mentre la gamba slancia e riprende, il battito aumenta, il respiro accelera. Uno dietro l’altro iniziano ad affrontare la salita con le pelli di foca, quattrocento e più metri di dislivello da togliere il fiato. Poi giù tra le porte in slalom gigante, rese più insidiose dai solchi e dalla neve farinosa, caduta abbondante nella notte. Così è stato per altre otto volte, fino alla volata finale.
Quella dei plotoni è la più appassionante delle gare dei Campionati sciistici delle Truppe alpine perché il militare – addestrato a vivere, muoversi e combattere in montagna – e l’atleta si fondono e ognuno di essi nel gruppo agisce all’unisono esaltandone la tecnica, la forza atletica e mentale. Ogni plotone suggerisce un affiatamento particolare e non può essere altrimenti perché la maggior parte di questi ragazzi, qualche mese fa, erano insieme in missione in Afghanistan. Lontano da casa hanno condiviso paure, si sono sostenuti l’un l’altro, hanno sofferto insieme. E qui, come in missione, si parte, si lotta e si soffre con il gruppo. Sul traguardo l’urlo di gioia degli alpini dell’8° reggimento decreta il vincitore per acclamazione del trofeo “Buffa”, mentre più forti di tutti nella gara dei plotoni, valida per l’International Federation of Mountain Trophy, sono risultati gli atleti tedeschi.
Gli alpini di casa del 3° che dopo due giornate di gara erano avanti di un’incollatura sono scivolati in quarta posizione, piegati dalla grande prova di forza della brigata Julia che ha piazzato sul podio altri due suoi reggimenti, il 7° e il 5° che ha celebrato il terzo posto inneggiando “Morbegno avanti!” e sventolando il tricolore sulle piste. Tra i più festeggiati dell’8° c’è Duquaine Pagavino, classe 1990. Vive a Cividale del Friuli ma è originario di Haiti. A quanti gli fanno le congratulazioni regala sorrisi che ispirano tanta simpatia. “Sono negli alpini dal 2013 – racconta Duquaine – e mi alleno con i miei compagni da settembre per questa gara. Per me è come essere in famiglia perché ci si aiuta sempre. In questa competizione la squadra deve essere equilibrata nelle capacità e se uno è in difficoltà bisogna essere pronti a dare una mano; si parte e si arriva insieme, non si lascia mai indietro nessuno”. Poche parole che riassumono perfettamente lo spirito delle Olimpiadi degli alpini.
La 66ª edizione dei Ca.STA si è presentata con una grande novità. I campionati hanno infatti lasciato la Val Pusteria e in omaggio all’originario spirito itinerante dopo 27 anni sono tornati in Piemonte, sulle piste di Sestriere e dei comuni limitrofi di Pragelato, Oulx e Bousson, nel comprensorio della “Vialattea” che nel 2006 vide i più forti atleti del mondo contendersi le medaglie olimpiche. Anche l’allora sottosegretario di Stato alla Difesa Roberta Pinotti (ora Ministro), che ha seguito le ultime giornate di gara, sottolinea la “grande soddisfazione per lo svolgimento dei campionati in queste vallate dove è molto forte il connubio tra popolazione e alpini, presenti in molte caserme”.
Oltre mille gli atleti partecipanti, 250 dei quali appartenenti a tredici team stranieri (Afghanistan, Bulgaria, Francia, Germania, USA, Gran Bretagna, Spagna, Libano, Macedonia, Oman, Slovenia, Svizzera, Ungheria) che si sono affrontati per cinque giorni nelle discipline di sci nordico, di sci alpino e quelle più tipicamente militari come il biathlon, le pattuglie e i plotoni. A decretare aperti i campionati non poteva che essere una tedofora d’eccezione, il caporal maggiore scelto Mara Zini, atleta olimpica del Centro Sportivo Esercito che conquistò la medaglia di bronzo nella staffetta 3.000 metri di short track alle Olimpiadi di Torino 2006.
Nella prima giornata dei campionati, sulla pista “Giovannino Agnelli” di Sestriere, una splendida Marta Bassino, giovane atleta del Centro Sportivo Esercito, ha vinto la gara di Gigante davanti alla francese Marion Bertrand. Terza l’austriaca Carmen Thalmann che nella seconda discesa della stessa disciplina ha conquistato il podio più alto, precedendo proprio la nostra connazionale e la francese Anne Sophie Barthet che si è aggiudicata il Trofeo Comando Truppe Alpine in virtù della buona prova nella combinata: si è classificata quarta nello slalom speciale vinto dalla svizzera Michelle Gisin.
Nella gara di biathlon, disputata sulle piste di Pragelato, si sono imposti il sergente Roberto Mauro del 2° Alpini e il caporale Jessica Brandstetter del 4° alpini paracadutisti che hanno conquistato i titoli maschile e femminile di campione italiano dell’Esercito nella specialità. Sempre a Pragelato è andata in scena la combattutissima gara con 18 pattuglie italiane che, sotto una fitta nevicata, si sono affrontate nella prova di fondo e tiro. Più forti di tutti sono stati gli atleti del Centro Addestramento Alpino che in poco meno di un’ora e venti hanno battuto gli alpini paracadutisti, precedendo di un’incollatura il 5° Alpini, penalizzato da una minore precisione al tiro. Con due buone prove il maresciallo capo Franco Pittino (4° alpini paracadutisti) e il caporale maggiore scelto Alessia Pittin sono i nuovi campioni italiani dell’Esercito di slalom gigante, mentre nello sci alpinismo si sono imposti il caporale Jessica Brandstetter e, come nella scorsa edizione, il caporal maggiore scelto Daniele Cappelletti del Reparto comando e supporti tattici Tridentina.
Come di consueto l’Associazione Nazionale Alpini è stata accanto ai militari in armi in tutte le cerimonie durante i cinque giorni: il presidente nazionale Sebastiano Favero ha partecipato alla giornata inaugurale, mentre il vice presidente vicario Adriano Crugnola alla cerimonia di chiusura, insieme al presidente emerito Corrado Perona. Anche in gara gli alpini in congedo hanno offerto una buona prova, seppur inferiore a quella dello scorso anno, piazzandosi al quinto posto nello slalom gigante con Gianmauro Piantoni e Andrea Rossi.
Nel discorso di chiusura il comandante delle Truppe Alpine gen. Alberto Primicerj ha espresso gratitudine per la grande partecipazione internazionale di Paesi amici e alleati: “Il confronto con esperienze così diverse non può che ampliare il bagaglio professionale di soldati della montagna, un ambiente naturale che richiede doti di carattere e di preparazione unici. Questo significa essere alpini, oggi come in passato – ha continuato Primicerj – perché noi siamo gli eredi, ma da quasi un secolo la nostra associazione d’arma custodisce e mantiene vivi questi valori”. Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. Claudio Graziano ha rimarcato che “in un momento di trasformazioni e di razionalizzazione del nostro Esercito l’addestramento e l’efficienza diventano prioritari. Concentrarci sull’operatività e sostenere manifestazioni come questa significa sostenere la volontà di essere operativi, di badare alla sostanza e di esprimere al meglio le nostre capacità”.
Il capo di Stato Maggiore della Difesa ammiraglio Luigi Binelli Mantelli ha ricordato che i campionati “sono test che sviluppano e incentivano la coesione del gruppo, che valorizzano lo spirito di squadra e risultano essere un momento importante per l’addestramento e un passo fondamentale per ridurre i rischi delle operazioni”. Parole riprese dalla sen. Pinotti che ha ricordato anche che “i Ca.STA sono la dimostrazione dell’attenzione che le Forze Armate rivolgono alla cura della buona forma fisica e della preparazione del militare”. Nei loro discorsi le autorità hanno ricordato i Caduti nelle missioni in Afghanistan e hanno espresso vicinanza ai genitori del capitano Massimo Ranzani e alla moglie del tenente Mauro Gigli, presenti alla cerimonia di chiusura. Gli atleti italiani e stranieri si sono avvicendati sul podio e hanno alzato al cielo le coppe. Poco dopo le bandiere in rappresentanza delle nazioni partecipanti sono state ammainate al suono dei rispettivi inni. La fiamma delle Olimpiadi degli alpini si è lentamente spenta; si riaccenderà nuovamente il prossimo anno in alta Val Pusteria.
Matteo Martin
“IL GRUPPO VINCE SU TUTTO”
Abbiamo chiesto al maresciallo Danilo Luciani i segreti della vittoria. Luciani è il comandante del plotone dell’8°Alpini che ha vinto i Ca.STA e da istruttore ha preparato i suoi uomini per la competizione più dura e appassionante dei campionati che ha lo scopo di valutare il livello di preparazione tecnico-tattica e la capacità di movimento su sci delle unità. La gara dura tre giorni e prevede le prove di tiro, lo slalom gigante, la ricerca di travolti in valanga, due prove di fondo a cronometro – una delle quali prevede il trasporto di un ferito in barella – avendo al seguito l’equipaggiamento individuale e lo zaino da 15 kg sulle spalle. Le prove di movimento si sono svolte da Cesana verso Claviere su un percorso di 23 km per 1.000 metri di dislivello e hanno previsto il lancio di precisione della bomba a mano inerte, mentre la prova topografica è stata cancellata per le avverse condizioni meteo.
Qual è stata la parte più difficile della tre giorni di gara? Tutta la tre giorni di gara è complessa ma anche la preparazione specifica che abbiamo iniziato a fine settembre è stata molto impegnativa perché abbiamo dato spazio ai giovani, accanto a quelli più esperti. Questo ha permesso di avere un buon equilibrio tra esperienza, forza atletica e mentale. Ma è stato impegnativo perché alcuni nostri compagni sono partiti da zero e abbiamo dovuto trasmettere tutta la nostra conoscenza non solo atletica, ma anche quella legata alle tradizioni e al culto della montagna senza le quali non si comprendono appieno queste discipline.
Per una competizione così faticosa la preparazione atletica è fondamentale. Ma serve solo quella? Quali sono le caratteristiche che rendono vincente un plotone? Servono gambe e testa. Ogni componente del plotone deve avere buone capacità fisiche ma è importante anche la tecnica e soprattutto la capacità di reagire nel momento in cui dovesse verificarsi un inconveniente. Spesso in gara non vince il più forte, ma quello che riesce a superare e risolvere un problema.
Le donne nelle Truppe alpine sono una realtà che raggiunge l’8% di tutta la Forza. Quindici di loro hanno partecipato alla gara dei plotoni, 15 kg di zaino e stesso vostro equipaggiamento. Come si sono comportate? Sono toste? Inserire le donne nel progetto è stata una delle belle novità. La preparazione deve tenere conto della loro minor potenza fisica che però è compensata da un’ottima forza mentale. È comunque il gruppo che deve essere fondamentale: quando andiamo in montagna in allenamento o gareggiamo non siamo delle individualità, siamo uno di un sedicesimo (che rappresenta il numero di atleti di un plotone che partecipano alla gara di staffetta, n.d.r.).
C’è differenza di preparazione e di approccio alla gara con gli atleti di altri Paesi? Non saprei. Gli atleti tedeschi sono fortissimi, ma hanno anche selezionato i migliori tra le loro unità, mentre noi partecipiamo ognuno con il nostro reggimento. I reparti in gara sono gli stessi che abbiamo visto, a diverso titolo, impegnati in missione all’estero.
Lo spirito in allenamento e in gara è simile a quello durante le missioni? Con questo plotone con cui abbiamo gareggiato oggi abbiamo partecipato al primo Ca.STA nel 2012 e siamo arrivati secondi, poi siamo andati insieme in Afghanistan, siamo tornati e oggi abbiamo vinto l’oro! È il gruppo che fa la differenza: lo spirito alpino, lo spirito di appartenenza. La maggior parte di loro sono friulani, mentre io sono umbro… quasi non c’entro nulla con la montagna! Ma questo è un limite se lo si accetta come tale. La loro forza è anche quella di essere corregionali e vivere in un territorio di montagna; non solo io mi sono allineato, ma mi sono amalgamato e ho condiviso alla perfezione questo sentimento.
Per vincere occorre coraggio e determinazione. Ma che ruolo gioca la tensione e la paura nel vostro lavoro? Il panico è negativo. La paura e la tensione sono invece delle spie sempre accese nel nostro lavoro che ti fanno fare le cose bene. Sono presenti in tutti gli aspetti del nostro essere alpini, dalla montagna, alla missione, alla gara. Se si è, ad esempio, in un passaggio complesso di un’arrampicata, hai paura ma è anche questa che ti permette di fare bene le cose. E superarla è un’emozione forte che ti fa crescere e maturare in esperienza. Questi ragazzi che oggi hanno provato la tensione di una gara combattuta fino all’ultimo hanno vissuto l’esperienza di gestire un’emozione nuova. In Afghanistan invece hai paura di saltare su di un ordigno o di farti male, oppure hai paura per gli altri, perché un tuo uomo può essere ferito o ucciso. Vivere e gestire queste tensioni nel nostro lavoro vuol dire crescere e fare esperienza, come uomini, come atleti e come alpini.
LE CLASSIFICHE
Trofeo Medaglie d’Oro – Disputato tra le rappresentative delle Truppe alpine, viene aggiudicato tenendo conto della somma dei punteggi ottenuti dai singoli reparti nelle gare di slalom, biathlon, sci alpinismo dei Campionati Italiani dell’Esercito, di pattuglia e dei plotoni.
1°) 8° Alpini (78 punti); 2°) 4° reggimento alpini paracadutisti (75); 3°) 5° Alpini (62).
Trofeo dell’amicizia – Comprende i punteggi ottenuti dalle singole rappresentative nazionali nelle prove di slalom gigante, sci alpinismo, fondo e pattuglia. Vi partecipano anche rappresentative di vari Corpi dell’esercito e associazioni d’Arma, come l’ANA, che però non concorrono per l’assegnazione del trofeo.
1°) Italia (39 punti); 2°) Germania e Francia (26); 4°) Slovenia (12). International Federation of Mountain Trophy Il trofeo è assegnato al reparto meglio classificato in assoluto nella gara dei plotoni. 1°) Germania (3714 punti); 2°) 8° Alpini (3569); 3°) 7° Alpini (3538,50)
Trofeo “Ten. M.O. Silvano Buffa” – Il trofeo è assegnato al reparto delle Truppe alpine vincitore della gara dei plotoni.
1°) 8° Alpini (3702 punti); 2°) 7° Alpini (3660) 3°) 5° Alpini (3631)
Trofeo Comando Truppe Alpine – Viene disputato tra gli atleti delle rappresentative nazionali dei diversi Paesi partecipanti e prevede lo svolgimento di due gare FIS Coppa Europa di slalom gigante e speciale femminile. Il Trofeo viene assegnato alla migliore atleta, per somma dei due migliori tempi ottenuti nelle due gare.
Anne-Sophie Barthet (Francia)
Su www.truppealpine.eu/casta2014/ sono pubblicate le classifiche complete.
NON SOLO SPORT
I Ca.STA non sono solo gare e sport. Nell’articolato programma è dedicata una parte importante alle manifestazioni legate alla montagna e all’addestramento militare, a partire dalla spettacolare esercitazione tecnico-tattica del 2° Alpini di Cuneo (nella foto in basso) in cui è stata simulata un’azione di combattimento in seguito ad un’imboscata che ha evidenziato l’eccellente capacità degli alpini di operare in ambiente montano innevato e in condizioni estreme. Altrettanto spettacolare è stata la fiaccolata in notturna (nella foto), degna del “Guinness dei Primati”, con 600 atleti in perfetta sincronia che sono scesi dalle piste della Vialattea, trasformando la montagna in uno sfavillante tricolore. Le musiche sul tema “agonismo, sport e montagne” sono state il leitmotiv della serata al cinema di Sestriere, gremito per il concerto della Fanfara della brigata Taurinense diretta magistralmente dal maresciallo capo Marco Calandri. Il ricordo dei Caduti è stato celebrato con la deposizione delle corone a Pragelato, Champlas Du Col, Cesana, Claviere e Bousson alla presenza del gen. Alberto Primicerj e dei comandanti della Taurinense, gen. Massimo Panizzi e della Julia, gen. Ignazio Gamba. L’ANA era rappresentata dal revisore dei conti nazionale Mario Botteselle.