Spirito imprenditoriale e cultura

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    È l’acqua l’elemento che caratterizza Pordenone, la città capoluogo del Friuli Occidentale, che il 9, 10 e 11 maggio del 2014 ospiterà l’Adunata nazionale degli alpini. Lungo il fiume che lambisce la città è nato e si è sviluppato in passato il centro cittadino. Non a caso l’attuale nome del comune deriva da Portus Naonis, ossia l’attracco lungo il fiume Noncello che collega questo territorio al mare. Se alle origini di Pordenone c’era quindi il traffico delle imbarcazioni commerciali, l’anima produttiva legata all’acqua ha caratterizzato anche il recente passato; la forza del fiume che scende a valle è stata sfruttata dagli opifici intorno ai quali è cresciuta e si è sviluppata la città durante il 1800.

    Lo stesso simbolo della città testimonia questo forte legame: le porte aperte verso il Noncello. Camini e capannoni ora in disuso, ancor oggi testimoniano un passato non molto lontano, che ha contribuito allo sviluppo di questa città capoluogo di provincia. Portus Naonis viene citato per la prima volta nel 1204 nel Diario di Viaggio di Wolfger di Passau, futuro Patriarca di Aquileia, per diventare poi territorio degli Asburgo settant’anni più tardi. Intorno al nucleo storico nel XII secolo si costruiscono anche i primi importanti e significativi edifici ancora esistenti: il Duomo con il Campanile e il Palazzo del Comune, protetti da una prima cerchia di mura. La città diviene punto di transito di una via che collegava i territori veneziani con le regioni transalpine del Nord.

    Dagli Asburgo, nel secondo decennio del 1400, la zona diviene dominio della Serenissima, ma è cento anni più tardi che Portus Naonis vive il suo periodo d’oro. La vita culturale raggiunge il massimo splendore: sorgono Accademie e Cenacoli. Vengono costruiti o ampliati i maggiori palazzi del centro storico, tuttora esistenti, e le famiglie nobili fanno a gara per contendersi l’ospitalità di pittori, umanisti, letterati e poeti. Il passo successivo è quello dello sviluppo e dell’affermazione dello spirito imprenditoriale; aumenta il numero dei mulini, degli opifici, delle attività produttive (metalli, lana, carta), preludio dell’industrializzazione che culmina nell’Ottocento e che è in parte ancora visibile nei capannoni alle porte della città.

    Nel frattempo Pordenone è caratterizzata da un autentico decollo industriale nei settori del tessile, della ceramica e della carta, grazie anche all’avvento dell’energia idroelettrica utilizzata in città già dal 1888. Nei primi decenni del ’900 il capoluogo conosce un notevole sviluppo economico ed industriale nelle lavorazioni metalmeccaniche, siderurgiche, chimiche e del legno. Ma nella seconda metà del secolo scorso, i cotonifici lasciarono posto a nuova attività industriale manifatturiera, ossia quella dell’elettrodomestico. In città nacque il marchio Rex, che crescendo diventò gruppo Zanussi, trasferitosi a metà degli anni ’50 a Porcia. La sua espansione dimensionale continuò nel tempo, fino a passare di mano negli anni 80 al colosso svedese Electrolux che ancora possiede gli stabilimenti pordenonesi. A questa fabbrica se ne aggiunsero delle altre, come l’industria di macchine tessili della Savio, le ceramiche Galvani (che, insieme a quelle della Scala diventate poi Ideal Standard, dettero vita ad un vero polo del settore), la Seleco e diverse ancora.

    La città assunse – e lo è tuttora – la fisionomia di un distretto industriale moderno, portando con se un notevole incremento della popolazione. Conseguenza di questo mutamento fu la costituzione, nel 1968, della Provincia con Pordenone che ne divenne capoluogo. La vocazione industriale e manifatturiera, però, non ha soppiantato il cuore culturale che, in passato, ha caratterizzato la nascita della città. Nel capoluogo provinciale, infatti, non si vive di sola economia: qui hanno sede due grandi eccellenze la cui fama è riconosciuta in Italia e all’estero. In ordine di “anzianità” vanno ricordate le “Giornate del cinema muto”, rassegna unica in Italia e una delle poche al mondo che richiama ogni anno centinaia di cinefili di questo particolare genere da tutti i continenti.

    Da quattordici anni invece, in città si svolge “Pordenonelegge – Festa del Libro con gli Autori” seguito nelle ultime edizioni da oltre 120 mila persone. Ogni angolo del centro si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto dove i più grandi scrittori, filosofi, economisti e giornalisti di tutto il mondo si confrontano con il grande pubblico appassionato di libri.

    Antonio Liberti


    Il presidente Sebastiano Favero a Pordenone

    Lo scorso dicembre il presidente nazionale Sebastiano Favero, il presidente del Comitato Organizzatore Nino Geronazzo e il presidente della Sezione Giovanni Gasparet hanno incontrato le istituzioni della città in vista dell’Adunata nazionale del prossimo maggio. Hanno esaminato alcuni aspetti organizzativi e logistici della manifestazione con il prefetto Pier Francesco Galante e il questore Sergio Cianchi e sono stati accolti dal sindaco Claudio Pedrotti che pochi giorni prima aveva firmato il protocollo di intesa sull’Adunata tra Comune e Comitato Organizzatore. La delegazione si è intrattenuta anche con il generale Fabio Polli, comandante della 132ª brigata corazzata Ariete di stanza alla caserma Mittica da dove, il prossimo 9 maggio, partirà la sfilata della Bandiera di Guerra che attraverserà la città. “Pordenone si è meritata l’Adunata per l’impegno che la Sezione e i suoi alpini hanno sempre dimostrato”, ha ricordato Favero, che si è detto soddisfatto delle tematiche che sono state affrontate durante gli incontri e della risposta delle istituzioni nei confronti dell’Adunata: “Come ho potuto appurare Pordenone si sta preparando al meglio per organizzare la manifestazione, ne è prova l’incontro con le istituzioni e anche con i dirigenti di FriulAdria, da sempre vicina agli alpini, dai quali abbiamo avuto un segno tangibile della loro disponibilità”.