Scrivo dopo aver letto la lettera di Luca Franceschini che stigmatizza quanto scritto sugli alpini in un sito internet noto (non a molti peraltro) per lo spirito più o meno satirico dei sui contenuti. Io non l’ho trovato né scandaloso né offensivo per l’Associazione, ma semplicemente in linea con tutto quello che vi è pubblicato. Personalmente mi lascia abbastanza indifferente e vorrei invitare il socio a prendere la cosa per quello che è: una innocua scemenza. Se proprio dobbiamo scandalizzarci, facciamolo verso quelle formazioni, soprattutto politiche, che utilizzano inopportunamente i nostri simboli per farsi una gratuita propaganda o per accaparrarsi subdolamente la nostra simpatia.
Beppe Capello, gruppo di Castagneto Po (TO)
Non sono molto convinto che le innocue scemenze sparate potenzialmente ad un pubblico molto vasto non lascino qualche segno. Concordo invece quando dici che c’è di peggio. In un caso e nell’altro la nostra linea è di tolleranza, non di remissione. Non facciamo guerra a nessuno, ma siamo convinti che la satira, l’ironia, gli sfottò siano di un’altra qualità. E su questo terreno non abbiamo bisogno di maestri, basta andare una sera nei nostri gruppi. Certo ci irrita il comportamento poco responsabile di chi usa strumentalmente il cappello per finalità estranee all’associazione. In questa rubrica sono state stigmatizzare le furbate dei politici e la dabbenaggine di qualche socio che si presta alle loro sceneggiate. È chiaro che ognuno di noi ha le sue sensibilità e, di sicuro, non tutti sono disposti a lasciarsi flagellare e a dire che va bene così.
Pubblicato sul numero di gennaio 2010 de L’Alpino.