Rosa sì, ma con grinta

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    È certamente una novità per gli alpini avere donne al comando in reparti operativi, ma chi si meraviglia è fuori tempo Queste giovani sono motivate e preparate e costituiranno una ricchezza in più per il nostro Esercito

    DI SIMONA PACINI

    Donne in caserma, sempre di più e sempre più alte in grado. Dopo i primi arrivi nei ranghi dei sottufficiali, le soldatesse ora sono pronte ad assumere ruoli di comando. Proprio quest’anno infatti sono uscite dall’Accademia le prime tenenti che hanno già assunto ruoli operativi nelle caserme di destinazione. Nel Friuli Venezia Giulia, fra gli alpini della brigata Julia, ce ne sono già due: Monica Segat, 25 anni, trevigiana di Vittorio Veneto, e Marta Galbiati, 29 anni, di Casatenovo in provincia di Lecco. La prima è arrivata a Feruglio di Venzone, sede del 14º reggimento alpini, il 24 agosto; la seconda è stata destinata a Tolmezzo, al 3º reggimento artiglieria da montagna, dove ha preso posizione dal 23 agosto.

    Due donne unite dalla stessa passione, vita militare e montagna, ma che hanno percorso strade diverse per arrivare alla stessa meta. Monica Segat, bionda e occhi chiari, a venti anni lavorava come impiegata in uno studio legale quando ha deciso di iscriversi all’Accademia Militare. Il lavoro non mi soddisfaceva racconta cercavo qualcosa di più stimolante . Fin dall’inizio era decisa ad entrare nel Corpo degli alpini. Sono figlia d’arte continua Monica mio padre era nell’artiglieria da montagna, e sono cresciuta vedendo gli alpini e formandomi una visione mistica della loro forza, lealtà, capacità di intervenire al momento del bisogno. E poi amo la montagna, dove sono sempre andata, fin da piccola . Il tenente Segat ha ai suoi ordini un plotone.

    Trenta fra uomini e donne che prendono ordini da lei. Che effetto fa? Niente di particolare risponde tranquilla i cinque anni di accademia ti preparano anche a questo . Sulla stessa linea anche la collega Galbiati che, come vice comandante di batteria, comanda 50 alpini e 10 alpine. Non riscontro alcun problema da parte dei soldati a prendere ordini da donne , afferma il tenente Marta. E non si tratta solo di diplomazia. Anche i colleghi maschi testimoniano la stessa tendenza, confermando che ormai nell’esercito certe differenze sono superate. Nelle Forze armate la presenza femminile è un dato assodato dice il tenente Igor Piani .

    Al momento se ne registra un 4 per cento ma non è più una novità da cinque anni. La differenza sta semmai nel fatto che, entrando in un mondo fino ad ora esclusivamente maschile, sono molto più motivate degli stessi colleghi e figurano anche molto bene. Ma di problemi con loro non ce ne sono . Ancor più particolare la storia di Marta Galbiati che, laureata in legge a Milano, dopo un anno di praticantato ha fatto il concorso per entrare in Accademia, vincendolo. Ora, forte di ben due lauree, è la più anziana del suo corso. Dopo i primi due anni di addestramento base come artigliere a Torino racconta ho maturato l’idea di entrare negli alpini, un Corpo con il quale mi sento in sintonia .

    L’amore per la penna nera ( maturato fuori dalla famiglia dove posso vantare solo un nonno alpino, che ha combattuto la seconda guerra mondiale ) e quello per la montagna, l’hanno fatta saltare di gioia quando è arrivata la notizia della destinazione: Tolmezzo. Come dire, Carnia e basta. Abbiamo già fatto qualche addestramento sui monti e prove su roccia , dice con orgoglio. Per il resto?Sembrerà impossibile ma queste ragazze raccontano di condurre una vita normale. Entrambe fidanzate, non appena hanno una giornata di libertà raggiungono il moroso e i familiari che guardano con orgoglio alle loro attività di ufficiali.

    Si dichiarano pronte a partire in missione, ovunque essa sia, e vivono perfettamente a loro agio la realtà militare. Dallo scorso maggio la brigata Julia può vantare un’altra presenza femminile in un ruolo di alto livello. Patrizia Alberghino, 34 anni, di Ivrea, è infatti il nuovo consulente giuridico del comandante, il generale Alberto Primicerj. Una figura istituita quest’anno dalla Difesa in vista delle missioni internazionali che, con un corso da febbraio a maggio, ha formato i primi cinque ufficiali, fra cui il tenente Alberghino.

    Laureata in legge, lavorava nel settore privato per società di servizi, curando l’amministrazione del personale, la gestione dei fondi, la pratica legale. Ho visto il bando dell’Esercito casualmente racconta e ho pensato che sarebbe stato molto interessante conciliare l’aspetto professionale con l’ambito militare . Anche il tenente Alberghino aveva già la montagna nel sangue, oltre al Dna alpino con il padre nel coro dell’Ana di Ivrea e, nonostante il suo ruolo sia più di carattere amministrativo, non si tira mai indietro di fronte alle esercitazioni. Il concorso prevede un incarico di 24 mesi, con possibilità di rafferma per un anno. Io farò di tutto di restare per sempre. La mia scelta è stata ponderata, e finalmente ho trovato quello che volevo fare .