Questioni di famiglia

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    Caro direttore, spero di non essere diventato un visionario e le invio queste mie sintetiche considerazioni. Il nostro Presidente mi sorprende quando nell’editoriale del luglio scorso afferma che sarà il presidente di tutti, evidenzia la necessità di costruire all’interno un clima di maggiore serenità e invita a tenere atteggiamenti che non ledano la dignità delle persone, seppure in un confronto dialettico chiaro e leale. 

    Proseguo nella lettura e la prima delle “lettere al direttore” (del quale apprezzo la “penna”) fa riemergere in me la sensazione che forse un certo malessere (o sarà conflittualità?) serpeggia al nostro interno. Credo che l’Ana non sia un’associazione di persone organizzate in formazioni di parte ma sia strutturata su Gruppi e Sezioni formate e partecipate da uomini che hanno vissuto una esperienza comune e credono, evidenziandolo con i fatti, nell’uomo e nei suoi valori. Non vorrei innescare speciose disquisizioni, ma da “vèc” non addentro alle “secrete cose” mi rivolgo a lei affinché la sua luce scacci ogni ombra.

    Sergio Maj Gruppo di Lovere, Sezione di Bergamo

    Caro Sergio, anche l’Ana, come tutti i gruppi è formata da uomini. E, come diceva il grande filosofo e storico francese Renan, “basta essere uomini per essere dei poveri uomini”. Quindi ci sta che anche noi, come in tutte le famiglie umane, abbiamo punti di vista diversi, le nostre brontolate, le nostre ambizioni e anche qualche… stupidotto. L’importante che ce ne rendiamo conto, tentando di rimediare e, soprattutto, è importante che questi malumori non vengano strumentalizzati per giochini di potere o per creare gruppetti di malpancisti, che hanno l’unico effetto di seminare zizzania.