Se la penna un po' rosa…

    0
    106

    DI SANDRA LUCCHINI


    Donne soldato, una svolta storica datata terzo millennio. Le caserme hanno incominciato a ‘tingersi di rosa’ nel 2000, quando l’ambiente militare si è arricchito di volontarie, d’età compresa tra i 18 e i 26 anni. Con questa grande riforma le ragazze entrano a ‘naja’ in assoluta parità o quasi con gli uomini e possono essere destinate a vari incarichi scelti in base alle caratteristiche personali e, nota degna di rilievo, anche ai desideri.
    Per molte donne indossare la divisa da alpino rappresenta ‘una tradizione di famiglia che intendo continuare’; per altre può essere la scoperta di una realtà talmente diversa da diventare stimolante ; altre ancora hanno nel DNA la vita militare e, quindi, la caserma firma il coronamento di un sogno nel cassetto .
    ‘L’abbattimento di questa barriera commenta Licurgo Pasquali, generale degli alpini in congedo allinea l’Italia ai Paesi dell’Unione Europea.
    L’istituzione del servizio militare femminile va di pari passo con l’abolizione della leva per i ragazzi, oggi quasi soltanto volontari’. Le femmes alpines in marcia hano portato per molti una novità all’Adunata, storicamente e indeflettibilmente esclusività maschile. Tenacia, professionalità, sensibilità e anche grazia: potrebbero essere questi i valori aggiunti apportati dalle ladies in un ambito monopolizzato, per secoli, dagli uomini. È opinione comune, ormai, come molte donne superino i colleghi per capacità, caparbietà, impegno, entusiasmo. E, ahiloro!, anche cultura.
    Una divisa non offusca la femminilità.
    Livella soltanto in apparenza dicono in tanti Non potrà mai cancellare la delicatezza né la grazia femminile . Anzi precisa una ragazza borghese aggiunge un pizzico di fascino . Essere un militare mi consente di concretizzare, al meglio, la mia sete di solidarietà, di aiuto, di fratellanza , dice Laura Bagolin, 27 anni, da Pordenone, allievo maresciallo alla caserma Cesare Battisti di Aosta; è l’unica donna su 26 allievi marescialli alpini e sarà la prima donna comandante di plotone, novità nell’innovazione. ‘Da tempo racconta desideravo intraprendere un’attività che mi consentisse di uscire dall’usuale e, soprattutto, mi permettesse di esprimere determinati valori, la giustizia in particolare’. Colpiscono la sua convinzione e una certa estraneità dichiarata per il mondo civile. Sogno dice il futuro maresciallo Bagolin di essere inviata in missione di pace . Questo mese di luglio parteciperà ad un corso di roccia nelle palestre valdostane. In ogni caso, si è già distinta come buona alpinista nelle ascensioni classiche. Sono pronta per il Monte Bianco , annuncia. Il suo programma nell’immediato futuro?Essere istruttore nella brigata Julia.
    La gente di Aosta e le donne che hanno accompagnato gli alpini giunti da ogni parte hanno salutato le ragazze in divisa con particolare calore. Dai balconi imbandierati, dietro le transenne del lungo percorso hanno accompagnato l’incedere delle alpine con grandi sbracciamenti, incitamenti, battimani e grida: Brave! .
    Eccola, eccola! , e una madre ( Quella è mia figlia! ) ha rischiato l’infarto nel vederla passare, fucile stretto al petto, sguardo severo. È proprio carina , ha commentato la nonna. Sembrava una cosa tutta in famiglia.
    Commenti di plauso per le caserme in rosa li esprime il generale Giuseppino Vaccino, comandante del Centro Addestramento Alpino, di Aosta. ‘Il ruolo delle donne alpine è importantissimo dice È pari a quello delle altre donne soldato presenti negli eserciti dell’Europa. È un grande passo verso il completamento della trasformazione delle Forze Armate .