L’abbiamo dichiarato per le vie di Trento durante tutta la sfilata, “per gli alpini non esiste l’impossibile”, motto dell’Adunata di quest’anno. Una frase solo apparentemente presuntuosa, lo testimoniano le opere quasi incredibili realizzate dagli alpini. Quasi incredibile anche l’ultimo lavoro a favore del Centro Italia, che ha sfidato la burocrazia e gli innumerevoli paletti incontrati strada facendo, arrivando alla conclusione in tempi davvero da record. Una stalla moderna ed un fienile, costruiti a Visso, paese del maceratese fortemente colpito dal terremoto.
Questa volta non si tratta di un intervento a favore della comunità, ma di un aiuto mirato al rilancio dell’attività di un allevatore che ha perso casa, stalla e parte del bestiame. Maurizio Sabatini, così si chiama il nostro allevatore, aveva affrontato la situazione vivendo undici mesi in una roulotte, con la moglie Margherita e con tre figli. In roulotte anche sotto la neve, per non abbandonare il poco bestiame sopravvissuto.
Quattro Sezioni, in ordine alfabetico Como, Lecco, Monza e Valtellinese, si sono messe in testa di aiutare la famiglia costruendo una stalla adeguata alle necessità. Stalla piuttosto costosa che le Sezioni hanno finanziato anche grazie all’aiuto sostanzioso di una Fondazione di Appiano Gentile, la Novacaritas, che ha affidato un’importante somma agli alpini comaschi. Tra tutte le figure in campo, la Sezione di Lecco è stata la capofila e ha gestito egregiamente tutti gli aspetti organizzativi ed esecutivi.
Dopo i primi segnali di un certo immobilismo, da Lecco sono partiti ingegneri e architetti alpini, che in breve hanno sbloccato la situazione e avviato i lavori. Anche le maestranze, prevalentemente alpine e lecchesi, hanno dato prova di competenza e laboriosità, senza farsi intimidire dalla pioggia e dalla neve. Dalle altre Sezioni si sono alternati i cuochi che hanno preparato i pasti per chi lavorava in cantiere. E il risultato è là da vedere, anzi, per chi entra in Visso, la stalla di Maurizio è il primo segnale di rinascita post-terremoto. Una stalla grande e funzionale, con caratteristiche tali da poter essere considerata una struttura definitiva e non provvisoria, come sono invece i moduli abitativi destinati alle famiglie terremotate.
Oltretutto, è molto bella da vedere, quasi elegante, perché chi l’ha costruita deve avere buon gusto e senso estetico. Sulle diverse facciate spiccano ben visibili cappelli alpini, il logo Ana e qualche targa. C’è anche il pennone per la Bandiera. È stata inaugurata sabato 19 maggio, con la partecipazione del Presidente nazionale e parte del Consiglio che hanno scortato il Labaro insieme al comandante del 9º Alpini di stanza a L’Aquila.
Tante le altre autorità civili in rappresentanza di Regione e Provincia, sindaci e Presidente di Confallevatori. Presenti anche i presidenti delle Provincie di Como e di Lecco. Numerose le nostre insegne, sedici vessilli sezionali e proprio tanti gagliardetti. Cerimonia nel nostro solito rituale, con gli onori al Labaro, una breve sfilata, l’alzabandiera e i discorsi, brevi e tutti interessanti. Benedizione dell’insediamento impartita dal vescovo di Camerino mons. Francesco Giovanni Brugnaro e taglio del nastro. Emozioni, commozione, applausi e, per finire in bellezza, squisiti pizzoccheri cucinati dagli alpini di Mandello Lario. Oltretutto, a dispetto delle previsioni meteo, il sole non ha mai abbandonato la scena.
Grande soddisfazione per il risultato ottenuto in tempo incredibilmente breve, nonostante le difficoltà iniziali. La forza di volontà ha vinto ancora una volta e lo striscione che campeggiava nella zona della cerimonia la diceva lunga: se lo vuoi, puoi fare tutto. Proprio tutto, perché per gli alpini non esiste davvero nulla di impossibile e la stalla di Visso è una nuova stella che brilla nel firmamento della generosità alpina.
Chiccho Gaffuri
presidente.como@ana.it