Recuperate le testimonianze sul Civillina

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    Gli alpini della sezione di Valdagno sono protagonisti del recupero storico delle strutture militari del Monte Civillina, dopo 90 anni di completo abbandono. Il progetto nasce dal programma di valorizzazione dei siti della grande guerra (legge regionale 43/1997) e comprende un vasto territorio di valore storico, dove il monte Civillina è la cima più ad ovest dell’ampio fronte che passava per l’altopiano di Asiago. La comunità montana Agno Chiampo, delegata alla realizzazione del tratto di competenza territoriale, ha stipulato un accordo con la sezione ANA, allora presieduta da Luigi Cailotto, per il recupero delle postazioni militari sulla cima del Civillina. Postazioni che risalgono alla prima guerra mondiale e che ospitavano un osservatorio con annesso campo scuola per gli ufficiali di artiglieria.

    Si dice che anche Damiano Chiesa vi avrebbe trascorso un periodo di addestramento. La direzione dell’opera è stata affidata all’ing. Imerio Tovo e al geometra Franco Rasia, della Comunità montana Agno Chiampo, mentre la direzione del cantiere è stata affidata al caposquadra della Protezione civile sezionale Silvano Povolo, che con grande determinazione ha organizzato i lavori. Le prime supervisioni, le programmazioni e i primi disboscamenti sono iniziati già nel 2004, i lavori effettivi sono partiti nell’agosto del 2005. Il presidente Luigi Cailotto e Dino Danieli hanno seguito con interesse il progredire dei lavori, elogiando l’entusiasmo dei partecipanti.

    Nel dettaglio, queste sono le opere realizzate o in corso di ultimazione: Osservatorio, Casermetta principale, seconda Casermetta, Polveriera, Piazzale, Mulattiera Sentinello , e Bunker. Migliaia le ore di lavoro dei nostri volontari, compresi quelli della squadra sanitaria che ha dato il suo contributo di partecipazione. La sicurezza e la prudenza sono state le parole d’ordine. Oggi l’intera area viene visitata oltre che dagli alpini anche dagli studenti delle scuole medie della vallata su programma e disponibilità degli alpini che, di volta in volta, illustrano quello che avveniva sul Civillina quasi 90 anni fa. Le uscite seguono quindi il programma ideato e voluto da Edoardo Bocchese, insegnante e capitano degli alpini.

    Il prof. Claudio Gattera, illustra agli alunni le vicende belliche che interessarono l’alto vicentino nella Grande Guerra e l’importanza che assunse il Monte Civillina come perno delle linee difensive di retrovia. Il 25 luglio 2009 la casermetta, rimessa a nuovo, è stata dedicata con una speciale cerimonia all’alpinista Cristina Castagna, socia della sezione ANA e iscritta alla Protezione civile, che perse la vita nella discesa del suo quinto ottomila il Broad Peak nel Pakistan il 18 luglio del 2009.

    Nazario Campi

    Pubblicato sul numero di ottobre 2010 de L’Alpino.